Commento al Vangelo di domenica 11 Aprile 2021 – p. Alessandro Cortesi op

631
p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘santa Caterina da Siena’ a Firenze. Direttore del Centro Espaces ‘Giorgio La Pira’ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira – Firenze.

La prima lettura presenta un quadro sintetico della vita della primitiva comunità cristiana in cui con tratti idealizzati è descritto il comune impegno di una vita comune: la fede nel Cristo risorto genera una vita nuova condotta nella condivisione dei beni e nella testimonianza comune della risurrezione: “La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo ed un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune… Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano”.

Il cuore da cui scaturisce la vita di questa comunità è la risurrezione di Gesù: “Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù”.

Anche la seconda lettura pone in risalto come la fede nel Signore risorto genera una comunione con lui e con gli altri: “Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato”. La fede nella risurrezione di Cristo orienta a centrare la vita nel Dio della vita. Da qui sgorga anche la corrente di un amore aperto per costruire con itinerari di fraternità. L’evento della risurrezione è germe di un mondo nuovo che sta crescendo nella storia e che chiama ad essere responsabili.

Al cuore del passo del vangelo è situata una beatitudine rivolta a tutti coloro che, senza vedere, crederanno: “Beati quelli che, pur non avendo visto crederanno” .

Il IV vangelo presenta vari itinerario del credere e qui Tommaso lo vive in rapporto alla risurrezione: è l’apostolo che, come tutti gli altri e pure a modo proprio, vive la fatica del credere e diviene esempio di un cammino. La sua esperienza è presentata come simbolo del percorso di ogni discepolo: è spinto infatti a passare da una fede tesa a trovare verifiche ed evidenze, ad un credere che si affida alla testimonianza.

In questo racconto di di apparizione di Gesù in mezzo ai suoi dopo la risurrezione due aspetti particolari sono evidenziati: il Risorto, che si presenta donando la pace e lo Spirito è il medesimo Gesù incontrato prima della Pasqua, colui che ha vissuto la sofferenza e la morte. Non è un altro: la gloria della risurrezione non sta senza il passaggio attraverso la passione e la morte: “Detto questo, mostrò loro le mani e il costato”. Risponde al desiderio di Tommaso e fa cogliere la continuità tra il suo cammino prepasquale e la sua vita nella condizione di Risorto. Nel medesimo tempo si dà ad incontrare in mood nuovo e diversamente: la sua presenza non è come quella di prima. Ora egli chiede di essere incontrato nella fede, genera una gioia profonda nel cuore: l’incontro con lui sarà vissuto nell’accogliere la missione che egli affida e nel vivere i doni dello Spirito e della pace.

Il IV vangelo intende suggerire che gesù è il medesimo che ha percorso le strade della Palestina, che ha annunciato il regno di Dio ed è stato ucciso sulla croce, e nello stesso tempo egli è diverso, è il Risorto, che fa entrare i suoi in una nuova comunione con lui.

Come sul primo uomo Adamo Dio aveva alitato un soffio di vita (Gn 2,7), come sulle ossa aride della visione di Ezechiele era stato invocato il soffio dello Spirito per vivificare quei morti (cfr. Ez 37) così Gesù soffia sugli apostoli. Comunica loro lo Spirito quale dono della Pasqua: una nuova creazione che ha inizio. Sulla croce l’ultimo respiro di Gesù era stato la consegna dello Spirito Santo (Gv 19,30). Ora lo Spirito è donato con la missione di continuare l’opera di Gesù del perdono dei peccati.

“Come il Padre ha mandato me così anch’io mando voi”: l’invio degli apostoli ha le sue radici nella missione del Figlio da parte del Padre, affonda le sue origini nel mistero della vita trinitaria e vive nel soffio dello Spirito che è dono della Pasqua. La missione del Padre genera l’invio e manda gli apostoli ad essere continuatori dell’opera di salvezza di Cristo. Vivere nel soffio delo spirito e testimoniare la pace è per i credenti accogliere il dono della risurrezione e farsene responsabili nella storia.

Alessandro Cortesi op

Fonte