In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. Mt 13, 54-58
Commento al Vangelo
Quando siamo chiusi nel nostro egoismo e nella nostra grettezza, non accettiamo che altri possano avere nel cuore bontà e amore che si traducono nella vera sapienza. Questa incapacità di riconoscere il bene, fa nascere la mormorazione e l’invidia che, giustamente, papa Francesco annovera tra i peccati più gravi.
Poesia
Un profeta è disprezzato nella sua casa, nella sua patria? Si, ti credo, lo vedo.
Ma perché non vedono l’amico che torna? Il fratello che torna?
Perché non vedono il ragazzo che giocava con loro, che torna?
Perché non vedono che sei tu? Il mio amore che torna a casa?
Amare qualcuno solo per quello che dice e non per quello che è.
Attendere qualcuno solo per quello che farà e non perché torna a casa.
Che amore è?
Ma che stupore è uno stupore che allontana?
Che indaga? Che tiene a distanza?
Sei tornato, e invece di allungare le braccia per accogliere.
Allungano le domande.
E invece di darti mille baci, mille indagini.
Ma che stupore è che chiude il cuore e apre la bocca?
Amore mio, che gioia vederti arrivare.
Apro bocca e cuore per accoglierti.
Accoglimi.
Fammi vedere da dove ti vengono tutti i prodigi, tutta la sapienza, tutto l’amore.
Io ti conosco, sei tu.
Conosco tua madre, tuo padre, i tuoi fratelli.
Conosco il tuo lavoro.
Non lo so da dove viene la tua sapienza.
Ma so da dove viene, da chi viene, quella camminata particolare che hai.
E’ bello guardarti arrivare.
Non so da dove ti vengono quei prodigi.
Ma so da chi hai preso il naso e il colore degli occhi.
Non so da dove ti vengono tutte queste cose.
Ma riconosco le tue mani, so che sono leggere e grandi.
So che odore hai, che sapore hai.
Perché sei di qui, perché vieni da me e ritorni, ora.
Non so tutto, non capisco tutto, ma so che torni.
Nessuno scandalo, nessuna paura.
Se torni tu, – e tu, torni – mi basta, amore mio.
Invece loro vogliono sapere da dove viene la tua sapienza.
Da dove vengono i tuoi prodigi.
Pensano che non sei tu anche se sembri tu.
Pensano di sapere tutto, anche se non sanno niente.
Dal nostro cuore vengono i tuoi prodigi.
Dal nostro amore.
Dai nostri occhi pieni di te.
Dalle nostre mani, nelle tue.
I prodigi si fanno con l’amore.
E l’amore si fa in due.
La sapienza viene fuori dalla bocca di chi parla e dal cuore di chi ascolta.
Niente amore? Niente prodigi.
Niente cuore? Bocca chiusa.
Allora non puoi nulla.
E te ne vai.
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don Mauro offre la possibilità di lasciare intenzioni per la Messa della mattina sulla pagina Facebook del suo blog “Come Gesù” ogni giorno alle ore 19.
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Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù“
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