UOMINI IN CERCA DI GESÙ
Immaginiamo la scena: una casa della Galilea dove Gesù è ospitato, e attorno a lui si ammassano tutte quelle persone che hanno già ascoltato i suoi insegnamenti e visto le guarigioni di tanti infermi. O hanno sentito raccontare da altri.
• Quel giorno si trovano attorno a Gesù:
- gli apostoli, che da poco tempo ha scelto, e ora lo seguono dappertutto;
- la folla, accorsa dalle città e paesi di Galilea in gran numero;
- i soliti scribi sospettosi, arrivati da lontano, da Gerusalemme;
- e un gruppetto di persone che non ci aspetteremmo, e che l’evangelista ha indicato come «i suoi». Cioè i parenti di Gesù, secondo le genealogie umane.
- E a un certo punto, racconta l’evangelista, si intravede in disparte anche la sua mamma, Maria santissima.
Ognuna di quelle persone era lì da Gesù per propri motivi particolari.
- Gli apostoli, scelti da lui, già avevano deciso di seguirlo.
- Gli scribi avevano ricevuto dai loro capi il compito di studiare Gesù con attenzione, di valutarne le idee, verificare fino a che punto fossero pericolose.
- Le folle risultavano quanto mai composite: molti erano solo curiosi di vedere e sentire. Ma c’erano anche individui spiritualmente inquieti, di buona volontà, interessati a capire ed eventualmente disposti a seguire il nuovo maestro.
Così Gesù si trova come immerso e frastornato in quel bagno di folla che lo travolge, e non gli lascia neppure prendere cibo. E che cosa accadrà, in tutto quell’affaccendarsi di tante persone?
- I «suoi», cioè i parenti venuti da Nazaret, devono aver ricevuto notizie allarmanti a suo riguardo, al punto che pensano: «È fuori di sé». E temono per lui. Sono accorsi spinti dalla voce del sangue, con buone intenzioni. Vorrebbero aiutarlo, difenderlo dall’abbraccio stritolante di quella folla.
- Gli scribi stanno giudicando Gesù nel peggiore dei modi. Dicono: «È posseduto da Beelzebùl, e scaccia i demoni per mezzo del principe dei demoni». Beelzebùl era uno dei tanti nomi con cui veniva designato il diavolo. Quell’antica parola di per sé significa «Signore delle mosche», o peggio «Signore del letame». (Tra parentesi: “Signore delle mosche” oggi è il titolo di un romanzo di successo. Chi avesse letto il romanzo sa che non è affatto un complimento, quello che gli scribi rivolgono a Gesù chiamandolo in quel modo).
Per noi è difficile capire perché gli scribi danno quel nome, Beelzebùl, a Gesù. Non fosse altro, perché dai racconti degli evangelisti risulta che con una certa frequenza Gesù liberava degli indemoniati dalla soggezione al maligno. In più, la gente allora aveva idee piuttosto rozze riguardo alle infermità: non pensava – come noi oggi – che le malattie fossero l’effetto di virus e microbi, o la degenerazione di tessuti o di organi vitali. Tutti pensavano che le malattie fossero provocate tutte da qualche spirito cattivo. Anche gli scribi accorsi da Gerusalemme, pur essendo uomini di cultura, erano portati a vedere demoni dappertutto. E ritenevano Beelzebùl il loro capo.
Perciò arrivarono alla conclusione: se Gesù guarisce tante infermità, è di sicuro perché tra lui e Beelzebùl ci dev’essere una certa qual connivenza, una specie di alleanza, qualche patto segreto. Insomma, ritengono che Gesù «scaccia i demoni per mezzo del principe dei demoni».
Da questo quadro risulta chiaro che per la gente di Palestina era difficile capire chi fosse realmente Gesù. Di fatto ognuno lo giudicava a modo suo, secondo le proprie convinzioni, i pregiudizi, e magari secondo i propri interessi.
- I più a posto erano di sicuro gli apostoli. Pieni di meraviglia, sentivano Gesù loro amico, e cominciavano a volergli bene.
- La folla invece era mossa soprattutto da curiosità per i prodigi che operava.
- Il parentado di Gesù per parte sua sarebbe stato felice di riportare nel proprio ambito quel personaggio (tutto sommato, uno dei loro) che d’improvviso era diventato tanto famoso.
- Quanto agli scribi, ormai vedevano in Gesù solo un nemico, che diffondeva dottrine pericolose per la nazione. E per di più metteva a nudo le loro ipocrisie.
Ma Gesù non poteva accettare questi giudizi contraddittori sul suo conto, e cercò di aiutare un po’ tutti ad aprire gli occhi. Per prima cosa, dice l’evangelista Marco, chiamò gli scribi a parte e spiegò loro che se Satana scaccia Satana, si dà la zappa sui piedi. Il suo regno risulta diviso, non può reggere a lungo, e finirà per crollare. Gesù spiega che per avere ragione di Satana occorre essere più forti di lui. Che se lui scaccia gli spiriti immondi, è perché è mosso dallo Spirito di Dio. Sarebbe una conclusione logica. Invece gli scribi non ci arrivano, e un giorno metteranno in croce Gesù.
Ma quel giorno lontano Gesù – con un colpo d’ala suggestivo – si rivolge anche a quelli che lo seguono con buone intenzioni, docili nell’ascolto della parola di Dio, e ha per loro parole di incoraggiamento. Erano seduti in cerchio attorno a lui. Ed ecco quelle sue poche battute, folgoranti.
- Lo avvertivano: «Tua madre e i tuoi fratelli sono fuori, e ti cercano».
- Gesù domanda: «Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli?».
- Poi puntando il dito su quelli che lo seguivano con amicizia e simpatia: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».
Noi di solito diamo molta importanza ai legami naturali, alla parentela, alla voce del sangue. Invece Gesù veniva a sostenere che ciò che conta è la parentela dello spirito, nello Spirito Santo. Con essa si diventa figli del Padre celeste, fratelli in Cristo, e veramente fratelli tra noi. Così siamo avvertiti: la vera parentela, il vero legame del sangue, si realizza accogliendo e facendo la volontà del Padre. Accettando il suo progetto sugli uomini e sul mondo. E vivendo per realizzarlo.
Gesù parlava chiaro. Allora perché tanti non arrivavano a capirlo? Forse dovremo cercare la spiegazione nel cuore umano. In pratica Gesù risulta rifiutato dalle folle curiose, dai superficiali, dagli scribi farisei e sacerdoti, perché si rivela scomodo. Lo sappiamo anche noi. Riconoscere i segni del suo amore misericordioso, accettare con tutte le conseguenze la sua dottrina morale, comporta impegnarsi a volergli bene, a ricambiarlo. Quindi a mutare la propria vita, a comportarsi in modo degno di lui. E questo era un po’ troppo. Allora, e anche oggi.
Sì, anche oggi. Chi ha la forza e il coraggio di rinunciare alle proprie abitudini, magari di peccato, di egoismo, di dolce vita, per seguire un maestro che chiede coerenza, generosità, disinteresse, capacità di dono?
Diceva il pensatore scozzese Thomas Carlyle: «Se Gesù Cristo venisse tra noi oggi, gli uomini non lo crocifiggerebbero: lo inviterebbero a cena, ascolterebbero quel che avesse da dire, e riderebbero di lui».
Ma oggi nelle mille e mille chiese del mondo, in questi stessi momenti, nelle nostre messe, ancora si sta ripetendo la scena antica: in tanti ci raccogliamo attorno al Signore. C’è da supporre, con buona volontà. Per capire.
E c’è da augurarsi che anche oggi il Signore, girando il suo sguardo su di noi, venga a dirci: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».
Tratto da “Omelie per un anno 1 e 2 – Anno A” – a cura di M. Gobbin – LDC
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- Colore liturgico: Verde
- Gen 3,9-15; Sal 129; 2Cor 4,13 -5,1; Mc 3, 20-35
Battezzate tutti i popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 3, 20-35
In quel tempo Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”.
Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: “Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni”. Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: “Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna”. Poiché dicevano: “È posseduto da uno spirito impuro”.
Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: “Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano”. Ma egli rispose loro: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre”.
Parola del Signore
Fonte: LaSacraBibbia.net
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