Anche quando va via, Gesù è sempre vigile rispetto al nostro bisogno di trovarlo, di amarlo, di seguirlo. Perché quando ami, anche se tutti i tentativi di avvicinare chi ami sono falliti, l’ultimo tentativo diventa il penultimo. E Matteo, pubblicano disprezzato e abituato a ricevere solo parole e sguardi di disprezzo, si accorge di questo sguardo che si trattiene, anche se c’era fretta di andar via.
Uno sguardo, quello di Gesù, che non vuole giudicare, condannare, disprezzare, ma solo prendere: prendere tutta la vita di Matteo e per questo lo invita a seguirlo.
Poesia
Mi guardi nella mia vita.
Mentre sono presa da tante cose che non sei tu.
Mi chiami con una sola parola.
Che era quella che aspettavo.
Volevo solo qualcuno che mi portasse con sé.
Nella sua vita.
Nella sua casa.
Ho lasciato tutto.
Perché non avevo niente.
Perché non avevo te.
E tutto è niente se non ci sei tu.
Ti ho fatto una festa nella mia vita tutta sbagliata.
Ti ho preparato da mangiare con quello che avevo. Roba di peccatrice.
E hai festeggiato con me.
E hai mangiato le mie cose nella mia casa.
Perché se ci sei tu c’è la vita e la morte non c’è più.
Perché se entri tu, entra la verità e le cose sbagliate non ci sono più.
L’amore si va a imparare andando da chi non è amato.
Non è una teoria.
L’amore si fa con chi è da amare, da guarire, da salvare.
Non si fa con le parole. Neanche con quelle giuste.
Se c’è misericordia, c’è amore e solo l’amore è sempre giusto.
Quando c’è l’amore, allora il tempo, il modo, il luogo, sono sempre giusti.
Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù“
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