«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo»: la Parola che si è fatta carne, adesso si fa pane vivo. Occorre che la carne di ogni uomo, come la sua, viva della gloria di Dio. La gloria di Dio discende nella carne umana di Gesù fino all’oscurità della croce, per farsi carne da donare al mondo, per amare il mondo.
La gloria di Dio è l’Amore che si dona, che si fa carne per farsi pane, per donare vita piena. Adesso Gesù identifica il pane che dà la vita con la sua carne: mangiare il pane vivo disceso dal cielo, diventa “mangiare la carne” di Gesù (precisamente “mordere”, “masticare”, per sottolineare il realismo della partecipazione personale). “Mangiare la carne del Figlio dell’uomo” e “bere il suo sangue”, sono espressioni che appartengono chiaramente al linguaggio eucaristico.
È il senso dell’Eucaristia, esperienza viva della relazione di Amore che, attraverso la concretezza della carne di Gesù donata fino alla morte, risorge nella carne dell’uomo che crede, per renderla partecipe della bellezza della sua vita nuova.
Attraverso l’Eucaristia, si attua una relazione piena tra Gesù e il credente, perché possa sperimentare quel Dio che ha tanto amato il mondo da dare il proprio Figlio, perché il mondo viva. “Mangiare il pane vivo… mangiare il corpo”… Mangiare la carne, mangiare l’Amore, mangiare Dio: tutto è estremamente concreto e tutto è di una densità infinita. Mangiare l’Amore incarnato di Dio perché Dio continui a incarnarsi e la carne dell’uomo sperimenti la vita di Dio: l’amore dell’uomo diventi l’Amore di Dio e qui risplenda la sua gloria. Tutto è Dio e tutto è così concretamente umano. Tutto è stupendo: tutto richiede “soltanto” il coraggio di credere l’Amore infinito di Dio nell’oscurità della croce di Gesù.
(A cura dei Consultori di ispirazione cristiana)
Il cristiano: Eucaristia che cammina nel mondo.
Noi ti ringraziamo, ti lodiamo e ti benediciamo, Signore,
perché continui a manifestarti nel mistero della tua Chiesa.
In essa, Signore, tu vivi, in essa diffondi il tuo Spirito,
in essa diffondi la tua Parola, in essa guarisci,
in essa consoli le sofferenze degli uomini,
in essa e per essa ti crei un corpo visibile che è luce della storia,
segno e strumento di unità per il genere umano.
E noi che contempliamo volentieri la tua vita e la tua morte,
la tua passione e la tua gloria, ti chiediamo, Signore,
di poter contemplare il mistero del tuo corpo esteso nel tempo
e di contemplarlo come tua realtà.
Fa’ che possiamo conoscere la grandezza della speranza
alla quale ci chiami mediante la vita,
il servizio in questo corpo che è tuo e che diffonde
il tuo splendore nel tempo, nell’attesa della pienezza della gloria.
Per gentile concessione dell’Editrice AVE