Assunta per noi
Tutto quello che una madre fa, lo fa tenendo presente i propri figli e Maria nella Sua Vita non fa niente indipendentemente da Gesù suo figlio naturale e da noi suoi figli adottivi.
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Giunta alla fine della sua esistenza terrena anche Maria passa attraverso la morte, che però non la separa dai suoi figli adottivi per unirla unicamente al Suo Gesù, ma, passando attraverso la morte il Padre le concede di essere ancora più madre di tutti gli uomini, glorificando anche il Suo Corpo mortale e rendendolo capace, come quello di Gesù, di essere realmente vicino ad ogni uomo. Con la sua assunzione al cielo Maria non viene allontanata da noi, ma avvicinata a noi per cui abbiamo la possibilità di accedere a Lei in ogni nostra necessità.
Quest’anno la Chiesa vuole che abbiamo presente in particolare la figura di San Giuseppe, invitandoci così a vivere in comunione col falegname di Nazareth e necessariamente con i membri della sua famiglia, Maria e Gesù. Nessuna creatura è stata più vicino a Gesù di Maria e Giuseppe e quella comunione che si era stabilita tra la Madre e il Figlio nella casa di Nazareth continua ancor oggi dopo la morte di lei e la Sua Glorificazione. Quindi quest’anno più di sempre siamo invitati a pensare a Maria come ad un madre di famiglia, attenta a tutte le necessità e pronta ad intervenire.
E’ particolarmente bello pensare che l’ultima apparizione, ufficialmente riconosciuta, della Madonna sia avvenuta proprio versando lacrime da una semplice immagine posta a capo del letto di una giovane famiglia di Siracusa. Maria è presente nelle nostre famiglie e chiedersi quali sono i suoi desideri nei nostri confronti credo che sia l’inizio di una ricostruzione della famiglia che sta passando un periodo di grande difficoltà.
Quest’anno, quindi, contempliamo Maria Assunta in cielo per essere presente in ogni famiglia. La sua presenza non è soltanto per esortarci ad una passiva accettazione del male, ma per esortarci a lavorare come ha dichiarato Papa Wojtyla: “Maria è modello… per coloro che non accettano passivamente le avverse circostanze della vita personale e sociale, né sono vittime dell’alienazione, come si dice oggi, bensì proclamano con Lei che Dio è “vindice degli umili” e, se è il caso, “depone i potenti dai troni”.
San Giovanni Paolo II è maestro di come rapportarci a Maria e ci insegna che questa madre è interessata alla sorte dei popoli e alla pace del mondo. Agli stessi fanciulli di Fatima chiede di collaborare alla pace del mondo “Perchè finisca la guerra” con la recita del Rosario. Particolarmente toccante è la preghiera che lo stesso Santo Pontefice fece alla Vergine di Czestochowa in un momento particolarmente difficile per la sua Polonia. Parlando in prima persona, il Santo Padre, con termini carichi di pathos dice:
“Sono figlio di questa nazione e perciò ne sento profondamente tutte le nobili aspirazioni, il desiderio di vivere nella verità, nella libertà e nella giustizia, nella solidarietà sociale….. il desiderio di vivere la sua propria vita… la speranza di partecipare tutta intera alle decisioni sulla forma della propria vita comune”. Per il Papa, Maria è la madre che conduce verso il “dialogo sociale, vita comune”.
Per il Papa, la Vergine è una figura che conduce sempre ad un “dialogo sociale”, alla reciproca comprensione, alla negoziazione e mai alla violenza e alla rottura dei legami civili.
Maria è una Madre forte “Terribile come un esercito schierato a battaglia” per difendere i suoi figli e interessata a formare figli forti per la difesa della libertà e la pace.
Maria vede continuamente il volto del Figlio e del Padre e anche il nostro “gemente e piangente” e vive insieme a noi “in questa valle di lacrime” per sostenerci nel nostro impegno di lotta per il bene e riempirci il cuore di quell’amore che ci è necessario per sentirci sempre amati.