Commento al Vangelo del giorno – 23 agosto 2017 – don Mauro Leonardi

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi». Mt 20,1-16

Commento al Vangelo

Il padrone di casa, lascia incustodita la sua casa ed è continuamente in uscita. All’alba, alle nove del mattino, a mezzogiorno, alle tre del pomeriggio. Fino alla sera. Il padrone di casa, non dà ordini perchè non vuole servi, ma esce, va incontro, chiama e guarda negli occhi ciascuno dei chiamati. Il padrone di casa, non paga a seconda dell’orario, perché non cerca dipendenti: dà amore e vuole amore: non importa a che ora arrivi.

Poesia

Lo so che può sembrare ingiusto che non ho lavorato quanto te.
Faticato quanto te.
Ma credimi, credimi, stare tutto un giorno, un giorno dopo l’altro.
Senza che nessuno mi prendesse.
Senza che nessuno mi chiamasse.
È duro, doloroso, difficile, come non mai.
Sono pagata come te perché l‘amore che ha amato te, chiamato te fin dall’inizio, senza lasciarti mai.
Quell’amore, ha riempito il mio vuoto di ogni giorno.
Colmato il mio dolore di ogni giorno, di una vita.
Come non era mai stato.
E dall’alba che mi cercava.
Sono l’ultima.
Quella che è stata sola tutto il giorno.
Che non ha fatto nulla per te ogni giorno.
Nulla, tutto il giorno.
Ma tu vieni.
Vieni proprio da me.
Vuoi me.
Viene sera.
Non mi aspetto nulla.
E, invece, anche per me.
Anche per me.
Come per gli altri.
Che gioia.
Valere quanto gli altri.
Sapere che ho valore per te.
Come gli altri.
Che sono l’ultima, ma prima per te.
Come gli altri: i primi.

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don Mauro offre la possibilità di lasciare intenzioni per la Messa della mattina sulla pagina Facebook del suo blog “Come Gesù” ogni giorno alle ore 19.

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Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).

A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù

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