Quando è SI’ che sia SI’, quando è NO che sia NO: siamo dinanzi al dramma della nostra vita: la possibilità di scegliere e di scegliere veramente. Siamo capaci di scegliere ma abbiamo l’esperienza di tergiversare, siamo portati a non scegliere o a scegliere a metà o a scegliere tutto e il suo contrario. Eppure dobbiamo scegliere bene. Da sempre ci è posta dinanzi l’alternativa “Ecco io metto davanti a te la vita e il bene, la morte e il male….. Scegli dunque la vita”(Dt. 30,19) E a bibbia ci racconta le conseguenze delle buone e delle cattive scelte.
Ovviamente per scegliere, soprattutto in materia importante, si sente il bisogno di riferimenti. La legge che Dio diede a Mosè non aveva altro scopo che questo. Dio, dinanzi all’uomo sua creatura fa un atto di grande amore e attende una risposta all’altezza di questo dono. La legge che Dio diede all’uomo non aveva altro scopo che quello di aiutarlo a rispondere adeguatamente alla confidenza e all’amore di Dio. Per questo la legge non può imporsi, spetta all’uomo confrontarsi come dice il Signore “Se tu vuoi puoi osservare i comandamenti, dipende dalla tua scelta restare fedele”(Sir 15,15)
La saggezza della Scrittura. La legge non s’impone ma soprattutto serve con profitto a chi si sottomette in coscienza. L’obbedienza servile non serve a niente. L’atteggiamento giusto dinanzi alla legge è questo: la legge cose mi suggerisce di fare? Sarebbe illusorio cercare la risposta ad ogni problema come per magia. Al contrario la legge richiama ad un ascolto costante “Beato l’uomo che si compiace della legge del Signore e la medita giorno e notte”. Quando si parla della legge non si considerano soltanto i dieci comandamenti ma l’insieme dei primi cinque libri della Bibbia: il Pentateuco.
La chiave per capire la legge del Signore non è la paura, la servitù, l’alienazione, al contrario è il “timore del Signore”che è tutt’altro che la paura di Dio ma piuttosto il rispetto di una gerarchia di valori che devono essere osservati nelle nostre scelte a seguito di un ordine che esiste tra le cose di cui Dio è Colui da cui tutto procede. E’ Lui che chiama tutto all’esistenza e da senso a tutto.. E’ l’amore che crea tutta la vita e fa l’uomo a sua immagine. Lo studio della scrittura è più alto di un sapere teorico ”Tutto nella testa”, ma piuttosto la sapienza di un cuore attento che vuole andare oltre il compimento e la libertà.
Lo spirito della legge. Il lungo discorso che abbiamo sentito oggi nel Vangelo di Matteo dice la stessa cosa. La perfezione non è quella di osservare alla lettera tutte le prescrizioni di Mosè. Dobbiamo certo continuare a interrogarci sulla legge di Mosè ma alla luce dell’insegnamento di Gesù: un comandamento è osservato soltanto quando si va in fondo a ciò che ci è chiesto.
La legge non è osservata soltanto quando risponde alle sue esigenze di giustizia ma quando va fino all’ultima esigenza di amore. Soprattutto porta frutto quando non si compiace di ammirare se stesso, ma quando fa il bene semplicemente perché è bene e bisogna farlo. Gratuitamente! Come Gesù stesso ha praticato la legge.
Ma questo è troppo. Riusciremo? Quante volte proponiamo e poi ci troviamo in contradizione con le migliori soluzioni? Con rischio di scoraggiarci. Il vangelo di oggi ci aiuta: bisogna camminare con determinazione sul cammino del bene della giustizia e dell’amore; ma anche con perseveranza e pazienza: si, sul cammino pieno di buche e di difficoltà.
Ma questo non ci deve spaventare e il Signore ci dice di non lasciarci indebolire dal compromesso dell’indeterminazione: “Che il vostro SI’ sia SI’ e il vostro NO sia NO”. Poco importa il numero delle volte in cui dobbiamo ridire il nostro SI’ se si converte in NO; la misericordia avrà sempre ragione della nostra debolezza e delle nostre lentezze se non rifiutiamo di fare appello al Signore.
Commento a cura di mons. Giuseppe Mani dal sito www.lamiavocazione.it
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VI Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
- Colore liturgico: verde
- Sir 15, 16-21; Sal. 118; 1Cor 2, 6-10; Mt 5, 17-37
Mt 5, 17-37
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 12 – 18 Febbraio 2017
- Tempo Ordinario VI, Colore verde
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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