Commento al Vangelo di domenica 1 Marzo 2020 โ€“ Diocesi di Verona

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Allโ€™inizio del cammino quaresimale la liturgia propone lโ€™episodio delle tentazioni di Gesรน nel deserto, presentato nei vangeli in collegamento al battesimo a cui egli si sottopose: satana si rifร  infatti alla voce risuonata al Giordano: Se tu sei Figlio di Dio... Perchรฉ questo? Con lโ€™episodio del battesimo Gesรน ha sperimentato su di sรฉ lโ€™azione dello Spirito e ha compreso appartenergli una speciale relazione con Dio, che riconosce quale suo โ€˜abbร โ€™, indicandolo dunque come il suo preciso papร . Se con le tentazioni satana intende mettere in crisi questa identitร  e questa conoscenza, in realtร  esse diventano invece unโ€™occasione offerta a Gesรน per provare la sua adesione al Padre. Di certo Gesรน venne provato in tutta la sua esistenza terrena, in particolare il maligno gli prospetta qui il successo invece che la sofferenza: la via difficile del Servo sofferente di Jhwh, contrassegnata dalle umiliazioni, dalla sofferenza e dal sacrificio della vita che avrebbe dovuto intraprendere. Satana sa che solo il Messia consacrato da Dio puรฒ sconfiggerlo, ma non รจ sicuro che sia proprio lui, per questo lo mette alla prova: Gesรน lo respinge riconfermando cosรฌ la sua adesione al volere del Padre per la salvezza del mondo. Va poi supposto che Gesรน progredisse nella conoscenza del piano salvifico del Padre e del suo rapporto unico con Lui attraverso la riflessione e lโ€™esperienza quotidiana, nella quale intuiva la sua misteriosa azione, e ciรฒ che Gesรน intende attuare, รจ conformarsi alla volontร  del Padre in piena adesione filiale.

Le tentazioni risultano un evento cosรฌ importante per Gesรน perchรฉ proprio in questo contesto appaiono chiaramente e fin dallโ€™inizio del suo ministero le scelte fondamentali che fece per il Padre e per il Regno. Si tratta di un racconto drammatico e imbarazzante ma ritenuto fin dallโ€™inizio importantissimo da riportare per la vita stessa della chiesa, proprio per il suo valore esemplare ed esortativo nei confronti dei credenti: Gesรน, vero uomo, venne spinto nel deserto dallo Spirito proprio perchรฉ era necessario che la sua umanitร  passasse attraverso la prova. Egli, infatti, non finse di essere tentato per insegnare come si vinca la tentazione/il desiderio/la superbia โ€“ per un discorso moralistico โ€“ ma realmente visse lโ€™esperienza del dubbio e la fatica di credere divenendo cosรฌ guida autentica e modello di vita per ogni uomo e donna di fede.

Inoltre lโ€™evangelista Matteo, scrivendo questo brano ad alto valore simbolico per gli elementi che contiene (deserto, i quaranta giorni, gli angeli, i luoghi altissimi) ha voluto darci una catechesi per riflettere sulle decisioni che Gesรน prese allโ€™inizio del suo servizio di annunciatore e di costruttore del Regno. Possiamo ben notare le molte citazioni dalla Bibbia che Gesรน, un ebreo perfettamente inserito nel suo tempo e nelle tradizioni di Israele ben conosceva, comprendendo cosรฌ come il Maestro si rifacesse ai testi sacri del suo popolo, punto di riferimento e regola del suo agire, ispirandosi sempre alla Parola di Dio lรฌ conservata per successivamente fare tutto ciรฒ che fece. Dalle citazioni presenti nel brano, rileviamo inoltre come lo stesso rilegga le prove del popolo di Israele nel deserto: nelle acque del battesimo si puรฒ cogliere il significato di salvezza posto con passaggio del mar Rosso; nel digiuno, i 40 giorni di Mosรจ sul monte Sinai come pure la peregrinazione del popolo nel deserto. Le citazioni poste in bocca a Gesรน si rifanno al miracolo della manna (Es 16), al miracolo dellโ€™acqua scaturita dalla roccia (Es 17,1-7) e al dono della terra di Canaan (Es 23,20-33; 34,11-14). In tutto questo si comprende quanto Israele non sia riuscito a porre la sua piena fiducia in Dio, cosa che invece Gesรน manifesta pienamente: egli non esige alcuna garanzia dal Padre ma si rimette filialmente al suo volere, confidando solo nella sua parola e testimoniando cosรฌ di essere un vero credente, il primo di ogni credente.

Lโ€™episodio delle tentazioni nel deserto appare come un dialogo, una discussione su tre argomenti fondamentali posti in tre diverse situazioni: la fame nel deserto; lโ€™altezza e la vertigine da gestire sul pinnacolo del Tempio di Gerusalemme, il luogo santo del culto di Israele; il potere conquistabile guardato dal monte piรน alto di quella sua terra.

Il primo argomento verte sul fare un miracolo per sfamarsi, soddisfacendo cosรฌ uno dei bisogni primari di ogni creatura vivente; il secondo riguarda lo sfidare Dio ponendo in atto un gesto a dir poco folle, pretendendo che Dio intervenga: unโ€™azione che risulta inoltre oltremodo spettacolare, con lo scopo di attirare lโ€™attenzione dellโ€™opinione pubblica conquistabile attraverso miracoli scenografici;  il terzo argomento posto dal tentatore ha a che fare con la conquista del potere sul mondo, ottenibile riconoscendo il diavolo come suo incontestato signore.

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La prima tentazione ci dice che Gesรน ha considerato la Parola del Padre piรน importante del cibo: Mio cibo รจ fare la volontร  di colui che mi ha mandato (Gv 4,34). รˆ una necessitร  che Gesรน mette dunque, nella scala dei valori, ad un livello piรน basso rispetto al Regno: egli si รจ fidato della provvidenza del Padre, come ci testimonia nellโ€™esortazione a cercare principalmente il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta (Mt 6,24-34), e ha sempre rivolto il suo sguardo di Figlio verso quellโ€™unico orizzonte che รจ Dio stesso, rimanendo fedele, umile ed ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce (Fil 2,8).

La seconda ci mostra che il desiderio di fare spettacolo e di conquistare il successo facendo intervenire addirittura gli angeli e usando Dio per ottenerlo, non fa parte della logica di Gesรน. Anche se il tentatore usa la Bibbia e manipola la Parola di Dio per essere piรน convincente, Gesรน non cade nel tranello di recitare un ruolo per ottenere seguaci. Il potere che lui sceglie รจ quello proprio di Dio, per cui ogni ginocchio si piegherร  (Fil 2,10) proclamandolo Figlio e Messia, ma solo dopo aver attraversato lโ€™enigma della morte. Egli decide infatti di essere lโ€™agnello di Dio che vince il male assumendolo pienamente e trasformandolo in bene per il mondo intero. Gesรน salva attraverso quella croce proprio perchรฉ non risponde con la durezza alla violenza subita, ma accetta con amore la libertร  di fare anche il male propria dei suoi accusatori e dei carnefici, riconoscendo in loro lโ€™incomprensione nei suoi confronti e lโ€™incapacitร  di capire: da qui scaturisce la richiesta del loro perdono fatta al Padre (cf. Lc 23,34).

Nella terza Gesรน, rifiutando il potere offertogli da Satana e allontanando da lui colui che vorrebbe essere adorato per assoggettarlo a sรฉ pienamente, dimostra di non voler influire direttamente sulle scelte che guidano il mondo, ottenendo facilmente il consenso del popolo. Dio รจ lโ€™unico che ha il vero potere ed egli piรน tardi ci insegnerร  che ogni autoritร  umana deve essere esercitata come servizio per il bene di tutti. Egli infatti afferma che il Figlio dellโ€™uomo non รจ venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti (Mt 20,28). Il suo mettersi a servizio lo dimostrerร  e attuerร  in modo lampante durante lโ€™ultima cena, lavando i piedi agli apostoli e offrendo la sua vita nel pane e nel vino che diventano corpo e sangue per tutti.

Concludendo, Gesรน viene dunque tentato nel suo essere Messia, lโ€™atteso dal suo popolo per la liberazione dal dominio straniero, ma il messianismo politico concepito dai giudei secondo la dimensione terrena del potere regale di Davide e dei suoi discendenti, viene da lui respinto. La conquista e lโ€™instaurazione di un potere imperialistico in nome di Dio รจ una perversione diabolica della vera relazione di fede che riconosce lโ€™unica signoria di Dio (R. Fabris).

Infine, si legge come colui che aveva rifiutato lโ€™intervento divino per fare spettacolo e avere successo venga aiutato nel segreto del deserto dagli angeli mandati dal Padre che, nella sua provvidenza, sazia lโ€™umanissima fame del Figlio: unโ€™immagine bellissima che ci testimonia la tenerezza di Dio, autentica Madre che soccorre e ama.

Preghiera finale

Lodi al Dio altissimo

(Da recitare ad una sola voce. Insieme, la frase ripetuta in neretto)

Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene

Tu sei santo, Signore, solo Dio,

che compi meraviglie.
Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo,
Tu sei onnipotente, Tu, Padre santo,

re del cielo e della terra.
Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli dรจi,
Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene,
il Signore Dio vivo e vero.
Tu sei amore e caritร , Tu sei sapienza,
Tu sei umiltร , Tu sei pazienza,
Tu sei bellezza, Tu sei sicurezza, Tu sei quiete.
Tu sei gaudio e letizia,

Tu sei la nostra speranza,
Tu sei giustizia e temperanza,
Tu sei tutto, ricchezza nostra a sufficienza.

Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene
Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine.
Tu sei protettore, Tu sei custode e difensore,
Tu sei fortezza, Tu sei rifugio.
Tu sei la nostra speranza, Tu sei la nostra fede,
Tu sei la nostra caritร , Tu sei tutta

la nostra dolcezza,
Tu sei la nostra vita eterna,
grande e ammirabile Signore,
Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.

Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene

(San Francesco)

A cura del SAB โ€“ Settore Apostolato Biblico

Fonte: il sussidio per la Quaresima 2020 della Diocesi di Verona


Letture della Domenica
I DOMENICA DI QUARESIMA โ€“ ANNO A
Colore liturgico: VIOLA

Prima Lettura

La creazione dei progenitori e il loro peccato.

Dal libro della Gรจnesi
Gen 2,7-9; 3,1-7

Il Signore Dio plasmรฒ lโ€™uomo con polvere del suolo e soffiรฒ nelle sue narici un alito di vita e lโ€™uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantรฒ un giardino in Eden, a oriente, e vi collocรฒ lโ€™uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e lโ€™albero della vita in mezzo al giardino e lโ€™albero della conoscenza del bene e del male. Il serpente era il piรน astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: ยซรˆ vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di alcun albero del giardino?ยป. Rispose la donna al serpente: ยซDei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dellโ€™albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morireteยป. Ma il serpente disse alla donna: ยซNon morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il maleยป. Allora la donna vide che lโ€™albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiรฒ, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anchโ€™egli ne mangiรฒ. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 50 (51)

R. Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

Pietร  di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquitร .
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.

Sรฌ, le mie iniquitร  io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che รจ male ai tuoi occhi, io lโ€™ho fatto. R.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. R.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode. R.

Seconda Lettura

Dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 5,12-19

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato รจ entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, cosรฌ in tutti gli uomini si รจ propagata la morte, poichรฉ tutti hanno peccato. Fino alla Legge infatti cโ€™era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non puรฒ essere imputato quando manca la Legge, la morte regnรฒ da Adamo fino a Mosรจ anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale รจ figura di colui che doveva venire. Ma il dono di grazia non รจ come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di piรน la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesรน Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del dono non รจ come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed รจ per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed รจ per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di piรน quelli che ricevono lโ€™abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesรน Cristo. Come dunque per la caduta di uno solo si รจ riversata su tutti gli uomini la condanna, cosรฌ anche per lโ€™opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dร  vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, cosรฌ anche per lโ€™obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti. Parola di Dio.

Forma breve:

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
5, 12.17-19

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato รจ entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, cosรฌ in tutti gli uomini si รจ propagata la morte, poichรฉ tutti hanno peccato. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di piรน quelli che ricevono lโ€™abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesรน Cristo. Come dunque per la caduta di uno solo si รจ riversata su tutti gli uomini la condanna, cosรฌ anche per lโ€™opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dร  vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, cosรฌ anche per lโ€™obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.

Parola di Dio

Vangelo

Gesรน digiuna per quaranta giorni nel deserto ed รจ tentato.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 4, 1-11

In quel tempo, Gesรน fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinรฒ e gli disse: ยซSe tu sei Figlio di Dio, diโ€™ che queste pietre diventino paneยป. Ma egli rispose: ยซSta scritto: Non di solo pane vivrร  lโ€™uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dioยป. Allora il diavolo lo portรฒ nella cittร  santa, lo pose sul punto piรน alto del tempio e gli disse: ยซSe tu sei Figlio di Dio, gรจttati giรน; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darร  ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perchรฉ il tuo piede non inciampi in una pietraยป. Gesรน gli rispose: ยซSta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuoยป. Di nuovo il diavolo lo portรฒ sopra un monte altissimo e gli mostrรฒ tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: ยซTutte queste cose io ti darรฒ se, gettandoti ai miei piedi, mi adoreraiยป. Allora Gesรน gli rispose: ยซVร ttene, satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai cultoยป. Allora il diavolo lo lasciรฒ, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Parola del Signore

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