Commento al Vangelo del 8 novembre 2009 – don Massimo Serretti

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serretti_massimoIn questa 32.ma Domenica del Tempo Ordinario la Liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesù, insegnando nel tempio, biasima gli scribi, che vogliono avere i primi posti nelle sinagoghe e nei banchetti e pregano a lungo per farsi vedere. Loda invece una povera vedova che getta nel tesoro del tempio due monetine, mentre tanti ricchi ne gettavano molte. Quindi dice:

“Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva per vivere”.

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Nessuno è talmente povero, da ogni punto di vista, da non aver nulla da dare perché al fondo del dare c’è l’Io stesso e, alla fin fine, il serio della donazione consiste nella donazione di sé.

Benedetta Bianchi Porro, dopo una vita di sofferenze indicibili, che iniziarono dall’infanzia e si amplificarono in un crescendo senza termine, a 28 anni, prima di morire, affermava di aver ancora qualche briciola da dare. E proprio il giorno precedente la sua morte ricordava alla madre la leggenda, che le era rimasta impressa, di un mendicante che un giorno incontra il Re dei Re sul suo cocchio dorato. “Il cocchio mi si fermò accanto. Il tuo sguardo cadde su di me e scendesti con un sorriso. Sentivo che era giunto alfine il momento supremo della mia vita. Ma tu, tutto a un tratto, mi stendesti la mano dritta dicendomi: ‘Che cosa hai da darmi?’ Ah! quale regalo fu quello di tendere la tua palma regale per chiedere a un povero! Confuso ed esitante tirai fuori lentamente dalla mia bisaccia un chicco di grano e te lo diedi. Ma quale non fu la mia sorpresa quando sul finire del giorno, vuotai la mia bisaccia per terra e trovai nello scarso mucchietto un granellino d’oro! Piansi amaramente di non aver avuto il cuore di darti tutto quello che possedevo”.

Fonte: Radio Vaticana