Commento al Vangelo del giorno – 18 settembre 2017 – don Mauro Leonardi

Gesù si svuota: usa tutte le sue parole per la gente. Cioè usa tutto sé, consuma tutto sé stesso. Anche il centurione dà al Signore tutto sé stesso. Lui non sa parlare di fede: allora parla del suo affetto per il servo malato ed anche la gente parla della dedizione di questo soldato. Non sa pregare: allora parla a Gesù del proprio lavoro e di come sia importante riconoscere l’Autorità. E allora Gesù guarisce perché è stato riempito di ammirazione per una fede così grande.

Poesia

Che bella la fede di questo soldato.
Che grande la fede di quest’uomo senza fede.
Non vuole disturbare.
Chiede qualcosa per amore.
Implora per ottenere, ma non per sè.
Sa di non essere degno.
Chiede senza avere nulla da dare in cambio.
Chiede solo per fede.
Sa che basta la parola a chi può tutto.
Bella questa fede che si fida di quello che gli viene detto.
E non di quello che vede.

Gesù mio sei così di tutti.
Che anche un nemico è tuo.
Che anche per un nemico, tu lasci tutto, e vai.

Il centurione ha una fede così grande.
Perché ama.
Non c’è altro merito, di fronte a te, che l’amore.

I miracoli li chiede chi ama.
I miracoli accadono a chi ama.
I miracoli li fa solo l’amore.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
In quel tempo, Gesù quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: «Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga». Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono uomo sottoposto a un’autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all’uno: Và ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fà questo, ed egli lo fa». All’udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.  Lc 7,1-10
don Mauro offre la possibilità di lasciare intenzioni per la Messa della mattina sulla pagina Facebook del suo blog “Come Gesù” ogni giorno alle ore 19.

Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).

A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù

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