Padre Alberto Maggi commenta il Vangelo di domenica prossima, 15 aprile 2018.
COSÌ STA SCRITTO: IL CRISTO PATIRÀ E RISORGERÀ DAI MORTI IL TERZO GIORNO
Per la comunità la parola e il pane sono il luogo dell’incontro con il Cristo risorto. È quanto ci scrive l’evangelista Luca nell’ultimo capitolo del suo vangelo, quello dell’incontro di Gesù con i discepoli di Emmaus dei quali vediamo ora le battute finali. Essi i discepoli di Emmaues, sono tornati a Gerusalemme, si sono riuniti con il resto della comunità e raccontano la loro esperienza che hanno avuto e di come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Luca è l’unico evangelista che nella cena di Gesù, dopo che Gesù ha preso il pane o lo ha spezzato e l’ha dato ai suoi discepoli ha aggiunto le parole “Fate questo in memoria di me”. È nello spezzare il pane che si manifesta la presenza del Cristo risorto, è il significato dell’eucaristia. Gesù, il figlio di Dio, si fa pane, alimento di vita perché quanti lo accolgono e sono capaci a loro volta di farsi pane spezzando la loro vita per gli altri facciano l’esperienza del Cristo risorto e avendo in loro la pienezza della condizione divina.
Mentre si parlavano scrive l’evangelista Gesù stette in mezzo a loro. Questa era la caratteristica delle manifestazioni di Gesù. Gesù si manifesta al centro della comunità, non davanti, non di sopra, il che significherebbe una gerarchia d’importanza delle persone che gli sono più vicine, ma Gesù è al centro e da lì non assorbe l’energia degli uomini, ma gli comunica le sue e le manda.
E dice Pace a voi, questo di Gesù non è un augurio, non è un invito. Gesù dice la pace sia con voi, ma è un dono. Quando Gesù si manifesta la sua prima azione è comunicare un dono di pienezza di vita. Sappiamo che il termine ebraico “shalom” indica tutto quello che concorre al bene e al benessere delle persone.
Ma i discepoli, scrive l’evangelista, sono sconvolti e pieni di paura perché credevano di vedere, la traduzione non è fantasma, ma spirito. Perché questo? Per loro la morte era la fine di tutto e non potevano credere che una persona potesse passare indenne attraverso la morte. Allora è Gesù che li deve rincuorare e addirittura Gesù li invita non soltanto a guardarlo, ma anche a toccarlo. Fa vedere le sue mani e i suoi piedi, è lo stesso Gesù che hanno conosciuto, ma con una caratteristica, dice sono io, letteralmente io sono, è il nome divino. Gesù vuole far comprendere ai suoi discepoli che la morte non solo non ha interrotto la sua esistenza, ma ora lo fa manifestare nella pienezza della condizione divina.
Ma loro sono restii a credere questo e Gesù addirittura deve invitarli a mangiare, a dargli qualcosa da mangiare e gli offrirono, scrive Luca, una porzione di pesce arrostito. Il pesce e il pane ci ricordano l’episodio della condivisione dei pani e dei pesci che anticipava il significato dell’eucaristia. Ancora una volta è nella condivisione generosa di quello che si è e di quello che si ha che si sperimenta la presenza del Signore.
I discepoli credono che Gesù sia uno spirito, ma Gesù si manifesta come una persona che ha la condizione divina. Questa non annulla la fisicità, ma la dilata, la trasfigura. San Paolo nelle sue lettere arriverà a parlare di corpo spirituale. Quindi è Gesù reale, veramente, che si manifesta ai suoi.
Poi Gesù ricorda le parole che aveva detto, ma che i suoi discepoli non hanno compreso, dice quando ero ancora con voi, ma Gesù è ancora con loro, solo che è in una maniera ora diversa, più intensa, le cose scritte su di lui nella legge di Mosè nei profeti e nei Salmi. Questa divisione di quella che è la sacra scrittura, tutta la sacra scrittura parlava di lui. Di cosa parla la sacra scrittura? Del progetto del Creatore sull’umanità che in Gesù si realizza pienamente. Ma perché questo venga capito occorre, scrive l’evangelista, aprire loro la mente. Una mente chiusa non può comprendere questa novità. Quindi l’azione di Gesù è quella di aprire loro la mente. San Paolo dirà che c’è come un velo sopra la scrittura e questo velo viene tolto attraverso Cristo. Cosa vuol dire questo? La scrittura va interpretata con lo stesso spirito che l’ha ispirata. E qual è lo spirito? L’amore del Creatore per le sue creature.
E poi il mandato finale di Gesù che si riallaccia all’inizio del vangelo con la predicazione di Giovanni Battista togliendo però il fatto del battesimo. Infatti le ultime parole di Gesù, il mandato che dà ai suoi discepoli è che nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli, indica tutti i popoli pagani, quindi il messaggio di Gesù è per tutta l’umanità, la conversione, la conversione significa un cambiamento radicale della propria vita, da non vivere più per sè, ma vivere per gli altri, per il perdono, non e il perdono. È la conversione che cancella, qui il termine perdono dei peccati, per peccati non si intendono le colpe che gli uomini commettono, ma la direzione sbagliata della propria vita che riguarda il passato. Quindi Gesù assicura che quanti cambiano orientamento della propria vita, non vivono più per sé, ma vivono per gli altri il loro passato è cancellato completamente.
E poi c’è un affondo di Luca che scrive cominciando da Gerusalemme. Gesù li manda ai popoli pagani, ma al primo posto tra questi popoli pagani che devono convertirsi è Gerusalemme, è la sede dell’istituzione religiosa la più bisognosa di convertirsi al vangelo di Gesù.
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
III DOMENICA DI PASQUA – ANNO B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 15 Aprile 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Bianco
- At 3, 13-15. 17-19; Sal. 4; 1 Gv 2, 1-5a; Lc 24, 35-48
Lc 24, 35-48
Dal Vangelo secondo Luca
35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. 36Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. 44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosé, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 08 – 14 Aprile 2018
- Tempo di Pasqua II
- Colore Bianco
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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