Commento al Vangelo di domenica 18 marzo 2018 – mons. Giuseppe Mani

Dio salva

Giunti alla quinta tappa di preparazione alla Pasqua l’attenzione si concentra sui sentimenti e le angosce di Gesù e il suo abbandono filiale al Padre negli ultimi giorni che precedono la passione. E’ giunta l’ora in cui il Figlio dell’uomo deve essere glorificato”(Gv 2,4).

Gesù spesso ha evocato quest’ora. Evocare l’ora è consacrare la vocazione fondamentale di un essere umano. Così è della donna che prova i dolori del parto ma si sente felice perché si sente completa, è arrivata l’ora del compimento della sua femminilità. I Greci stranieri che salgono a Gerusalemme e vogliono vedere Gesù va al di la di una benevola curiosità. Vedere Gesù non si ottiene con ricerche a tentoni della ragione, anche se sono necessarie: è frutto della fede nelle due dimensioni: adesione alla verità e confidenza nell’amore di Dio.

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La presenza dei greci in questo luogo può significare che la salvezza non è solo riservata al popolo eletto ma si estende alle nazioni, fino ai confini del mondo. E’ l’ora dell’angoscia. “Il Figlio dell’uomo sta per essere offerto nelle mani dei peccatori” (Mt 26,45). E paradossalmente è l’ora della gloria “Ecco il Figlio dell’uomo sta per essere glorificato” (Gv 12,22). Spogliamento ed esaltazione: due componenti indissociabili della Trasfigurazione. “Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti .

Gesù aveva avvertito che il Figlio dell’uomo deve molto soffrire ed essere disprezzato, anche se gli apostoli non capirono fino alla Pentecoste. “Se il grano di frumento caduto in terra non muore, rimane solo: se muore porta molto frutto” (Gv 12,24). La legge del passaggio dalla morte per entrare nella vita è applicabile a tutti i discepoli di Gesù. Bisogna passare dalla morte a sè stessi e non è un compito facile.

La morte corporale non è la più difficile: la vera morte consiste nella sterile chiusura in se stessi. Gesù rivela il senso che dona alla sua morte, non è un annientamento ma il passaggio da questo mondo al Padre e il Padre risponde a questa obbedienza risuscitandolo e donando a Lui il potere di salvare gli uomini attraverso l’effusione della Spirito Santo. “Elevato da terra attirerò tutti a me, significando di che morte sarebbe dovuto morire” (Gv 12, 32-33). Gesù raramente fa parte dei suoi stati d’animo, fa invece parte delle sue confidenze nel corso dell’ultima cena, quando l’ombra della croce si stende già su di Lui. La lettera agli Ebrei esprime mirabilmente questa domenica i sentimenti di Gesù: preghiera incessante per essere salvato dalla morte….ma sottomissione esemplare, obbedienza perfetta al Padre.

La voce che si fa sentire è la stessa che si sente nelle tappe determinanti della vita di Gesù: al battesimo, al Tabor e nell’ora evocata oggi. Il profeta Geremia annuncia un’Allenza nuova scritta nel cuore, relazione d’amore tra Dio e il suo popolo, perdono dei peccati. Ancora più evocatrice è la potenza della Croce. Tronco verticale piantato in terra che unisce la terra al cielo. Trave orizzontale che porta le braccia del Crocifisso aperte al dono totale di se stesso per la salvezza del mondo.

Commento a cura di mons. Giuseppe Mani dal sito www.giuseppemani.it

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
della Quinta Domenica di Quaresima – Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 18 Marzo 2018 anche qui.

Gv 12, 20-23
Dal Vangelo secondo Giovanni
20Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. 21Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 22Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 23Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 18 – 24 Marzo 2018
  • Tempo di Quaresima V
  • Colore Viola
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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