I testi di questa domenica sono difficili per un fatto: parlano della Resurrezione, pietra d’inciampo della fede.
In sintesi si ha la sensazione che la vita eterna non salva la vita attuale ma gli succede completamente estranea a ciò che siamo e viviamo.
Cominciamo con l’universo della Resurrezione. E’ impossibile rappresentarci la vita eterna. Per noi è una semplice affermazione di fede non una descrizione. La scrittura ci propone delle immagini di gioia: banchetti, nozze ecc. ma non sono che delle immagini che vogliono dirci soltanto una cosa: benessere. Ma ci sono diversi modi per concepire questo benessere. Il più comune è disastroso: la salvezza portata da Cristo ci introdurrebbe in un universo che non avrebbe più niente a che vedere col nostro: “un altro mondo”. La vita attuale sarebbe una specie di esame di passaggio, di prova. Una volta passato l’esame lo studente può riporre i sui libri e dimenticare l’anno di studio.
In questa prospettiva la vita attuale perde tutta la sua consistenza e il suo valore: essa non è “salvata”. Tutto ciò che è salvato è l’uomo nudo, privo della sua storia. Credo invece che tutto ciò che è salvato è tutto l’uomo con la sua storia. E’ il tempo, il nostro tempo. Tutto ciò che è esistito è vivente davanti a Dio, per Lui tutto è attuale. E’ dunque questo nostro mondo che è salvato (non c’è che un mondo: il nostro) anche se diventa un altro, è trasfigurato. Niente di ciò che siamo e facciamo è perduto. O piuttosto tutto ciò che comporta la minima particella di amore perché il resto non esiste.
“Essi non si sposeranno”. Gesù collega il matrimonio alla morte. Ciò vuol dire che la nostra maniera di vivere la relazione uomo-donna, come la maternità e la paternità porta l’impronta della morte da coniugare e da sormontare. Rifugio contro la precarietà, la solitudine che è l’anticipazione della morte. Generare è sopravvivere come costruire edifici o anche opere d’arte letteraria. E’ impossibile che “essi non si sposeranno” sia una privazione perché tutto ciò che viviamo è salvato e trasfigurato. Possiamo concludere che al di la della morte ciò che la coppia umana ha cercato di realizzare con la relazione sessuale si è compiuto. La relazione dell’uomo e della donna non ha più questa distanza da superare, questo fossato da riempire. Non c’è più questa incompletezza dell’uomo solo, e della donna sola. In breve: ciò che l’amore attuale cerca di realizzare è donato in pienezza. Senza dubbio il piacere è una anticipazione attuale di questo compimento, come da parte sua lo è la castità. In un altro modo la profezia. La relazione uomo donna non è soppressa ma completata. Oggi è segnata da una incompletezza che non mancherà più.
Il Dio dei viventi. “Lasciatevi confortare da Cristo Gesù”. La seconda lettura è tutta tesa verso l’avvenire (le parole : gioiosa speranza, concludere la corsa: i verbi al futuro; e infine “che il Signore conduca i vostri cuori all’amore di Dio e nella pazienza di Cristo”). Andiamo verso la vita e questo non è facile da credere perché andiamo verso Dio e Dio è la vita: la vita che fa vivere. Questa vita non è la negazione di ciò che viviamo adesso: ne è il compimento.
Fonte – il sito di mons. Giuseppe Mani
Letture della
XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Il re dell’universo ci risusciterà a vita nuova ed eterna.
Dal secondo libro dei Maccabèi
2 Mac 7,1-2.9-14
In quei giorni, ci fu il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite.
Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: «Che cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri».
[E il secondo,] giunto all’ultimo respiro, disse: «Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna».
Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani, dicendo dignitosamente: «Dal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perché da lui spero di riaverle di nuovo». Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture.
Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. Ridotto in fin di vita, egli diceva: «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita».
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 16 (17)
R. Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto.
Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c’è inganno. R.
Tieni saldi i miei passi sulle tue vie
e i miei piedi non vacilleranno.
Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole, R.
Custodiscimi come pupilla degli occhi,
all’ombra delle tue ali nascondimi,
io nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua immagine. R.
Seconda Lettura
Il Signore vi confermi in ogni opera e parola di bene.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
2 Ts 2,16 – 3,5
Fratelli, lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.
Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore corra e sia glorificata, come lo è anche tra voi, e veniamo liberati dagli uomini corrotti e malvagi. La fede infatti non è di tutti. Ma il Signore è fedele: egli vi confermerà e vi custodirà dal Maligno.
Riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore: che quanto noi vi ordiniamo già lo facciate e continuerete a farlo. Il Signore guidi i vostri cuori all’amore di Dio e alla pazienza di Cristo.
Parola di Dio
Vangelo
Dio non è dei morti, ma dei viventi.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 20, 27-38
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Parola del Signore
Oppure forma breve Lc 20,27.34-38
Dio non è dei morti, ma dei viventi.
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, disse Gesù ad alcuni sadducèi, i quali dicono che non c’è risurrezione:
«I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio.
Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Parola del Signore