In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi sie te tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Mt 23,1-12
Commento al Vangelo
Se si sfugge ad un rapporto autentico e personale con Dio, il rischio è che siano le leggi a diventare le nostre divinità: strumenti di potere e di sopraffazione che ci fanno sentire giusti di fronte agli altri e che ci fanno guardare gli altri dall’alto in basso, caricando le spalle altrui di pesi che non sapremmo mai portare.
Poesia
La verità, l’amore, la vita che diventa fardello, peso.
Una verità che cade giù dalle spalle.
Che fa inciampare, che fa sudare, che complica i pensieri invece di svelarli.
Una vita che te la trascini dietro come un cadavere pesante che ti ruba la vita invece di donartela.
Un amore che è legame, legaccio, regola, che soffoca, che chiude, spaventa, blocca.
Invece di amare e liberare la vita.
Dicono le tue stesse parole eppure sono bloccata, legata, soffocata.
Scendete dalla cattedra e amate, e siate veri, vivi.
Tu invece amore mio.
Mi hai insegnato ad ascoltare con gli occhi.
La tua vita è la parola più bella che ho ascoltato.
Con te, orecchie e occhi vanno insieme.
Quello che sai, sei.
Quello che dici, è fatto.
Nessuna cattedra perché non c’è una verità da dire ma da essere.
E tu lo sei.
E io ascolto, vedo, amo.
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don Mauro offre la possibilità di lasciare intenzioni per la Messa della mattina sulla pagina Facebook del suo blog “Come Gesù” ogni giorno alle ore 19.
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Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù“
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