Commento al Vangelo di domenica 15 Novembre 2020 – p. Alessandro Cortesi op

558
p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโ€™Istituto Superiore di Scienze Religiose โ€˜santa Caterina da Sienaโ€™ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โ€˜Giorgio La Piraโ€™ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ€“ Firenze.

La parabola dei talenti รจ una tra le parabole del capitolo 25 del vangelo di Matteo situata nel contesto dellโ€™ultimo dei cinque grandi discorsi che compongono il vangelo. Eโ€™ il discorso cosiddetto escatologico sulle realtร  ultime della venuta del Signore Gesรน alla fine dei tempi come sposo โ€“ la parabola delle dieci vergini (Mt 25,1-13) โ€“ e del giudizio sulla storia โ€“ il quadro del Figlio dellโ€™uomo/re che separa, come fa il pastore, le pecore dai capri (Mt 25,31-46)-.

Messaggio centrale di questa parte del vangelo รจ lโ€™invito a vigilare: la storia รจ orientata verso un incontro, il Signore viene come sposo e sarร  il giudice della storia. Eโ€™ urgente rispondere allโ€™invito di accogliere il suo regno. Giร  nel presente lo si accoglie nelle scelte della vita nel rapporto con gli altri: โ€˜ogni volta che avete fatto queste cose ad uno dei miei fratelli piรน piccoli lโ€™avete fatto a meโ€™ (Mt 25,40).

Lโ€™intero capitolo รจ attraversato da uno sguardo al punto finale della storia: sarร  un incontro di comunione e di amore. Per preparare la venuta del Signore รจ necessario coltivare lโ€™attesa e โ€˜vegliareโ€™: โ€œVegliate dunque perchรฉ non sapete nรฉ il giorno nรฉ lโ€™oraโ€ (Mt 25,12).

Il discorso รจ anche segnato da un esigente richiamo: non ci si deve lasciar prendere dalla distrazione e dallโ€™indifferenza perchรฉ sin dโ€™ora รจ da rimanere svegli e operare.

La parabola dei talenti si situa in questo contesto. Potrebbe essere indicata come la parabola dei tre servi: il racconto vede tre momenti. Un padrone affida i suoi beni a tre suoi servi prima di partire per un viaggio. I tre si comportano in modo diverso durante lโ€™assenza del padrone, infine โ€“ ed รจ la parte piรน estesa โ€“ i tre rendono conto di quanto hanno fatto quando il padrone ritorna.

- Pubblicitร  -

Alla sua partenza Il padrone distribuisce i suoi beni โ€˜secondo le capacitร  di ciascunoโ€™, non quindi operando discriminazioni e a tutti dร  un numero diverso di talenti. Eโ€™ da tener presente che i talento al tempo di Gesรน era un lingotto dโ€™oro o dโ€™argento di 36 chili: una ricchezza spropositata che era piรน abbondante del guadagno di unโ€™intera vita. Il racconto converge verso la parte finale e si concentra sul contrasto tra la lode dei servi, che sono detti โ€˜buoni e fedeliโ€™ perchรฉ hanno fatto fruttare il dono ricevuto e il rimprovero verso il terzo che รจ stato inoperoso e per paura ha nascosto sotto terra il talento a lui affidato.

Come tutte le parabole anche questa รจ da leggere non a partire dai singoli elementi ma nel quadro dellโ€™intera struttura della narrazione con attenzione al punto focale dellโ€™intero racconto. Il vertice va colto nel dialogo tra il padrone e il terzo servo: infatti i primi due sono elogiati ma il terzo viene rigettato non perchรฉ abbia compiuto qualcosa di sbagliato ma proprio perchรฉ non ha fatto nulla e non รจ stato creativo nel far sรฌ che il dono ricevuto potesse moltiplicarsi in qualche modo. Soprattutto รจ rimasto chiuso in una condizione di paura e di sospetto verso il padrone. Agli altri servi รจ detto di โ€˜entrare nella gioiaโ€™. Ad essi il padrone si rivolge con lโ€™espressione: โ€˜servo buono e fedeleโ€™. Gesรน accompagna a scorgere che qui sta parlando del rapporto non con un padrone umano ma con Dio.

I talenti non sono le doti personali di ciascuno ma un dono dal valore quasi incalcolabile. Accogliere lโ€™affidamento di un dono richiama a responsabilitร . Ciรฒ che il terzo servo non ha compreso รจ che lโ€™autentica ricchezza รจ costituita dal rapporto con il padrone nel quale Gesรน tratteggia il volto di Dio Padre. Egli rimane bloccato dalla paura, rinchiuso in unโ€™idea preconcetta che lo rende incapace di agire: โ€œSo che sei un uomo esigente, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparsoโ€. Ha considerato il talento non come dono ma sis sente sotto il controllo di un padrone cattivo. Non comprende che il talento affidatogli รจ segno di una relazione a cui rispondere con il coinvolgimento di tutta la sua vita e che il desiderio di Dio รจ far entrare nella sua gioia. Non ha compreso che al cuore di quellโ€™affidamento stava la chiamata a vivere unโ€™esistenza nel servizio e nella creativitร .

La parabola racchiude un messaggio che invita a considerare innanzitutto come Dio a tutti affidi un dono grande. Da qui sorge la responsabilitร  di essere fecondi nellโ€™amore. Lโ€™attesa del ritorno del Signore non รจ motivo di paura ma di fiducia e di apertura. Quel che abbiamo ricevuto devโ€™essere portato ad altri, in atteggiamento di servizio. Nel tempo della storia i discepoli sono chiamati a vivere la fedeltร  non secondo una religione della paura che porta allโ€™immobilismo e al rifiuto di ogni cambiamento, ma ad entrare in una relazione di gioia che apre lโ€™esistenza alla novitร  allโ€™inedito e alla feconditร  nellโ€™amore.

Fonte