Il biblista don Fabio Rosini commenta il Vangelo di domenica 1 Luglio 2018 – Tredicesima domenica del Tempo Ordinario – Anno B, dai microfoni di Radio Vaticana e dalle pagine di Famiglia Cristiana.
DAL PROFONDO DELLA NOSTRA DEBOLEZZA
In questa domenica abbiamo due storie incrociate: un padre che sta vedendo la sua figlia dodicenne morire e una donna che da dodici anni patisce emorragia. Le due storie si incastrano e si illuminano fra loro, e il numero dodici ritorna come una costante che illumina i drammi che vengono raccontati. Quali? Quello di un uomo che vede sua figlia morire sulla soglia della vita feconda – dodici anni erano l’età canonica per iniziare la trattativa verso il matrimonio, corrispondendo comunemente all’inizio del ciclo mestruale – e quello di una donna ferita nella sua fecondità, che non può diventare madre.
Uno è nientemeno che il Capo della Sinagoga, ma il suo essere tale non lo aiuta a nulla: sua figlia sta morendo, e il suo ruolo nella struttura religiosa si mostra inutile. L’altra è una donna distrutta più dalle cure che dal male che la umilia come donna e che la tiene in stato rituale di impurità, secondo le leggi del suo popolo. Entrambi pensano a gesti concreti: il padre chiede a Gesù di imporre le mani alla sua figlioletta e la donna spera di toccare le sue vesti.
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Imporre le mani è il gesto tipico della benedizione paterna, e Giàiro fa una cosa inusuale: passa la sua paternità a Gesù, riconosce che come padre dovrebbe saper dare la vita a sua figlia, ma non lo sa fare.
Toccare una donna in stato impuro era vietato, ma questa donna vuole andare oltre le regole, e toccare le vesti è il contatto con qualcuno di diverso da tutti coloro che hanno affrontato la sua malattia e l’hanno solo espropriata e fatta soffrire. La religione è inutile per Giàiro. La sapienza umana dei medici ha fallito con questa donna. Ma c’è un terzo personaggio: la folla, la gente, che stringe Gesù, che rende difficile il contatto per la donna e che irride Giàiro nella sua fede e lo scoraggia ad appellarsi a Lui. La gente che stringe, urla, piange, schernisce, strepita con il suo trambusto.
OLTRE LA FORZA DELLA FOLLA. Chi riuscirà ad arrivare a Gesù, a conoscerne la potenza, a vedere la sua guarigione, saltando la forza della folla? Chi ha capito di non avere soluzioni, come questi due, chi sa di non avere più coerenze religiose da sfoderare, chi ha compreso l’inganno e i limiti della sapienza umana. Un padre disperato, una donna impoverita e sofferente.
Bisogna saper andare oltre la folla, oltre la sapienza umana, oltre la struttura religiosa. Perché Gesù vuole dialogare di persona con questa donna, e caccia via la gente dalla casa per restare con questa bambina e la sua famiglia. Gesù cerca una relazione personale, diretta, intima. Per dare una vita diversa da quella del mondo, per renderci fecondi, per guarire le nostre paternità.
Abbiamo bisogno di pescare nel tesoro prezioso dei nostri fallimenti, delle nostre angosce per toccare e farci toccare da Gesù. Chi prega? Chi conosce il proprio vuoto e invoca Dio dal profondo della propria debolezza. Chi tocca il Signore? Chi ha già sofferto troppo per continuare a illudersi con le trovate dei medici umani.
Beati i poveri in spirito. Di essi è il regno dei cieli.
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di don Fabio Rosini
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XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
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- Colore liturgico: Verde
- Sap 1,13-15; 2,23-24; Sal. 29; 2 Cor 8,7.9.13-15; Mc 5, 21-43
Mc 5, 21-432
Dal Vangelo secondo Marco
21Essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. 22E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi 23e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». 24Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
25Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni 26e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, 27udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. 28Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». 29E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
30E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». 31I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». 32Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. 33E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. 34Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
35Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». 36Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». 37E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. 39Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». 40E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. 41Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». 42E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. 43E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 17 – 23 Giugno 2018
- Tempo Ordinario XI
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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