Commento al Vangelo del giorno – 7 agosto 2017 – don Mauro Leonardi

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti. Mt 14, 13-21

Commento al Vangelo

Abbiamo lasciato Gesù da solo dopo la gloria dell’Ascensione che è simile a quella della Resurrezione e anche in quel caso Gesù aveva preso i tre discepoli in disparte. Ora, dopo la gloria della moltiplicazione, pure Gesù si ritrae con i suoi discepoli perché solo ad una gloria si esporrà ancora: non quella umana della fama, ma quella divina della crocefissione per la salvezza del mondo.

Poesia

Per allontanarmi da te mi devi costringere.
Per salire e prendere il largo senza te, mi devi costringere.
Hai bisogno di stare solo per stare con tutti.
Hai bisogno di salire per poter riscendere.
C’è uno spazio che è solo tuo poi tornerai da me.
Devo allontanarmi, lasciarti.
Ma per me si fa sera.
E io sono qui lontano.
So allontanarmi, so lasciarti alla folla, so rispettare la tua solitudine.
Ma stare senza te, rimanere in attesa di te.
Far passare la notte.
Rimanere in attesa di te.
Far passare la notte.
Lontana dalla terra.
Lontana da te.
In mezzo alle onde, al vento.
Senza te a cui accostarmi.
È difficile, impossibile.
Allora tu arrivi.
E cammini sulle mie paure, sulle mie agitazioni, sulle mie debolezze, sulla mia mancanza di coraggio.
E il mare si fa terra.
E la notte si fa luce e ti vedo.
E le mie paure se ne vanno, stupite.
Siamo già dall’altra parte.

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don Mauro offre la possibilità di lasciare intenzioni per la Messa della mattina sulla pagina Facebook del suo blog “Come Gesù” ogni giorno alle ore 19.

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Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).

A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù

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