CHARLES DE FOUCAULD
II DOMENICA DI AVVENTO – ANNO C
(LC 3,1-6) MT 3,1-12
Charles de Foucauld non ha commentato il Vangelo di Lc 3,1 -6, previsto per l’Anno Liturgico C. Proponiamo allora, per questa II domenica d’Avvento, il commento al passo parallelo del Vangelo di Matteo.
Imitiamo l’umiltà di S. Giovanni, degno precursore di Colui che fu «mite e umile di cuore», umiliandosi nella propria persona: «Sono indegno di portare i suoi calzari», e nelle sue opere: «Io battezzo solo nell’acqua, ma Lui…»… Sul suo esempio abbassiamoci nella nostra persona e nelle nostre opere; vediamone solo le piccolezze, le debolezze, le imperfezioni, che sole d’altronde ci appartengono, che sole sono nostre, poiché tutto ciò che c’è di buono in noi è di Dio…
Guardiamo senza fine questi due abissi che S. Giovanni ha qui davanti agli occhi e che mette davanti ai nostri: l’abisso della nostra piccolezza e l’abisso della grandezza di Dio… Guardiamo sempre noi stessi davanti a Dio, alla luce delle sue perfezioni divine (che è il solo vero modo di considerarci, poiché siamo in Dio e Dio è in noi; siamo in Lui, ci muoviamo in Lui, ci penetra completamente e ci avvolge ovunque, siamo inseparabili da Lui), vediamoci dunque sempre così come siamo accanto a lui, cioè come un niente accanto all’infinito, l’ultima miseria accanto alla suprema perfezione.
Abbiamo spesso davanti agli occhi nella preghiera questo duplice quadro, ciò che è Dio e ciò che siamo noi, e serviamoci di questo sguardo per entrare in un’umiltà sempre più profonda. Non guardiamo mai né noi né le nostre opere, né nessun uomo, né nessuna opera umana da soli, isolati da Dio, ma guardiamo sempre Dio contemporaneamente a tutte le creature e a tutte le opere delle creature; è il solo modo vero, esatto, di guardarle, poiché tutto ciò che è, tutto ciò che si compie, è e si compie in Dio, ed è il solo mezzo per averne un’idea vera, giusta, esatta, perché da questo vedere continuamente tutto in Dio, nascerà la stima delle cose nel loro giusto valore, la stima infinita di Dio e del suo amore infinito, Lui del quale avremo incessantemente davanti agli occhi le perfezioni ineffabili, e un sentimento profondo del niente di tutto il creato, di quello delle nostre opere, della nostra estrema miseria. È ciò che raccomanda S. Teresa: «Guardate Dio, dice, niente vi farà comprendere meglio la vostra miseria, niente vi stabilirà meglio nella conoscenza di voi stessi e nell’umiltà, se non il vedere le Sue perfezioni»… Più contempleremo, più ammireremo la bellezza del Nostro Beneamato, più saremo confusi per la nostra bruttezza 1.
Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo. Fonte
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
II DOMENICA DI AVVENTO – ANNO C
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 9 dicembre 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Viola
- Bar 5, 1-9; Sal.125; Fil 1, 4-6.8-11; Lc 3, 1-6
Lc 3, 1-6
Dal Vangelo secondo Luca
1Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! 5Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. 6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
- 09 – 15 Dicembre 2018
- Tempo di Avvento II
- Colore Viola
- Lezionario: Ciclo C
- Anno: III
- Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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