Il capitolo 11 del vangelo di Matteo apre una lunga riflessione sul tema della fede. Tema al centro del tempo di Avvento, di cui oggi celebriamo la III domenica. Occorre fare spazio in noi per accogliere il Signore, fare silenzio per ascoltare la sua Parola, attraversare il dubbio nell’affidamento per fare ritorno a lui. Il vangelo di oggi ci parla di fede e incredulità: i dubbi del Battista divengono nutrimento della fede, perché vissuti nel decentramento da sé, nell’ascolto e nell’affidamento al Signore, che lo proclama “il più grande tra i nati da donna” (v. 11). È impegno di tutti i credenti essere testimoni di Gesù, indicare Gesù: questa è la grandezza di Giovanni Battista.
Trovandosi in prigione, Giovanni è attraversato dal dubbio circa il messianismo di Gesù, il suo modo di operare e annunciare Dio (v. 3). Nel tempo, l’attesa di un inviato da Dio (Messia in ebraico, Cristo in greco) capace di riportare pace e giustizia nel mondo, si era colorata di tinte fosche, diventando invocazione di una condanna rapida e severa per la liberazione dalla violenza e dall’oppressione.
Tutta la predicazione di Giovanni era stata invettiva e denuncia dell’ingiustizia e della falsità, intransigente e appassionato invito alla conversione a Dio (“un fuoco che brucia ciò che non serve, una scure che taglia ciò che è guasto”). Ma adesso, la drammaticità del momento lo porta ad un vacillamento della fede e ad un ripensamento che, poiché vissuti nell’ascolto e nella fiducia in Gesù, fanno nascere in lui “qualcosa di nuovo e più vero”. Gregorio di Nissa afferma che la vita cristiana va di inizio in inizio, attraverso inizi che non hanno mai fine.
Giovanni Battista si aspettava un Messia-giudice “ed invece Gesù è colui che ha suonato il flauto” (G. Bruni), come leggiamo più avanti al v. 17. Dolce e mite, in lui non c’è giudizio o condanna, la salvezza si compie facendosi vicino ai sofferenti, confortando nella malattia, accogliendo il povero.
Gesù, percorrendo vie che stravolgono i nostri pregiudizi e le nostre aspettative, realizza le promesse di Dio (v. 5).
Queste sono le parole rassicuranti che Gesù fa giungere a Giovanni e questo è il senso del v. 6 che, qui rivolto al Battista, vale per ognuno di noi, che fatichiamo a riconoscere nell’amore fedele che nessuno esclude, la forza che cambia e rinnova il mondo. Si tratta di un invito a aderire liberamente al Signore, a superare lo scandalo di un Messia povero e disarmato che sta coi peccatori, a discernere una sapienza ed un agire che possono apparire paradossali ma la cui verità sta nell’essere compimento delle promesse antiche.
Dal dubbio di Giovanni su Gesù si passa alla certezza di Gesù su Giovanni (v. 7 e ss.) che ne conferma la grandezza, interpellando la folla sul valore della sua fede e del suo annuncio. È stato la lampada che indica la luce, la voce che rinvia alla Parola, il predicatore del battesimo di conversione che prepara al vero battesimo in Spirito santo. Egli, più che profeta, in quanto testimone di Gesù (Gv1,6- 9; Gv1,29-36; Gv5,33-35) precursore e messaggero (vv. 9-10) resta però figura dell’Antico Testamento. Con la venuta del Messia si compie il regno di Dio e la salvezza è dono d’amore da accogliere e donare. Per questo, il più piccolo del regno che viene, cioè Gesù che si è fatto ultimo tra gli ultimi (Fil. 2, 5-11), è più grande di lui, in quanto testimone del Padre (Gv5,36: Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato).
Comunità Kairòs
Commento a cura di Monica
Fonte: Comunità Kairos (Palermo)
Letture della
III DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A
Colore liturgico: VIOLA o ROSACEO
Prima Lettura
Ecco il vostro Dio, egli viene a salvarvi.Dal libro del profeta Isaìa
Is 35,1-6a. 8a. 10
Si rallegrino il deserto e la terra arida,
esulti e fiorisca la steppa.
Come fiore di narciso fiorisca;
sì, canti con gioia e con giubilo.
Le è data la gloria del Libano,
lo splendore del Carmelo e di Saron.
Essi vedranno la gloria del Signore,
la magnificenza del nostro Dio.
Irrobustite le mani fiacche,
rendete salde le ginocchia vacillanti.
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto.
Ci sarà un sentiero e una strada
e la chiameranno via santa.
Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore
e verranno in Sion con giubilo;
felicità perenne splenderà sul loro capo;
gioia e felicità li seguiranno
e fuggiranno tristezza e pianto.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 145 (146)
R. Vieni, Signore, a salvarci.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.
Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri. R.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri. R.
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. R.
Seconda Lettura
Rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Gc 5,7-10
Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.
Parola di Dio
Vangelo
Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,2-11
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
Parola del Signore