Commento al Vangelo di domenica 12 Maggio 2019 – Monastero di Marango

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ยซNoi ci rivolgiamo ai paganiยป: รจ una frase che ha cambiato la storia. Pronunciata da Paolo dinanzi ai Giudei che rifiutavano il suo annunzio della ยซparola di Dioยป, ovvero di Gesรน Cristo, essa rappresenta il cambiamento radicale della strategia della Chiesa. Fino a quel fatto nella sinagoga di Antiochia, l’annuncio cristiano era stato rivolto dagli Apostoli principalmente ai Giudei: ยซEra necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dioยป. Solo in realtร  particolari e in situazioni episodiche, grazie alla spinta dello Spirito Santo, si era cominciato a parlare del Vangelo alle persone che non provenivano dalla religione ebraica (cfr. At 11,19-26). Da ora in avanti, invece, la predicazione evangelica sarร  rivolta a tutti.

Non รจ il cambiamento di un piano pastorale: si parte dalla convinzione che ยซla parola di Dio non รจ incatenataยป (2 tm 2,9). Perciรฒ, se alcuni la rifiutano, questo รจ il segno che bisogna allargare gli orizzonti e avvicinarsi ai piรน lontani. Da un rifiuto รจ venuta una grande grazia (cfr. Rm 11,1-32), e noi ne possiamo godere in quanto non appartenenti, per origine, al popolo del Signore.
Oggi la partecipazione alla vita della Chiesa sta subendo un tracollo numerico: รจ sotto gli occhi di tutti. Invece di prolungarsi in piagnistei o sognare anacronistiche riconquiste, bisogna fare come i primi cristiani di cui ci parla il libro degli Atti degli Apostoli: bisogna rivolgersi ad altri orizzonti umani, caratterizzati dall’esclusione religiosa e dalla povertร  umana. รˆ cosรฌ che la Chiesa si รจ diffusa in tutto il mondo per far conoscere Gesรน Cristo. La religione tende spesso a chiudere, la fede, invece, poichรฉ ricerca l’uomo nella sua ricerca di Dio, รจ sempre aperta a nuove strade.
Anche la seconda Lettura – parlando del frutto della Pasqua che รจ ยซuna moltitudine immensa, che nessuno poteva contareยป, conquistata alla partecipazione alla vita divina – parla di un superamento di ogni frontiera.

Perchรฉ l’ampiezza non รจ data tanto dal numero incalcolabile, ma dalla provenienza da ยซogni nazione, tribรน, popolo e linguaยป. Significa che possono godere della salvezza tutti coloro che venivano considerati, per la loro origine e condizione, esclusi da essa: รจ questa estensione senza limitazioni umane e religiose che rende vasto l’orizzonte della fede.

Tutto ciรฒ rivela l’efficacia della Pasqua di Cristo: la sua incisivitร  sulla storia. A tutti gli uomini รจ donato di partecipare alla vita di Dio, rappresentata dalle ยซvesti candideยป, rese tali dal ยซsangue dell’Agnelloยป: la sua morte e risurrezione ha liberato l’uomo dalla definitivitร  del male e lo ha aperto al bene di Dio. Per questo, tutti coloro che partecipano a questa ยซmoltitudine immensaยป presta un culto perenne a Dio, perchรฉ il Signore abita ormai in mezzo a loro (ยซStanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderร  la sua tenda sopra di loroยป). Le loro esigenze spirituali di vita, di veritร  e di giustizia saranno abbondantemente soddisfatte (ยซNon avranno piรน fame nรฉ avranno piรน seteยป), perchรฉ il Signore Gesรน, l’Agnello, orienterร  la loro vita umana alla pienezza (ยซSarร  il loro pastore e li guiderร  alle fonti delle acque della vitaยป). รˆ Dio stesso che, cosรฌ, si assume tutto il dramma e la pena umana, perchรฉ l’uomo, in qualsiasi condizioni si trovi, possa guardare con fiducia alla sua vita (ยซE Dio asciugherร  ogni lacrima dai loro occhiยป).

Al tempo dell’Apocalisse, come al nostro tempo, la storia sembra consegnata nelle mani degli interessi di chi detiene ed esercita un potere che cura il proprio successo: pensiamo, oggi, al tema dell’ecologia, della giustizia, dell’economia, dell’uguaglianza. In veritร , nel Signore e nella Pasqua di Gesรน Cristo รจ avvenuto il totale ribaltamento della storia: questi poteri non hanno piรน il potere di vincere in maniera definitiva. Dio realizza il cambiamento che apre un nuovo futuro. Sta ai cristiani crederlo, viverlo e annunciarlo.

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Sulla stessa linea รจ il brano del Vangelo. Dio esercita un potere vittorioso nella storia: il potere dell’amore. Gesรน parla degli uomini come di pecore che nessuno puรฒ strappare dalla sua mano e da quella del Padre. Ebbene, la ยซmanoยป รจ simbolo, in Giovanni, dell’amore dato e ricevuto: ยซIl Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosaยป (Gv 3,35); ยซGesรน, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle maniยป, cominciรฒ a lavare i piedi ai discepoli, segno di amore (Gv 13,3ss). รˆ cosรฌ che siamo tenuti dal Signore. E questo non determina un’appartenenza identitaria, ma una coscienza che non c’รจ peccato che possa strapparci da tale mano. La fede non รจ un antidoto contro il peccato, nรฉ un’assicurazione contro il male, รจ, invece, la sicurezza che siamo tenuti per mano sempre, e soprattutto quando sperimentiamo la caduta: ยซIl Signore rende sicuri i passi dell’uomo. Se egli cade, non rimane a terra, perchรฉ il Signore lo sostiene per la manoยป (Sal 37,24).

Ma Gesรน puรฒ affermare queste cose – proponendoci cosรฌ di affidarci senza riserve a Lui – non perchรฉ fosse convinto di avere dei super poteri o perchรฉ si sentisse depositario di grandi onori, ma per il suo rapporto con il Padre. Quando, alla fine del brano, Egli afferma ยซIo e il Padre siamo una cosa solaยป, Gesรน rivela di essere in grado di custodire e di non perdere nessuno, tenendo tutti per mano, perchรฉ รจ convinto di rimanere fondamentalmente nella relazione con il Padre, e, in questa relazione di amore, ogni credente รจ chiamato ad entrare e ad abitare. Gesรน non ci comunica una forza, ma chi partecipa una relazione: quella del suo essere Figlio con il Padre celeste. รˆ questa la ยซsalvezzaยป, da portare ยซfino all’estremitร  della terraยป.

A cura di Alberto Vianello – Monastero di Marango