Commento al Vangelo di domenica 1 Novembre 2020 – Azione Cattolica

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Alcuni verbi, alcune azioni anticipano il discorso delle beatitudini e dicono l’identità di Dio in Gesù che prima di parlare cerca «vedendo le folle» un luogo, un’occasione e una disponibilità piena che apre all’incotro e all’accoglienza.

La parola viene dopo l’ascolto interiore di tante vite (non narrate da parole), che cercano prossimità a un cuore e ad occhi davvero vicini e disponibili. E quella parola («insegnava loro dicendo») è stata ed è, anche per noi, una proclamazione, un programma, una promessa.
Noi non “siamo stati”, né solo “saremo”, ma “siamo”, qui e ora, donne e uomini “beati”, cioè creati da un atto di felicità per la felicità, capaci di ricevere e, a nostra volta, di dare felicità.

Tanti uomini e donne ci testimoniano con le loro vite, anche oggi, come è possibile e concreta la via della felicità, dell’essere beati attraverso: la libertà e la verità dei sentimenti («i poveri in spirito»); la calma, la modestia e il saper soffrire nell’irrilevanza («i miti»); l’accompagnare e il perdonare («i misericordiosi»); la lealtà e la limpidezza («i puri di cuore»); il fare del bene («gli operatori di pace»).
Le strade sono molte e alle volte non semplici come quando si vivono situazioni di difficoltà come il pianto, la fame e la sete (morali e materiali), gli insulti, le calunnie, le persecuzioni.

Può sembrare quasi surreale che queste siano vie che portano alla felicità, ma Dio non illude e ne delude: la «ricompensa nei cieli» sarà «grande».

(A cura del Meic)

Le beatitudini: «la carta d’identità del cristiano» (Francesco).

Signore, grazie di volermi bene come sono e di essermi fedele.
Concedimi di comprendere i miei limiti e le mie potenzialità,
aiutami a progredire
nel ricevere e nel dare,
nel ringraziare e nel chiedere perdono,
nell’essere serio e severo ma anche gioioso e riconoscente,
nel rialzarmi quando cado
e nel desiderare di rimanere sempre in dialogo con te.


Fonte

Per gentile concessione dell’Editrice AVE