Commento al Vangelo di domenica 16 Dicembre 2018 per bambini – sr. Piera Cori

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Buongiorno ragazzi e ragazze! In questa terza domenica di Avvento siamo ancora in compagnia di Giovanni Battista, l’ultimo grande profeta. Vi ricordate cosa diceva il Vangelo di domenica scorsa proprio riguardo a questo personaggio? Lo andiamo a rileggere insieme: “La parola di Dio venne su Giovanni Battista, figlio di Zaccaria, nel deserto”.

Il verbo “VENNE” su Giovanni, cosa significa? Significa che Dio va a cercare le persone, le interpella, si avvicina e va verso di loro con la sua Parola. Giovanni accoglie questo dono che lo chiama ad essere profeta, ad annunciare la speranza ad un popolo che ormai non sperava più.

I segni che ci indicano che Giovanni accoglie la Parola di Dio li vediamo in questo brano che segue quello del Vangelo di domenica scorsa.

Oggi sentiamo che le folle andavano da Giovanni e lo interrogavano.

Osserviamo insieme la scena. Giovanni si trova nel deserto, un luogo angusto, difficile da raggiungere ma, quando una persona chiamata accoglie la Parola che Dio le dona, diventa come un faro luminoso per tutti, diventa una piccola luce che può rischiarare il cammino e indicare una via sicura, proprio come Giovanni Battista.

Ecco perché le folle, cioè una massa di gente, va da lui a farsi battezzare. Ma non solo… va da lui a chiedere consigli su come vivere il cambiamento in vista del Signore che viene.

Giovanni dà ad ogni categoria di persone insegnamenti giusti e precisi. Alle persone del popolo chiede di saper condividere quanto hanno con chi non ha. Il consiglio della condivisone è anche per noi. Il cristiano è uno che sa condividere, sempre e in ogni momento.

C’è un’altra categoria di persone che va da Giovanni a farsi battezzare: i pubblicani. Voi ormai dovreste saperlo… queste persone erano considerate peccatori pubblici, gente senza Dio.

Eppure il Battista li accoglie ed anche alla loro domanda dà una bella risposta: “Accontentatevi di quanto è stato fissato”. Cosa vuol dire? I pubblicani erano degli ebrei che riscuotevano le tasse dalla loro gente per conto dei Romani dominatori.

Ogni pubblicano doveva versare nelle casse romane, ogni mese, una certa somma di denaro. Quindi, in base alla tariffa stabilita, i pubblicani, a loro piacimento, aumentavano le tasse per guadagnare oltre il dovuto.

Giovanni, anche a loro dà un consiglio preciso: non esigere di più di quanto prevede il lavoro eseguito, non chiedere di più. Anche questo diventa un bel consiglio per tutti noi. Essere esigenti significa pretendere dagli altri quello che gli altri non possono dare. Per esempio, quando si torna a casa e si trova un cibo che non piace tanto, esigere che la mamma ne prepari uno diverso, o che faccia delle altre cose anche quando è molto stanca o non sta bene.

L’altra categoria di persone che si avvicina a Giovanni Battista sono i soldati. Anche questo era un gruppo disprezzato perché, come ben capite, i soldati fanno la guerra e usano la violenza, la prepotenza.

Il Battista dice di non estorcere: è un termine che esprime durezza, ingiustizia, ed invita ad accontentarsi di quanto si ha. A volte può capitare di essere un po’ avidi… per esempio di giocattoli, di dolci, di cose nuove. Insomma di non accontentarci mai.

Avviarci al Natale del Signore tenendo conto di queste indicazioni, diventa un motivo per vivere meglio le feste che verranno.

San Paolo, alla comunità dei Filippesi, dice di essere lieti, di mostrare a tutti la gioia, la capacità di amare perché il Signore è vicino.

Lui è vicino perché ci è accanto, è vicino perché viene.

Voi direte: “ Certo che a Natale lui viene!”. Noi, il 25 dicembre, ricordiamo la nascita del Figlio di Dio su questa terra, ma Paolo ci ricorda che, come cristiani, siamo in attesa della seconda venuta del Signore, quella della fine dei tempi quando verrà a regalarci cieli nuovi e terra nuova.

A questo deve orientarci la ricorrenza del Natale. Come vorremmo essere trovati dal Signore quando verrà?

Io vorrei che mi trovasse con la gioia che scaturisce dall’essere stata capace di condividere ciò che ho, non solo in cose e in denaro, ma anche in capacità, in doni di intelligenza, di fantasia, di accoglienza, di servizio. Vorrei essere capace di non esigere dagli altri più di quello che mi possono dare, vorrei ancora essere capace di accontentarmi di quanto ho.

Dio ha chiamato Giovanni ma chiama sempre anche noi. La sua Parola viene su di noi. Se siamo capaci di accoglierla diventeremo delle piccole luci che sapranno illuminare il cammino e indicare la strada che porta a Gesù.

Buona domenica!

Commento a cura di Piera Cori per il sito omelie.org

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

III DOMENICA DI AVVENTO – ANNO C

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 16 dicembre 2018 anche qui.

Lc 3,10-18

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

  • 09 – 15 Dicembre 2018
  • Tempo di Avvento II
  • Colore Viola
  • Lezionario: Ciclo C
  • Anno: III
  • Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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