Gesù trasforma un non dialogo in una premessa di conversione. Il dottore della Legge non va da Gesù in amicizia ma per coglierlo in fallo. Gesù non raccoglie la provocazione ma, cogliendo il linguaggio di quell’uomo, il linguaggio del come si fa, delle certezze tecnologico spirituali, lo conduce attraverso la parabola del Buon Samaritano non solo a sapere chi è il prossimo ma anche a “farsi prossimo”.
Poesia
Se sei grande, in piedi, che esamini.
L’amore non lo riconosci.
Neanche se ce lo hai davanti.
Neanche se ci parli.
Neanche se lo leggi.
Prova a fare.
A farlo.
Fai l’amore, e vivrai.
Noi uomini abbiamo bisogno di leggi pure nell’amore.
E allora eccola, ecco la legge dell’amore: tutto.
Cuore, anima, corpo, mente.
Tutto.
Tutto a Dio.
Tutto a te, a me, che sono qui vicino.
Ecco la risposta che dà la vita: tutto.
Tutto a tutti.
Per sempre.
Sembra troppo, vero?
È troppo l’amore.
Tutto il cuore.
Tutta l’anima.
Tutto il corpo.
Tutta la mente.
È troppo l’amore.
È per chi ho vicino.
Non solo per chi mi va.
Ma per chi c’è.
Chi c’è vicino a te?
Io?
Devi dare tutto a me. Amare me.
Quanto?
Quanto vorresti essere amato tu. Quanto ti ami tu.
Questa è la misura.
È tanto l’amore? Si.
Non c’è misura nell’amore.
Gesù mio, fai l’amore con me?
Insegnamelo.
Segnamelo addosso.
Chi è il mio prossimo?
È un uomo.
Un uomo mezzo morto.
Che ti capita in mezzo ai piedi.
Quando vai di corsa.
Quando non vuoi vedere.
Non vuoi sapere.
E’ quello il tuo prossimo.
E’ mezzo morto. Gli devi dare la vita.
Non ha nulla. Gli devi dare del tuo.
È ferito. Devi sporcarti le mani con lui.
Il mio prossimo?
Quello di cui mi rimane l’odore addosso.
Quello che mi macchia i vestiti e mi svuota le tasche.
Questo è il mio prossimo.
E questo è l’amore.
L’amore della legge.
L’amore di Gesù.
L’amore mio.
Passa e si ferma.
Passa e lava.
Passa e cura e fascia.
Passa e lascia il posto e mi carica.
Passa e mi porta via con sé.
A guarire.
A riposare.
A tornare in vita.
E poi torna.
E io lo aspetto.
Questo è il mio prossimo.
E io lo amo.
Perché sono sua. Prossima. Vicina. Amata.
Vuoi amare come Dio?
Fermati.
Abbassati.
Toccami.
Lavami.
Fasciami.
Prendimi su di te.
Portami via.
Dammi una casa per riposare.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 10, 25-37
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù“
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