XXIII Domenica del Tempo Ordinario
Prima Lettura Is 35, 4-7
Si schiuderanno gli orecchi dei sordi, griderà di gioia la lingua del muto.
Dal libro del profeta Isaia
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta, la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto,
perché scaturiranno acque nel deserto,
scorreranno torrenti nella steppa.
La terra bruciata diventerà una palude,
il suolo riarso sorgenti d’acqua.
L’uomo dopo il peccato originale è cieco per natura. Ha perso l’uso degli occhi, degli orecchi, della gambe spirituali e anche del suo cuore. Il Messia viene per risanare lo spirito dell’uomo, risuscitandolo, rigenerandolo, donandogli una natura nuova. I miracoli del corpo sono solo segno dei miracoli che Lui farà nello spirito e nell’anima dell’uomo. Guarito lo spirito e l’anima, tutto l’uomo sarà guarito. Senza Cristo l’uomo rimarrà sempre cieco. Anche la religione che vive è una religione di ciechi, manca ad essa la pienezza della verità. Se riflettiamo un attimo, oggi tantissimi chiedono il miracolo del corpo (dalle malattie, dalle sofferenze) ma non si chiede la guarigione dello Spirito e dell’Anima. Con un corpo malandato si può andare in paradiso ma con un’anima immersa nel grave peccato no.
Seconda Lettura Gc 2, 1-5
Dio non ha forse scelto i poveri per farli eredi del Regno?
Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali.
Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti là, in piedi», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi?
Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano?
I favoritismi personali che vengono introdotti nella fede nascono quando non si parte dalla Parola, ma dal cuore, dalle antipatie e simpatie, da principi e categorie mentali e spirituali propri. La Parola non fa distinzione tra uomo e uomo. Essa va vissuta sempre, dinanzi ad ogni uomo, a favore di ogni persona. Una sola persona che si esclude dal servizio secondo la Parola e siamo già nel favoritismo personale. L’uomo va servito secondo la sua particolare condizione storica nella quale vive: se è povero lo si serve partendo dalla sua povertà. Se è ricco, lo si serve partendo dalla sua ricchezza. Se è peccatore partendo dal suo peccato. Se è in grazia partendo dalla grazia che inonda la sua anima. Se non partiamo dalla condizione storica che è molteplice, sempre cadiamo nei favoritismi personali e pecchiamo gravissimamente contro la Parola e la verità della sua modalità storica da vivere sempre verso tutti.
Vangelo Mc 7, 31-37
Fa udire i sordi e fa parlare i muti.
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Gesù scioglie la lingua del muto. La confessione che tutti fanno è la stessa dell’autore sacro nel descrivere i giorni della creazione: “Dio vide che era cosa buona. Dio vide che era cosa molto buona”. «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». Questa confessione deve farla il mondo vedendo le nostre opere: “Questo cristiano, questo prete, questo credente fa bene ogni cosa”. Ci sono dieci differenze che dovrebbero notare gli altri tra un cristiano e un pagano. Esaminiamoci:
La prima differenza è nel governo dei vizi. La seconda è nel possesso delle virtù. La terza è nella crescita in sapienza. La quarta è nell’obbedienza ad ogni Parola di Vangelo. La quinta è in una esemplarità perfetta. La sesta è nel cammino nella vera speranza. La settima è nella carità universale. L’ottava è nel sapersi rinnegare in ogni cosa. La nona è nel saper vivere bene ogni croce. La decima è nella conformazione a Cristo in tutto. Vedendo la differenza, ogni altro uomo crederà che noi siamo di Gesù Signore.