Commento al Vangelo di domenica 13 Giugno 2021 – mons. Giuseppe Mani

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Pieni di fiducia

Il cristiano deve essere caratterizzato dalla fiducia, avere il cuore pieno di ottimismo, essere testimone, profeta di speranza. E’ una bella scommessa … col rischio di perderla. Ma è un rischio che vale la pena correre, perché scommettiamo sulla Parola di Dio e Dio è di parola. Perché dobbiamo aver fiducia “pur essendo nel corpo, in esilio, lontano dal Signore” ?

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Perché Dio ha un piano preciso sull’umanità. Quando ha creato il mondo lo ha fatto da saggio architetto, sapeva cosa stava facendo ed aveva chiaro il piano che avrebbe realizzato: il suo Regno.

Il vangelo di oggi ci mostra come Dio è sempre all’opera per questa realizzazione, seminando esistenza e vita, perché tutto possa camminare verso di Lui.

Tutto ciò che esiste è parola di Dio viva ed efficace. L’universo con la sua esistenza è una Parola che Dio dice continuamente, incurante di chi lo ascolta, donando energia e vita sia a chi lo ama sia a chi lo ignora o addirittura la bestemmia. “Nella Potenza dello Spirito Santo fai vivere e santifichi l’universo” e i cieli cantano la tua gloria. Inconsciamente viviamo di questa fiducia, di questa “fede nella vita” che ci assicura che domani sorgerà un nuovo giorno che, indipendentemente dalla nostra volontà, avrà sole o pioggia e riprenderà la vita.

Non soltanto il creato materiale, ma anche la vita umana è frutto della Parola che Dio pronuncia e con cui crea. Ogni uomo è frutto della Parola di Dio, segno del suo passaggio e della sua semina. Ogni creatura è seguita personalmente da Lui, perché una volta uscita dalle sue mani non la abbandona più, ma la segue e la conduce con sapienza e amore.

E tutto questo Dio lo fa da vero Signore, non invadente, ma rispettoso della libertà personale di ogni creatura.

Parlando della semina, paragona la Sua Parola al più piccolo dei semi, quello della senape, che è destinata a diventare il più grande degli arbusti. Dio è sempre all’opera, viviamo in un giardino coltivato da Lui e da Lui seguito con cura. Come il seme di senape ha in sé la vita, ogni uomo ha in sé la vita, ma soprattutto “la fede nella vita”, la fiducia nell’esistenza che gli dà il coraggio per camminare, la forza di ripartire dopo le cadute e i vari fallimenti inevitabili.

Solo attraverso la fede si può scoprire questa realtà: “camminiamo nella fede, non ancora nella visione”, ci ripete San Paolo. Coloro che sono cresciuti nella fede, i mistici, riconoscono la realtà e vedono la terra come il giardino coltivato da Dio e tutte le cose opera della Sue mani. Francesco di Assisi viveva così e lodava il Suo Signore con tutte le sue creature che, essendo creature dello stesso Padre, chiamava sorelle e fratelli: “Laudato si’ mi Signore cum tucte le tue creature…” per cui era amico di tutte, anche di sorella morte che non gli faceva paura.

Questa è la ragione per cui lo stile del Cristiano non può non essere che quello della fiducia, della speranza e della gioia. Siamo continuamente seminati da Dio in un mondo destinato ad ospitare il Suo Regno per il quale Lui stesso lavora, seminando e coltivando il terreno. Tutto porta a Lui. La storia va verso di Lui, tutto cammina verso Cristo in cui saranno “ricapitolate tutte le cose”.

“La fede nella vita” è la premessa della fede in Cristo Gesù, Unico Salvatore dell’uomo. Gesù ci parla soltanto in parabole e nella nostra esistenza tutto è parabola di Lui.

Lo specifico del cristiano è di riconoscere la Parola di Dio in tutte le cose, saper decifrare le parabole con cui ci parla , interpretare i suoi silenzi e, come Gesù, scoprire anche la fede dove meno ce l’aspettavamo. Questo credo sia il punto di partenza di ogni ripresa della vita dopo la crisi e della vita religiosa anche in questo momento di secolarizzazione. Scoprire che Dio è all’opera nel mondo, che dona all’uomo la fede, che si manifesta in tante forme diverse da quelle canoniche con cui solitamente si esprime. Scoprire la fede presente nel mondo è indispensabile per i cristiani perché possano prendere coscienza che Dio li precede nel loro impegno di evangelizzazione e che arrivano dove Lui è già passato.

Per poter fare questo è necessario che i cristiani escano da se stessi ed entrino nel dinamismo “dell’uscita di Dio con cui provoca i credenti”, come scrive Papa Francesco (E.G. 20).

Lo Spirito Santo può condurre gratuitamente e senza condizioni alla fede cristiana; non aver chiaro questo significherebbe voler costruire personalmente e indipendentemente da lui il Suo Regno .

Per riconoscere la Sua Presenza in atto nel mondo i cristiani devono essere dei “Mistici”. E’ vero quello che scriveva il teologo Karl Rahner “i cristiani di domani o saranno dei mistici o non saranno”. E nella misura della loro esperienza mistica saranno anche Missionari, cioè rivelatori della Parola di Dio che è Gesù Cristo in azione per costruire nel mondo il Suo Regno.

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