In questa 33.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il passo del Vangelo in cui, mentre alcuni parlano delle belle pietre che ornano il Tempio di Gerusalemme, Gesù parla della fine dei tempi caratterizzati da calamità naturali, segni terrificanti dal cielo e persecuzioni. Ma avverte di non lasciarsi ingannare da quanti diffondono profezie catastrofiste sulla fine del mondo. Poi, riguardo ai suoi discepoli, Gesù dice:
“Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”.
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del carmelitano, padre Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Siamo davanti alla grandezza del Tempio: Gesù avverte che non saranno le pietre a salvare le nostre vite, ma ben altro. È un linguaggio apocalittico, cioè intende parlare degli eventi futuri, conclusivi della storia, e con parole tipiche della mentalità ebraica di fronte al futuro: immaginato con tanta fantasia e con simbologie di catastrofi cosmiche. Però Gesù non vuole incutere paura, ma scuotere le coscienze, perché si viva con atteggiamento di impegno e speranza, di vigilanza e fedeltà . Dio certamente irrompe dal futuro, ma non per annientare furiosamente ogni cosa, ma per accogliere nel suo Regno tutti coloro che lo hanno amato e servito con cuore generoso e hanno creduto nella forza trasformatrice dell’amore e della solidarietà . A questo servono le parole di Gesù: incoraggiare ad andare incontro a Dio che viene, con fiducia e passione per il Regno atteso. Certi gruppi spirituali, frenetici nel sognare catastrofi e nell’alimentare ansie e paure, non hanno capito niente con le loro pseudoprofezie. Sono dei ciarlatani. Eppure tanti abboccano, nonostante che Gesù ci abbia fin da allora avvertiti. Ma perché ci sono tanti ingenui in giro che abboccano a queste fantasie malate?
Fonte: RadioVaticana