Nella Solennitร del Corpus Domini, la liturgia ci presenta il Vangelo dellโUltima Cena cosรฌ come รจ raccontata da Marco. Gesรน spezza il pane e lo distribuisce ai discepoli dicendo: โPrendete, questo รจ il mio corpoโ. Poi dร loro il calice:
โQuesto รจ il mio sangue dellโalleanza, che รจ versato per molti. In veritร io vi dico che non berrรฒ mai piรน del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrรฒ nuovo, nel regno di Dioโ.
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del carmelitano, padre Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Universitร Gregoriana:
La Messa ci รจ cosรฌ familiare che a volte non ci rendiamo conto di quale mistero in essa si compia, in questo โgrande sacramentoโ, come diceva papa Woytila. La Messa รจ memoria e presenza, alleanza e banchetto, sacrificio e epifania sempre nuovi. Lโimmensitร del mistero di Dio si fa corpo e sangue, si fa nutrimento e grazia, si fa morte e vita, per dare a noi vita eterna. La preparazione della cena pasquale, come ce la racconta Marco, in una stanza ampia e ben arredata, indica lโimportanza centrale dei gesti che vi si compiono. Anche il luogo collabora allโatmosfera di festa. Ma รจ in quelle parole cosรฌ dense di Gesรน: โQuesto รจ il mio corpoโฆ questo รจ il mio sangue dellโalleanzaโ, che si deve cogliere il vertice. Corpo e sangue del Signore: un realismo che sconcerta; ma anche un legame con tutti i corpi, le persone concrete, la realtร umana. La grazia passa proprio attraverso il realismo di un corpo che si dona, di un vivere che si fa abbraccio e servizio, attraverso fatti concreti e non solo parole. E noi ne facciamo memoria non solo nel rito, ma nel nostro vivere, nel nostro amare, nel nostro risorgere sempre da capo, nella nostra lotta alla tristezza, alla paura, alla morte. Perchรฉ trionfino la vita e la solidarietร .
Fonte: RadioVaticana