Inizia la grande settimana. Ancora una volta, anche quest’anno.
La settimana più dura e più bella in cui, come credenti, contempliamo la totalità del dono che Dio, in Gesù, ci ha fatto. Contempliamo la radicalità dell’amore che fa di tutto pur di salvare chi ama. Quella che verrà proclamata durante la celebrazione eucaristica è una lunghissima pagina di Vangelo; e davanti ci scorreranno come fosse un film personaggi, storie, tradimenti.
Tanti i nomi – Pietro, Pilato, Caifa, Giuda, Giuseppe di Arimatea… – e tanti gli innominati – le donne, la folla, i malfattori, il centurione, gli apostoli, le figlie di Gerusalemme… –, e tra questi ci siamo anche noi. Ognuno trovi oggi il suo posto! Ce n’è per tutti: per chi crede e per chi condanna, per chi tradisce e per chi soffre, per chi colpisce e per chi subisce, per chi perdona e per chi è disorientato, per chi non comprende e per chi attende.
E su tutti e per tutti, c’è lui, la causa della nostra gioia, il senso della nostra vita: Gesù di Nazaret, Figlio di Dio, Maestro nell’amare, condannato perché bestemmiatore e ucciso come un criminale. Lui, il Condannato crocifisso, l’Atteso rifiutato, il Dio ucciso.
Cosa pensare di fronte a questo doloroso Vangelo? Vi auguro e mi auguro di sentirne il paradosso; di lasciarvi provocare dal non-senso, quello stesso non-senso che continua a caratterizzare anche le nostre storie. Vi auguro e mi auguro di non continuare a essere quei discepoli indolenti e spaventati che continuano a guardare da lontano, che articolano la loro fede al passato: speravamo, pensavamo, avremmo voluto.
Se lo stessimo ancora aspettando, la morte di Dio sulla croce, a questo punto, avrebbe già dovuto convincerci: dalla croce non si scende. Sulla croce si muore. Il Calvario non può essere guardato da lontano. Non possiamo continuare a sperare che altri provochino la risurrezione. Perché ci sia risurrezione ci deve essere morte. Perché ci sia vita, ci deve essere dono. Possa il Crocifisso risorto insegnarci a seguirlo fino in fondo, in gesti e parole che brillino per amore.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Seguirti fino in fondo
Noi ti acclamiamo, Signore,
cantiamo e lodiamo il tuo nome,
eppure i nostri gesti
non hanno la gratuità del tuo dono,
le nostre scelte non riescono
a far brillare quell’amore con cui tu ci hai amato.
Con la preghiera rispondiamo alla tua voce,
pronti come sempre a dirci tuoi discepoli fino in fondo,
ma poi chi di noi ti riconoscerà
lungo i sentieri scomodi del Calvario?
Insegnaci a seguirti, Signore Gesù.
Amen.