Che terra sono io? Questo l’interrogativo bruciante del Vangelo di oggi. Noi sempre preoccupati per il seme (la fede), dimenticandoci che il seme è un dono e non è una preoccupazione.
Ci preoccupiamo di fare ragionamenti al posto di Dio, e poi ci dimentichiamo che se la terra della nostra umanità non è buona non porteremo nessun frutto. Possiamo solo lavorrare la terra di ciò che siamo e avere poi l’umiltà di accogliere il dono del seme come qualcosa che può portare frutti di cambiamento.
Ma se abbiamo il seme (la fede) ma esso non porta nessun risultato nella nostra vita, il problema non è di Dio che non funziona, ma della terra (noi) che soffoca ogni tentativo di vita diversa dalle pietre, rovi e corvi vari che solitamente ospitiamo al posto del seme. Cerchiamo di essere terra buona, perché terra libera. Libera da tutto ciò che non rende la vita degna di questo nome.
Fate fuori tutto ciò che è di intralcio. Buttate via tutto ciò che la inguastisce. Semplifichiamo. Teniamoci ciò che conta e non confondiamolo mai con ciò che ci sembra urgente. La vita è troppo breve per essere sprecata con ciò che non è davvero importante.
don Luigi Epicoco su Facebook