Nel deserto Gesù viene messo alla prova per quaranta giorni. La prova a cui è sottoposto riguarda la declinazione della sua filialità.
Gesù è preso tra due fuochi: quello della “via diabolica” alla filialità, la via larga, e quella dello “sta scritto” alla filialità, la via stretta. In sintesi, il divisore propone a Gesù di rendersi un messia accettabile: diventa un messia che risolve il tuo e l’altrui problema della fame, un messia governatore dei regni della terra a fin di bene e un messia autore di gesti religiosi da scolpire nell’immaginario popolare, indici della sicura e complice presenza di un Dio con te, a tuo favore.
Il Padre, il solo adorato, il solo ascoltato, il mai messo alla prova, è non solo l’origine della sua filialità-messianicità, ma l’indicatore del come esercitarla. Nella lucida consapevolezza che la via del tentatore dai molti volti e dai molti nomi finisce per ridurre l’uomo a stomaco, a gregario del potere, ad alienato religioso. Via a cui Gesù non si prostra.