Commento al Vangelo di domenica 1 Settembre 2019 – mons. Giuseppe Mani

Il discorso di Gesù sui posti a tavola potrebbe sembrare un trucco, un’astuzia per farsi notare o “onorare” durante un pranzo ufficiale. Per capire meglio osserviamo il contesto in cui ha parlato: Gesù si trova da un capo dei farisei, nel cuore in cui regnano le presenze, gli onori, le vanità, dove un uomo vale per l’onore che gli è attribuito, Gesù vede gli invitati scivolare ai posti di onore. La parabola è una smentita a tutto il loro sistema, a tutti i loro valori.

La reazione dei farisei dei tempi di Gesù ci interessano poco con le loro illusioni se qualcosa di fondamentale e di permanente nel comportamento umano non fosse qui denunciato. E’ infatti tutta una concezione di Dio e dell’uomo che è in causa. Questa parabola deve essere commentata dall’insieme delle scritture e in particolare delle tentazioni di Gesù (Lc 4) dove vediamo Gesù rifiutare la gloria e la potenza.

Il posto dell’umiltà. Quando molti pensatori, Nietzsche per primo, hanno denunciato l’umiltà e la maggior parte delle condotte cristiane come debilitanti, snervanti….. si sono profondamente sbagliati. L’umiltà non è una forma di masochismo che spinge a sparire, a nasconderci a non saper più osare… L’umiltà è una qualità della relazione con gli altri: consiste a rinunciare ad imporci con il peso di ciò che abbiamo o che siamo; rifiuta di far pressione sull’altro e questa rinuncia ha lo scopo di lasciar l’altro esistere da se stesso. Bisogna però andare avanti: la parola “lasciar vivere”, è in realtà esercitare il più alto potere, è fare ciò che Dio stesso fa. Ma su questo “fare esistere” si nascondono delle pieghe: se infatti qualcuno si mette a voler “far esistere” l’altro , malgrado lui, se lo tratta come un minore, se si mette al primo posto nascosto dietro la sua falsa potenza e di colpo prende il vero potere, quello dell’umiltà di Dio, quello dell’ultimo posto.

L’orecchio che ascolta.

L’umiltà ha un’altra faccia. Consiste di considerare l’altro come qualcosa da imparare e, al limite, Dio che ci parla attraverso di lui. Guardare l’altro come “far esistere” l’altro in definitiva significa lasciarsi “formare” e informare da lui.

Il saggio (Prima Lettura) è colui che cresce attraverso la grandezza dell’altro e sapendolo ne è riconoscente. Se lo vuole, non può avere amore senza questa umiltà. E’ la base sana senza la quale non si può avere vera relazione. Al di fuori di questo non può esserci che relazione di forza, cioè l’illusione della relazione. Anche Dio si manifesta come Parola. Parola da ricevere: Parola creatrice. Ma Dio è anche Colui che ascolta: la Bibbia ce lo mostra continuamente come colui che “cambia idea” secondo la parola e il desiderio degli uomini.

Gesù ha l’ultimo posto.

Tutto ciò che abbiamo detto può essere stato detto e fatto da Cristo. Lui è quella potenza sovrana che non si esercita che per far esistere gli altri. La sua morte (il suo vero ultimo posto), la sua resurrezione (accesso al primo posto) : sono avvenuti “per noi”. Fondano la nostra esistenza presente nell’universo della gloria già iniziata.

Fonte – il sito di mons. Giuseppe Mani

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Letture della
XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore.

Dal libro del Siràcide
Sir 3,19-21.30.31 (NV) [gr. 3,17-20.28-29]

Figlio, compi le tue opere con mitezza,
e sarai amato più di un uomo generoso.
Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,
e troverai grazia davanti al Signore.
 
Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
Perché grande è la potenza del Signore,
e dagli umili egli è glorificato.
 
Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio,
perché in lui è radicata la pianta del male.
Il cuore sapiente medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 67 (68)

R. Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.

I giusti si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:
Signore è il suo nome. R.
 
Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri. R.
 
Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio. R.

Seconda Lettura

Vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente.

Dalla lettera agli Ebrei
Eb 12,18-19.22-24a

 
Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola.
 
Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.

Parola di Dio

Vangelo

Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14, 1.7-14

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Parola del Signore

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