Commento al Vangelo di domenica 11 marzo 2018 – mons. Giuseppe Mani

Dio salva

Le letture di questa domenica pongono un problema alla nostra fede: i guai che ci affliggono sono una punizione di Dio per i nostri peccati o no? E’ stato detto che perfino il terremoto era mandato da Dio per punirci. Certamente tra la concezione di Dio che “fa scontare i suoi sabati violati” come si legge nella prima lettura tratta dal libro delle cronache e l’affermazione di Giovanni “Dio ha mandato suo Figlio nel mondo non per giudicare il mondo ma per salvarlo per mezzo di Lui”, come ha salvato il suo popolo dal morso dei serpenti nel deserto, appare la convinzione che “Dio è ricco di misericordia” (Ef 2,4).

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Tutte le volte che ci troviamo dinanzi alle sofferenze dovute alle ingiustizie e ai capricci dei potenti dobbiamo disfarci dell’idea troppo corta di Dio. Dinanzi al male del mondo possiamo addirittura arrivare a pensare che Dio non esiste o addirittura che è la sua opera di giustiziere che ci fa soffrire. E’un’idea troppo corta di Dio che dobbiamo allontanare e vedere invece le possibilità che Dio ci ha donato.

Le avventure della libertà. Chiamando Dio Padre riconosciamo che Dio ci ha creati liberi e che la libertà è una forza prodigiosa di realizzazione e di amore. “Dio ci ha creati in Cristo perché facessimo opere buone” (Ef 2,10) Una vita vale per l’uso che fa della sua libertà. In forza della libertà creatrice ha la possibilità di realizzare il più grande amore, la più grande condivisione. In forza di questa libertà ha addirittura la possibilità di perdonare. La libertà è creatrice e possiamo segnare ogni giorno le opere della nostra libertà. Ma per il fatto che è libertà può rivolgersi su se stessa ed essere utilizzata per il proprio egoismo.

Per poco che si possa riflettere si può capire che Dio non è il responsabile delle nostre calamità, ma basta pensare che la storia umana è un intreccio di milioni e milioni, di miliardi di libertà umane che attraverso i secoli hanno costruito pace e giustizia ma dolorosamente anche “hanno preferito le tenebre alla luce” decidendo di prendere il cammino dell’egoismo. La nostra storia attuale è il risultato di tutte queste avventure di libertà. E’ il mistero stesso della vita e della storia, il mistero stesso del male. E’ anche il mistero della speranza che ogni giorno si accende nel cuore.

L’amore, verità della libertà. La potenza del male che oggi vediamo ci dimostra la potenza della libertà e ci dimostra cosa può una libertà tutta intera rivolta verso il suo compimento, verso la libertà, verso la realizzazione dell’amore. Il Vangelo ci dice: “colui che agisce secondo la verità viene alla luce perché le sue opere siano riconosciute come le opere di Dio.” Gesù è venuto tra noi per dimostrarci fino a che profondità il cuore umano è libero di amare. “Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo Figlio unico”.

Gesù però non ci ha dato una lezione di morale ma ha vissuto la nostra vita, le nostre contingenze, ha conosciuto la tortura e la prigione, la morte e in tutto questo ha affermato la potenza della libertà umana proponendoci la parte più tenebrosa dell’esistenza ma non soltanto questa ma ci invita ad impegnare il nostro amore e a proporre l’esempio di una libertà come forza liberante a tutti i nostri fratelli perché scoprano che “Dio è ricco di misericordia” e che ottengono la vita eterna attraverso la fede in colui che ci ha salvati: Gesù Cristo.

Commento a cura di mons. Giuseppe Mani dal sito www.giuseppemani.it

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
della IV Domenica del Tempo di Quaresima – Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 11 Marzo 2018 anche qui.

Gv 3, 14-21
Dal Vangelo secondo Giovanni

14E come Mosé innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. 16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. 19E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. 21Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 11 – 17 Marzo 2018
  • Tempo di Quaresima IV
  • Colore Viola
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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