La Trinità, un mistero rivelato nella notte
Giunti a questa domenica, nella Solennità della Trinità, sembra spesso più comodo parlarne con parole di altri come fossero luoghi comuni “è un mistero insondabile”, “non ne possiamo capire la profondità”, “non ne comprendiamo la natura”, pensando di poter lasciare tutto nella sfera del “mistero” così da non esserne troppo compromessi, cadendo nell’errore di attribuire al concetto di “mistero” il significato di un “misterioso, quasi tenebroso”.
Per il cristiano invece mistero non è un film giallo di cui scoprire l’assassino finale, e non è neppure qualcosa di cui non avremo mai una risposta, rispetto al mistero spesso erriamo nella comprensione, non perché sbagliamo la risposta, ma la domanda.
[ads2]Il mysterion in greco, è in sintesi un simbolo di qualcosa che rimanda ad una verità molto più grande, il mistero cristiano non è quindi qualcosa che resterà per sempre sconosciuto, ma la certezza di qualcosa sempre da ricercare, da riconoscere lì dove si rivela quotidianamente a partire dal giorno nuovo della Pasqua, la storia.
Siamo al capitolo terzo del Vangelo di Giovanni, un capitolo molto importate, di svolta, un testo in cui tutto inizia di notte, quando Nicodemo, uno dei capi della sinagoga, si reca da Gesù per un colloquio personale.
La notte diventa quindi tempo e luogo teologico in cui il credente, ogni credente è chiamato a fare il proprio cammino di fede, tempo e luogo in cui si realizza quell’incontro esistenziale ed esperenziale in grado di cambiare la vita.
In questo lungo colloquio Gesù non risponde direttamente alle domande che Nicodemo gli pone, così come anche noi non troviamo risposte matematicamente calcolabili in grado di spiegarci la Trinità secondo categorie tecnologiche a noi comprensibili, ma l’invito è spostarsi su un altro piano, “rinascere dall’alto”.
Gesù attraversa con Nicodemo questa notte a colloquio, per accompagnarlo fuori dal bisogno di risposte, per entrare nelle dimensione della ricerca del desiderio del Padre su di lui, “bisogna rinascere di nuovo”.
Il mio augurio per questa domenica è proprio questo, che ciascuno come Nicodemo possa attraversare la notte alla riscoperta di questo grande mistero di desiderio.
Buona domenica a tutti!
Sr. Myriam (Miriam D’Agostino) del Monastero Benedettino di Sant’Anna – Bastia Umbra
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Santissima Trinità
- Colore liturgico: Bianco
- Es 34, 4-6. 8-9; Dn 3,52-56; 2 Cor 13, 11-13; Gv 3, 16-18
Gv 3, 16-18
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 11 – 17 Giugno 2017
- Tempo Ordinario X, Colore bianco
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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