“Non ci credo a Satana” E’ quello che lui spera, Pietro!
Ce l’aveva sulla punta della lingua da chissà quanto tempo quella domanda. Da quando li adocchiò – reti tristi, cuori fiacchi, braccia spossate – a Cafarnao, nei dintorni. La tenne stretta a sè: ci sono domande che ci si può giocare una sola volta nella vita. Cristo lo sa: l’occasione è nulla senza un’inclinazione, un desiderio, un cuore in accelerazione.
Quando la legna è pronta basterà una scintilla. Per chi ha mira basterà un colpo solo. Dio, in guerra, va per amore: è cecchino di cuori, ha mira da batticuore. A Cesarea e dintorni: «Ma voi, chi di te che io sia?» La pone esattamente lì, bordo-strada: camminando a piedi prega, pregando cammina nei cuori di chi gli va dietro. Non gl’importa granchè della gente: “Chi mi ama mi segua, chi mi odia m’insegua” è il suo motto sotto-sotto, detto con maggior garbo, un pizzico d’eleganza in più. Dei suoi amici, invece, gli sta a cuore sapere l’indice di gradimento di Lui nei loro cuori.
«Ma» è particella avversativa, una rovesciata al volo. E’ contropiede affilato: “Degli altri m’importa, non m’importa. Per voi, però, mi piacerebbe sapere chi sono io”. Cristo è l’uomo delle domande. Alle domande degli altri, risponderà con altrettante domande. Perchè il punto di domanda tra tutti è il segno di punteggiatura più ricco: apre un capoverso, fa prendere la rincorsa ad una frase, è trampolino di lancio.
E, domandando, restaura i cuori. Per questo prima li imbraga nell’amicizia: ci sono domande che necessitano del contesto adatto, di un vestito su-misura, un parterre-de-roi appositamente convocato. Li ha imbragati nell’amicizia e ha fatto loro la domanda mentr’erano nell’intimità, quando i loro cuori erano sintonizzati tra di loro. Non se l’aspettavano, forse, una domanda così scabra, schietta, così spigolosa d’essere dolcissima. Cristo conosce assai il vantaggio della sorpresa, della leggerezza: «Ma voi, chi dite che io sia?» Chi rispose – Pietro alzò subito la mano – non rispose con testa: dell’astrattezza di un certo catechismo a Cristo non gl’importa nulla.
Cerca, come una donna con la lanterna in mano, qualcuno che ancora s’interessi di Lui, per il quale sia ancora un Dio interessante: vuole il cuore, a tutti i costi, costi quel che costi. Eccolo il cuore meno-scontato, capace di una sintesi improvvisa e spontanea. Una dichiarazione d’amore uscita dalle labbra più inquiete di tutta la classe degli apostoli: «Tu sei il Cristo». E’ l’uomo di mille traversie, Pietro: alti e bassi, come le burrasche che domava come nessun altro in alto mare. Stavolta, messo in condizioni ottimali, non si vergogna di dar voce al suo cuore: “Tu sei il mio amore. Sei il mio tutto. Puntualmente in ritardo, ma sarò sempre al tuo fianco: potrai contare su di me”. E’ il cuore che il Cristo si era messo in testa d’accendere.
D’allora, sbaglierà ancora un’iradiddio di volte il pescatore: Cristo, per altrettante volte, lo rimetterà in sesto. Gliel’ha insegnato Lui stesso, quand’erano ancora semplici apprendisti in fatto di pesca-di-uomini: per allenarsi a vincere, non bisognerà aver paura di perdere. Tutto qui.
Il tempo di un battito di ciglia e Pietro sbaglia subito bersaglio. In materia di Cielo e di eternità, ha la grazia di un elefante in un negozio di gioielli: «Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo». Lui, adesso che tutti sanno che Dio è il suo amore, se lo vuole proteggere. Si metterà davanti per fargli da scudiero, da scudo: nessuna sofferenza, nessun rischio. Figurarsi Gerusalemme e la sua matta mattanza. E Cristo, Uomo tutto d’un pezzo, ad insegnargli che all’amore non si può comandare.
All’amore si va dietro, si sta dietro: «Và dietro a me, Satana! Perchè tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Non teme, Cristo, di dire al suo amico-pescatore che ha la faccia di Satana quando parla così. Pietro a Lui: “Mi metto davanti io, tu vieni dietro a me”. Cristo a Pietro: “Torna al tuo posto: è affare mio guidarti. Lascia che ti faccia strada io”. Chissà se Pietro credeva a Satana. Per questo Cristo affonda la lama: che non si creda in lui, è proprio quello che il Diavolo spera. Cristo ne sa una più del diavolo.
don Marco Pozza
(Qui tutti i precedenti commenti al Vangelo di don Marco)
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
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- Colore liturgico: Verde
- Is 50, 5-9; Sal. 114; Gc 2, 14-18; Mc 8, 27-35
Tu sei il Cristo… Il Figlio dell’uomo deve molto soffrire.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 8, 27-35
27Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». 29Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
31E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 16 – 22 Settembre 2018
- Tempo Ordinario XXIV
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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