«Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati».
Detto dal Maestro… sembra tutto così semplice! Ma usare misericordia nei confronti del prossimo è un’arte veramente difficile, che pochi conoscono. Nel nostro vivere quotidiano non è certo facile relazionarci con chi ci critica, ci calunnia, con chi ci fa soffrire o ci aggredisce, rendendoci la vita faticosa e triste.
Ognuno di noi sa quale lotta deve condurre per non ripagare il male ricevuto e sa quanto sia difficile nutrire amore per chi si mostra nostra nemico. Ma, è bene sapere che, “non giudicate, non condannate, perdonate…”, non è un invito a perdere il senso della critica e della denuncia, o al non distinguere il bene dal male.
Ma è prendere coscienza delle ingiustizie in atto e denunciarle senza distruggere l’altro! Ed ecco che a quel punto Gesù tira fuori la regola d’oro: “non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te”. La reciprocità qui non è invocata come diritto, ma come dovere verso l’altro, misurato sul proprio desiderio.
Solo amando gli altri senza reciprocità, facendo del bene senza calcolare un vantaggio e donando col disinteresse, si vive la “differenza cristiana”. Siamo, dunque, chiamati ad imitare l’azione di Dio, giudicando noi stessi e gli altri secondo il suo stile benevolo ed esigente, come di chi ama davvero.
Ma non pensate che Dio sia uno smidollato che si intenerisce di fronte alle nostre debolezze! Egli capisce, comprende le nostre fragilità senza condannarci e noi dobbiamo fare lo stesso.
Come? Dimostrando amore e avendo fiducia nell’uomo.
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