Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘santa Caterina da Siena’ a Firenze. Direttore del Centro Espaces ‘Giorgio La Pira’ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira – Firenze.
“Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti”. Paolo richiama la bella notizia comunicata alla comunità. E’ il vangelo da lui stesso ricevuto, annuncio essenziale della fede cristiana: Il Cristo risorto è il medesimo Gesù che ha vissuto la passione ed è morto sulla croce. Credere è radicarsi nell’incontro con il profeta di Galilea passato in mezzo a noi, nella sua storia e sorge il mattino di Pasqua quando la testimonianza delle donne apre ad un orizzonte al di là della storia: credere in Gesù Cristo è vederlo in modo nuovo come il Vivente che ha vinto la morte. L’evento della risurrezione è inscindibilmente legato alla morte, e di qui a tutta la vita di Gesù, al suo progetto testimoniato fino alla fine.
La risurrezione non è ritorno alla vita di prima e coinvolge ogni donna e uomo (da Adamo). Paolo accosta Cristo ad Adamo e lo indica come ultimo Adamo, compimento del dono di vita nella creazione di Adamo. Tutti siamo simili ad Adamo, tratti dalla terra, fragili, esposti alla morte, e Gesù è ultimo Adamo, immagine più alta a Dio. Possiamo accogliere la somiglianza di Gesù: “Come siamo simili all’uomo tratto dalla terra, così allora saremo simili a colui che è venuto dal cielo” (1Cor 15,47-49)
Maria è partecipe dell’umanità che ha in Adamo la sua origine ed è assunta nella vita della risurrezione, segno di consolazione e di speranza per tutti. Cristo è come la primizia nella primavera della storia, inizio di un grande raccolto e la sua risurrezione coinvolgerà tutta l’umanità: “come tutti gli uomini muoiono per la loro unione con Adamo, così tutti risusciteranno per la loro unione a Cristo. Ma ciascuno nel suo ordine. Prima Cristo che è la primizia, poi, quando Cristo tornerà, quelli che gli appartengono” (1Cor 15,23). Maria è, accanto a Cristo, primizia della nostra risurrezione.
Maria ha saputo leggere la presenza dell’azione di Dio nella sua storia. Ha risposto credendo alle chiamate di Dio nella sua vita. La sua esperienza ci dice che la vita nella condizione dei risorti inizia nell’ascolto che ci fa seguire la Parola di Dio ogni giorno nella vita. Tutta la sua esperienza è segnata da due dimensioni: la grazia che sperimenta come sguardo dell’amore di Dio per lei, e il servizio come risposta di donna coraggiosa e forte. E’ una dei poveri di Jahwè e guarda la storia dalla parte di chi è debole. Maria si è lasciata toccare dallo sguardo di amore di Dio per lei: “Ha guardato l’umiltà della sua serva” e ha vissuto la sua vita nella logica della risurrezione: “si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa in una città di Giuda”. In questo ‘alzarsi’ è racchiuso il senso profondo della sua vita’ ed è un alzarsi che la reca a rendersi disponibile nel servizio presso Elisabetta, la conduce a guardare il bisogno dell’altro e a mettersi in cammino, per scoprire nell’incontro la benedizione di Dio e la potenza dello Spirito. E’ una indicazione di come poter sperimentare sin d’ora come vivere nell’orizzonte della risurrezione.
Alessandro Cortesi op