Beatitudini, ovunque e per chiunque!
Le beatitudini non sono l’equivalente cristiano della legge del contrappasso, per cui chi sta bene ora starà male domani e viceversa, e non sono neppure l’apologia degli “sfigati”, o l’esaltazione della sofferenza fine a se stessa.
Non sono la difesa degli inermi, non sono la fotografia dello status quo apparente dei bravi ragazzi che si meriteranno il paradiso, ma è certezza che una vita felice è possibile, per tutti.
E infatti Luca sottolinea che siamo in un luogo pianeggiate, accessibile a chiunque e che accorreva una folla da tutta la Giudea, Gerusalemme, Tiro e Sidone, da quella terra ritenuta “sacra” e dall’altra considerata “profana” , due porti di mare.
Quindi prima caratteristica delle beatitudini è che sono potenzialmente rivolte a tutti, e a tutte le parti di noi, quelle che riteniamo sacre e anche quelle profane che facciamo fatica a vedere e a far vedere. Le beatitudini hanno la forza di arrivare ovunque e per chiunque.
È impossibile sintetizzare in queste poche righe la quantità di studi che è stata fatta su questo testo, ma è possibile però provare ad usare un’altra chiave di lettura, un’altra angolatura da cui leggere questo testo all’interno di tutto il Vangelo di Luca.
Proviamo a fare il tentativo di partire dall’ultima beatitudine.
Beati i perseguitati, è questo il punto di svolta, perchè che Dio soccorre l’orfano, la vedova e il forestiero lo diceva già l’AT, che Dio ascolta il grido del povero anche; la novità evangelica di questo passo, che cambia tutto sta proprio nell’ultima beatitudine, quella che meno ci piace.
Beati i perseguitati, cioè beati coloro che si prenderanno cura del povero scegliendo la povertà e per questo saranno perseguitati, beati coloro che si accostano alle lacrime dell’altro in punto di piedi, con silenzio e rispetto e accogliendole renderanno beato l’altro. Beati coloro che con la mitezza, con la fermezza di chi sa aspettare il momento opportuno nel silenzio, prima di prendere posizione, di dire una parola, verranno derisi, ma non smetteranno di essere miti.
Beati coloro che seppur perseguitati si faranno carico delle ingiustizie che vivono gli altri vicini e lontani, beati coloro che pur se perseguitati costruiscono la pace lì dove emergono i conflitti, le rivalità, le invidie, le guerre. Beati quelli che nel mondo moltiplicano il bene, condividono con Amore, agiscono per il meglio, nonostante tutto.
Beatitudini, ovunque e per chiunque!
Sr. Myriam (Miriam D’Agostino) del Monastero Benedettino di Sant’Anna – Bastia Umbra