Commento al Vangelo di domenica 12 marzo 2017 – mons. Giuseppe Mani

Per l’esperienza cristiana la pagina della trasfigurazione è centrale. Nel catino di tutte le chiese orientali viene riprodotta la trasfigurazione. Anche nella Gloria del Bernini nella Basilica di San Pietro, dove adesso è la vetrata della Colomba, lo Spirito santo, doveva esserci la scena della trasfigurazione. Ogni iconografo per la prima volta deve cimentarsi a fare l’icona della Trasfigurazione. Anche noi non possiamo non pensare alla stupenda tela di Raffaello nei musei vaticani che rappresenta la scena della Trasfigurazione.
La trasfigurazione non è uno strappo all’esperienza umana di Cristo ma è pienamente inserita nella sua storia terrena per esprimere un mistero che ci riguarda direttamente, quello della nostra crescita in Cristo, quello della nostra trasfigurazione.

Gesù, insieme ai tre apostoli sale sul monte e giunto sulla cima si mette a pregare. Mentre prega si trasfigura, cambia aspetto, diventa luminoso creando intorno a se un misterioso senso di benessere e di gioia. In questo contesto appaiono Mosè ed Elia a conversare con Lui. Finita la visione tutto tornò normale e gli apostoli “non videro altro che Gesù”. L’esperienza è un itinerario per noi. Siamo stati creati ad immagine di Dio ma come tutte le cose Dio ci ha lasciati incompiuti perché l’uomo possa completarci con la sua intelligenza e volontà. Sono bellissime le opere incompiute, penso alla pietà Rondanini e a quella di Firenze, penso all’incompiuta di Schubert, bellissime ma incompiute. Come bellissimo è un bambino ma deve crescere. E tutti noi “Dio ci ha scelti fin dalla creazione del mondo per essere santi e immacolati nell’amore”.

Nella trasfigurazione si nasconde il nostro proprio mistero della nostra assimilazione al Figlio di Dio che ha voluto farsi uomo, nascondendo la sua divinità sotto la sua umanità per far di noi dei Figli di Dio in Lui. Si è fatto uomo perché diventassimo dei come lui. E nella Trasfigurazione vediamo lo stato in cui saremo in cielo quando la manifestazione dell’anima immortale per natura, ma trasfigurata dalla grazia, ricolma della presenza di Cristo sarà simile a Lui vedendolo come Esso è.

Però dal momento della nostra incorporazione a Cristo attraverso il battesimo siamo entrati in una dinamica di trasformazione della nostra natura umana che di giorno in giorno , meglio, di croce in croce, è trasformata ad immagine del Figlio di Dio. Come Gesù, desiderare quella gloria a cui siamo destinati e pregare “E ora Padre glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te, prima che il mondo fosse”.

Raggiungere questa trasfigurazione personale , come è avvenuto nei Santi, esige il cammino che Gesù ci ha indicato per salire sul Tabor. Salire la montagna, pregare, conversare con la Bibbia Mosè ed Elia e lentamente, mentre stiamo con Cristo nella preghiera , lo Spirito Santo ci configura a sua immagine. Questo lifting spirituale trasformante esige una continua adesione di amore a Cristo.

Essere nel mondo la manifestazione della gloria di Dio, della bellezza di Dio è la prima condizione per l’evangelizzazione, si chiama testimonianza cristiana.“E’ la bellezza che ci salva” Ed è questa bellezza che salva il mondo quella che lascia trasparire un’anima piena di Dio, quindi piena di amore.
E’ evidente che il Cristiano deve essere bello, della bellezza di Cristo in maniera che chi lo incontra “Non veda altro che Gesù”.

Commento a cura di mons. Giuseppe Mani dal sito www.lamiavocazione.it

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II Domenica del Tempo di Quaresima

Mt 17, 1-9
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.

Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».

All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.

Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 12 – 18 Marzo 2017
  • Tempo di Quaresima II, Colore viola
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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