Commento al Vangelo di domenica 1 Settembre 2019 – Lorenzo Galliani

549

“Bisogna saper interpretare, leggere il brano del Vangelo nel suo contesto”. Quanto è vera, e allo stesso tempo quanto mi fa arrabbiare, questa affermazione!

È vera perché bisogna stare alla larga da chi si ferma al livello “letterale” sempre e comunque, scivolando pericolosamente verso il fondamentalismo. Basta andare a ripescare una frase qualunque sulla violenza – soprattutto nell’Antico Testamento, ma anche nel Nuovo – e si può brandire la Bibbia come un’arma (talvolta si può fare lo stesso con il rosario, agitandolo in piazza, ma occorre davvero una gran faccia tosta).

Dall’altra parte, però, il ricorso all’interpretazione rischia sempre di essere un passe-partout per non sentirsi impegnati. C’è una frase che sentiamo scomoda? “Eh, ma bisogna interpretare…”. Gesù dice qualcosa di molto duro sulla ricchezza? E noi, che certo viviamo nella porzione di mondo industrializzato, possiamo replicare: “Il brano va letto nel suo contesto!”. Interpretando e interpretando, finiamo per cavarcela con poco, dribblando il Vangelo e facendo come se non ci fosse.

Conosco un ragazzo che sta spesso al telefono con un’amica conosciuta qualche anno fa. Il termine “amica” non è del più appropriato, perché è noiosa, e ripete sempre le stesse cose, è un po’ piena di sé. Insomma, io me ne starei alla larga, perché non mi piace sprecare tempo. Lui invece, anche se non è entusiasta quando gli squilla il cellulare, risponde e ascolta tutte le cose che lei ha da dire. Quel ragazzo non dribbla il Vangelo. Quantomeno, il brano del vangelo di domenica 1 settembre.

Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti
Lc 14, 12-14

Sprechiamo tempo, allora con chi non ha nulla da ricambiarci, e non sarà tempo sprecato. Offriamo una bibita a quel ragazzo antipatico, chiediamo all’antipatica della scuola (che eravamo contenti di non rivedere per tre mesi) come stanno andando le vacanze, troviamo il lato positivo anche in ciò che non sembra averne. Oppure prendiamo il Vangelo e diciamo: “Fare del bene a chi non ha da ricambiarmi? Vabbè, vedremo, bisogna interpretare…”.

Commento a cura di Lorenzo Galliani (Bologna, 1985), giornalista e scrittore, collabora con “Avvenire”. Sul settimanale “Verona Fedele” cura la rubrica “Il Calciastorie”. Maggiori informazioni sul suo sito, www.lorenzogalliani.it

Tratto dal sito bibbiagiovane.it curato da Àncora Editrice.

Letture della
XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore.

Dal libro del Siràcide
Sir 3,19-21.30.31 (NV) [gr. 3,17-20.28-29]

Figlio, compi le tue opere con mitezza,
e sarai amato più di un uomo generoso.
Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,
e troverai grazia davanti al Signore.
 
Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
Perché grande è la potenza del Signore,
e dagli umili egli è glorificato.
 
Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio,
perché in lui è radicata la pianta del male.
Il cuore sapiente medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 67 (68)

R. Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.

I giusti si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:
Signore è il suo nome. R.
 
Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri. R.
 
Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio. R.

Seconda Lettura

Vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente.

Dalla lettera agli Ebrei
Eb 12,18-19.22-24a

 
Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola.
 
Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.

Parola di Dio

Vangelo

Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14, 1.7-14

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Parola del Signore