Giovanni Battista digiunava e si vestiva di stracci perché non era la luce, ma dava testimonianza alla luce. Chi incontra la luce ed è chiamato a condividerne la grazia attraverso l’amore redentivo della croce, è un invitato a nozze. Tale dovremmo sentirci, ogni volta che nella Messa, si celebra il memoriale della passione, morte e resurrezione del Signore per noi
[better-ads type=”banner” banner=”84722″ campaign=”none” count=”2″ columns=”1″ orderby=”rand” order=”ASC” align=”right” show-caption=”1″][/better-ads]
Poesia
Se davvero io fossi di qualcuno che non sei tu,
se fossi discepola di qualcuno oltre te, davvero sarei in lutto,
davvero non sarei solo affamata ma sarei morta.
Solo tua.
Non si può essere in lutto durante la festa dell’amore.
E quando non ci sarai, sarà per pochi giorni vero?
Sono solo giorni, vero?
Non mesi ed anni, vero?
Comincio a contare, amore mio.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 9, 14-17
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.