In questo brano tocchiamo lโunicitร della fede cristiana; la fede cristiana non รจ una dottrina, non รจ unโilluminazione, non รจ una morale, non รจ unโetica, non รจ una legge, non รจ una norma, non รจ un costume, non รจ una cultura; la fede cristiana esattamente riguarda la carne, il corpo, lo scandalo del cristianesimo รจ che Dio รจ โcorpoโ. Protagonista del Vangelo รจ il โcorpo di Gesรน dato per noiโ e lโultimo miracolo di Gesรน nella sinagoga a Cafarnao รจ la guarigione della mano; la mano serve per toccare.
E abbiamo visto che la fede รจ toccare questo corpo, ma si puรฒ anche schiacciare, questo corpo; e il valore della corporeitร รจ disprezzato, ma la prima eresia cristiana รจ dire che Gesรน รจ Dio, ed il corpo non conta: lโimportante รจ che lui รจ Dio. Invece non รจ vero che Gesรน รจ Dio, mi spiego per chi lo sentisse per la prima volta. Gesรน รจ il soggetto, il soggetto รจ ciรฒ che non si conosce, Dio lo conosciamo bene, quindi applichiamo a Gesรน, facciamo di Gesรน lโattaccapanni di tutte le nostre idee, ideologie su Dio: questa si chiama idolatria.
E normalmente fanno cosรฌ anche i cristiani.
Mentre รจ vero il contrario: Dio, nessuno lโha mai visto, quel che lo rivela รจ la carne di Gesรน, lโuomo Gesรน: la sua umanitร . Quel Dio che nessuno ha mai visto, ci si รจ rivelato, per la prima volta, in questโUomo, sulla croce; in questo corpo che รจ โdato per tuttiโ, dove il corpo stesso รจ puro dono, allโaltro, quindi รจ puro martirio, testimonianza assoluta di amore.
Mentre noi vogliamo essere come quel Dio che pensava Adamo, e da qui nasce tutto il male del mondo, perchรฉ cerchiamo di imitare il Dio potente, che giudica, condanna, sta sopra la testa degli altri, il nostro Dio รจ in tutto uguale a noi; essendo uguale a noi ha dovuto scegliere di essere una persona, ma in quella persona ha toccato tutto il mondo perchรฉ รจ una persona come tutti e Gesรน si รจ sempre chiamato soltanto il โFiglio dellโuomoโ.
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Il โFiglio dellโuomoโ, perchรฉ se tu prendi un uomo e gli togli tutto quello che ha dโintelligenza, di bontร , di bellezza, di ricchezza, ecc.. chi รจ? ร un figlio di uomo.
Quindi comune a tutti gli uomini. E Lui ha assunto la nostra umanitร nel suo aspetto piรน comune e piรน nostro; la carne รจ limite, รจ materia: lโha assunta totalmente e ha fatto del limite e della materia il luogo della comunione e del dono.
Molti cristiani in realtร non sono cristiani, ma sono docetisti, la prima eresia, cioรจ รจ unโapparenza il corpo, importante che lui รจ Dio, lo so anchโio, era Dio poteva far tutto; no, no, รจ il suo corpo che rivela Dio, non le altre cose: le altre cose sono le nostre idolatrie proiettate su di lui.
Quindi vedremo questo aspetto che รจ fondamentale ed รจ lo scandalo. โCaro salutis cardoโ, dicevano gli antichi, caro รจ la carne, che รจ il cardine della salvezza, perchรฉ se non avesse assunto la nostra carne, la nostra carne non avrebbe valore, siccome noi siamo carne, siamo corpo, il corpo non ha valore. Invece รจ nel corpo che tutto viviamo.
Va bene, allora vediamo questo testo.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ ANNO B
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- Colore liturgico: Verde
- Ez 2, 2-5; Sal.122; 2 Cor 12, 7-10; Mc 6, 1-6
Un profeta non รจ disprezzato se non nella sua patria.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,1-6
In quel tempo, Gesรน venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: ยซDa dove gli vengono queste cose? E che sapienza รจ quella che gli รจ stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non รจ costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?ยป. Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesรน disse loro: ยซUn profeta non รจ disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa suaยป. E lรฌ non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarรฌ. E si meravigliava della loro incredulitร .
Gesรน percorreva i villaggi dโintorno, insegnando.
Parola del Signore
Fonte: LaSacraBibbia.net
LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELOPrima di commentare il brano, il contesto immediato: vi รจ il discorso sulla fede che รจ toccare, ma prima della fede cโerano le parabole, la Parola che spiega il mistero del seme che cade sotto terra e muore e cosรฌ produce frutto e, prima delle parabole, cโerano i suoi, i familiari di Gesรน che erano andati per prenderlo, perchรฉ dicevano: โร buono, questโuomo, Gesรน, lo conosciamo bene, perรฒ รจ matto; lo curiamo un poโ in modo che taccia e non dica parole strane e poi, coi prodigi che sa fare, ci risolve tutti i problemi; perรฒ bisogna portarlo a casa, perchรฉ non dice cose giusteโ. ร giร prospettato il rifiuto dei suoi e qui lo rifiuta tutto il paese e dietro il rifiuto dei suoi รจ profilato sia il rifiuto del suo popolo, Israele, sia di quei suoi che sono i suoi discepoli, sia di quei suoi che siamo noi, che sempre ci troviamo davanti a questo scandalo, che si racconta in questo testo, dove non si mette in discussione quel che lui fa, e quel che lui dice โรจ mirabile, รจ da Dioโ, ma โcome mai รจ questโuomo?โ.
E allora vediamo i primi due versetti, anzi il primo e la prima parte del secondo:
1E uscรฌ di lรฌ e giunge nella sua patria, e lo seguono i suoi discepoli. 2E, venuto il sabato, cominciรฒ a insegnare nella sinagoga;
Questo capitolo muove da questa indicazione di Gesรน, che esce di lรฌ, quel โlรฌโ indica la casa di Giairo, dove Gesรน ha fatto risorgere la figlia del capo-sinagoga, รจ come se venisse un poโ sottolineato il legame con il brano precedente, non รจ solamente unโindicazione logistica, ma รจ quasi un invito a tener presente quanto verrร adesso narrato con quello che ci ha appena raccontato, con quello che รจ avvenuto nella casa di Giairo e anche nellโincontro con lโemorroissa.
Ed esce di lรฌ, e giunge nella sua patria. Questo รจ da dove parte Gesรน, dalla casa di Giairo e dove arriva, Gesรน. Gesรน arriva nella sua patria, arriva a Nazareth, cioรจ arriva nel luogo dove ha vissuto trentโanni, la sua vita. Allora in un certo senso, uno puรฒ anche chiedersi come Gesรน torna nel luogo dove รจ stato, dove รจ cresciuto, dove ha coltivato le sue relazioni, dove รจ conosciuto e dove conosce. Allora questo fatto di Gesรน che torna lรฌ รจ giร un fatto ricco di per sรฉ, chissร con quale spirito arriva lui, chissร con quale spirito sarร accolto nella sua patria.
E arriva con i suoi discepoli: lo seguono i suoi discepoli, quei discepoli, anche nel capitolo terzo erano stati indicati da Gesรน come, di fatto, la sua nuova famiglia โchi รจ mia madre, chi sono i miei fratelliโ di fronte a tutti i suoi che lo chiamavano da fuori, dice: โquesti! Questi che ascoltanoโ, come dire che Gesรน torna nella sua patria, di fatto, con una โsua famigliaโ, nuova, che รจ costituita da questi discepoli e che, in un certo senso, potrebbe allargarsi ai suoi compaesani, non รจ che sono in alternativa, la possibilitร รจ offerta a tutti, cosรฌ comโรจ stata per i discepoli sarร offerta anche ai suoi compaesani di Nazareth.
Adesso proviamo a ritradurre questo, noi piรน o meno siamo cristiani, siamo suoi compaesani, lo conosciamo io da piรน di trentโanni, anche voi, chi ha piรน di trentโanni Lo conosce da piรน di trentโanni, se venisse qui, cosa diremmo? Probabilmente lo manderemmo via. Giร state leggendo il Vangelo, cose serie. il problema non รจ conoscerlo, รจ riconoscerlo. Il vangelo รจ stato scritto perchรฉ lo conoscessimo, in modo tale che quando torna, lo riconosciamo.
Lo riconosceremo quando riconosceremo in ogni uomo il โFiglio dellโuomoโ. E adesso vediamo lo scandalo perchรฉ qui si ritrovano questo, che hanno sempre conosciuto, in un paese che non รจ un grande, quanti saranno? Erano 2/300 persone, o meno, quindi si conoscono tutti bene.
Voi pensate: aver conosciuto per trentโanni Dio che era lรฌ con te che lavorava, che giocava, che scherzava, dice: โno, impossibile!โ. Che viveva da normale, imparava, andava a scuola, andava alla sinagoga, ha imparato a conoscere la Parola di Dio, assimilarla, a identificarsi, a viverla, ha imparato a balbettare prima con sua mamma, tutte queste cose semplici.
ร interessante come alcuni vedono anche in alcune parabole, per esempio la donna del levito, come dire: avrร visto sua madre, avrร visto delle signore, anche per poi parlare del Regno, utilizzerร le cose comuni, di ogni giorno, anche nel linguaggio.
Gesรน arriva a Nazareth e poi si dice che: โvenuto il sabatoโ richiama giร un sabato precedente, in cui, allโinizio del capitolo III, ha operato una guarigione dellโuomo dalla mano inaridita e hanno deciso di ucciderlo, ma anche questo fatto โvenuto il sabatoโ, certo, si sta aspettando il sabato, perchรฉ il sabato รจ il giorno in cui ci si reca nella sinagoga, ma dice anche, dalla parte di Gesรน, questo fatto: non รจ uno che รจ preso dalla fretta, attende che arrivi quel giorno, โvenuto il sabatoโ. Sa attendere il giorno giusto e comincia a insegnare nella sinagoga; come diceva Silvano, questo ambiente in cui รจ nato, la sinagoga, che lui ha frequentato, lรฌ, arriva โ la sua parrocchia, dove andava a โcatechismoโ, e quante cose gli hanno insegnato!โ e non si dice nemmeno qui, come in altri luoghi, che cosa dicesse Gesรน, ma, di fatto, coincide la sua persona con lโinsegnamento, che avviene adesso nella sua sinagoga, dove lui รจ cresciuto e perciรฒ la sottolineatura che faceva Silvano di dire: โSe Gesรน entrasse adessoโ, perchรฉ nazaretani lo siamo un poโ tutti, abbiamo una certa frequentazione, per lo meno, con Gesรน, almeno per quello che conosciamo di Gesรน, il rischio รจ, appunto, di โsapere giร โ; Gesรน, perรฒ, entra in questa sinagoga e insegna.
Pensate alla sorpresa, no, quello che noi riconosciamo come Figlio di Dio, fosse tua sorella, che ti scoccia, tuo cugino: ed รจ cosรฌ. Il regno di Dio verrร quando noi riconosceremo il Figlio di Dio in qualunque persona, ognuno sarร โil Messiaโ per lโaltro, ognuno sarร il โFiglio di Dioโ per lโaltro, allora saremo tutti Figli di Dio, che avremo lo stesso amore del Padre per tutti, quindi non รจ a caso che Gesรน si รจ fatto uomo concreto, poi non aveva fratelli, per cui erano fratelli tutti gli altri un poโ. Pensare che Dio รจ uno di noi, ecco quando riusciremo a pensare questo, che ognuno di noi รจ figlio di Dio, ma realmente, allora abbiamo capito qualcosa di noi e degli altri e di Dio, ma cosรฌ come siamo, non perchรฉ siamo piรน bravi o perchรฉ facciamo volare via gli uccellini di argilla.
Vediamo la seconda parte del secondo versetto:
e molti, ascoltandolo, erano scossi dicendo: Donde a costui queste cose? E quale sapienza data a costui? E codesti prodigi operati dalle sue mani?
Allora questa รจ la reazione di fronte a Gesรน che insegna, appunto molti che lo ascoltano e rimangono scossi, rimangono colpiti, รจ qualcosa che colpisce e, ne sono ben consapevoli di questo, ma quello di cui non riescono a rendersi consapevoli รจ appunto che queste cose vengano dette da questa persona, che loro conoscono bene: โcostuiโ.
Mi meraviglia che quella persona che conosco sia intelligente: no, impossibile, lo conosco! Cโรจ da dire che abbiamo giร catalogato tutto! Dove la meraviglia non รจ in quello che dice o in quello che fa, ma che sia โcostuiโ, che conosco, no, impossibile! Lโassurdo รจ che sia questo che conosco io, non so se รจ chiaro.
Tra lโaltro la parola colpiti, scossi, meravigliati indica sempre la meraviglia: Marco usa solo mille vocaboli, quindi pochissimi, ma usa otto vocaboli diversi, usati trenta volte per indicare la meraviglia, cioรจ che resti colpito, scosso, perchรฉ cโรจ qualcosa di nuovo, perรฒ qui la novitร รจ pervertita, cioรจ quel che dice โno รจ impossibile, come mai proprio Lui che conoscoโ, non so se intuite, proprio Lui, figlio di Dio; proprio io, proprio tu, sarร un altro, ma non noi, e invece no! Proprio Lui, e in quellโuomo tocca ogni uomo ed รจ lรฌ il principio del cristianesimo, che ogni uomo poi realmente, non solo รจ chiamato, รจ realmente figlio di Dio, questo รจ il senso dellโincarnazione, il nostro corpo รจ corpo di Dio, tempio dello Spirito, per questo risorgiamo; non รจ un modo di dire e per questo Dio ci ha fatti, per essere come lui, suoi figli, quindi lo scandalo รจ proprio il principio di tutto questo scandalo, e noi invece lo dimentichiamo, perchรฉ mettiamo Gesรน con tante aureole, con tanti fronzoli, angioletti, per cui non รจ piรน nessuno di noi, e Gesรน non รจ mai stato cosรฌ, รจ โcostuiโ; e poi sรฌ, รจ vero, fa queste cose, i prodigi, la sapienza, ma come mai?
Infatti, mi viene in mente che noi a volte abbiamo un poโ queste attese: quando arriva Gesรน lo riconosciamo di sicuro, come in certi film in cui non puรฒ essere che lui, poi cโรจ la musica di sottofondo, quando arriva รจ lui, oppure pensiamo che vada in giro con lโaureola, per cui appena si muove, no! Perchรฉ, di fatto, i suoi compaesani, non รจ che sono scossi, sono scandalizzati dalle cose, dalla sapienza, ma che sia Lui, a fare quelle cose lรฌ, questa persona qui. ร questo che rende appunto incredibile la faccenda, di fatto qui avviene lo scandalo, quando si diceva che si potrร riconoscere anche in ogni persona il figlio di Dio. Quasi a dire che io ho giร i miei schemi, conosco giร come deve essere Dio, allora dico: รจ impossibile che sia quella persona, ed invece di lasciarmi mettere in questione da quella persona, da quello che dice, da quello che fa, โ e la conosco beneโ io la metto in questione, รจ impossibile, le sue mani, si dirร nellโaltro versetto, le mani di un falegname, i prodigi operati dalle sue mani. Quello che fa scandalo รจ che sono le โsue maniโ, quando si parlava prima del corpo, adesso sono le mani di questa persona.
Fossero state le mani di un taumaturgo, di un mago, che faceva magie giร da piccolo, o di un violinista, di un pianista, non cโera allora il piano, allora capisco, no, le sue mani, e โ spiegherร dopo โ di falegname.
ร come se la nostra attesa di Dio avesse bisogno sempre di qualcosa di sensazionale, di inspiegabile, e quello che รจ straordinario, che รจ veramente divino, รจ che il Signore arrivi come uno di noi, questo รจ veramente opera di Dio.
E che ognuno di noi, poi, รจ come lui, non solo รจ chiamato figlio, ma รจ realmente figlio, se ascolta questa parola, se accetta il suo limite come luogo di comunione, e la sua quotidianitร , e accetta lโaltro come figlio di Dio, come suo Signore, รจ il regno di Dio, e finalmente cโรจ il paradiso sulla terra. La stima infinita di ognuno, anche dellโultimo degli uomini, anche di quelli che si credono grandi, poverini, anche loro sono figli di Dio, lโunica cosa che hanno di grande e non lo sanno.
Vediamo la seconda parte di questa obiezione che รจ il versetto 3:
3 Non รจ questi il falegname, il figlio di Maria e fratello di Giacomo e Giuseppe e Giuda e Simone? E le sue sorelle non sono qui tra noi? E si scandalizzavano di lui.
Faccio un passo indietro, prima ancora, ma รจ lo stesso, no, che se โcostuiโ fosse stato figlio del sommo sacerdote o almeno di una persona potente, o possibilmente del divino Cesare Augusto, o anche di Erode, non importa, e di Salomรจ, non importa, purchรฉ fosse una persona eccezionale lโavremmo anche accettato, invece che sia proprio โcostuiโ, le sue mani, le sue mani, scusa รจ quello che mi ha fatto il manico della zappa lโaltro ieri
Che il Figlio di Dio, che รจ il Messia, sia il falegname del mio paese โ che non era il falegname della Brianza โ proprio diventa, per queste persone, il motivo di scandalo. Gente che appunto frequenta la sinagoga, potremmo dire noi, che ci troviamo a leggere le Parola, ad andare in chiesa, questo scandalo, colpisce proprio queste persone, che in un certo senso, possono avere lo svantaggio di presumere di conoscerlo, e quando arriva, non lo riconoscono.
Non lo riconoscono, perchรฉ lo conoscono, รจ il falegname: รจ Gesรน che viene identificato col mestiere che fa: il falegname.
ร bello: la sua identitร รจ il suo lavoro: calzolaio, falegname
Cosรฌ viene identificato e poi viene identificato nel suo lavoro, nella sua professione e nella Sua rete di relazioni: conosciamo la madre, conosciamo i fratelli, le sorelle, i parenti vicini, le sorelle stanno qui da noi, come dire, abbiamo la situazione sotto controllo e non riescono a tenere insieme le due cose: di fronte alla sapienza e ai prodigi e di fronte alla conoscenza delle relazioni, della persona, prevale questa.
Anche perchรฉ se accetto che quello รจ il Messia e poi capiremo che รจ il Figlio di Dio, allora vuol dire che chiunque di noi รจ come lui, non รจ un uomo eccezionale, รจ โlโuomoโ, e basta. ร il Figlio dellโuomo, che รจ il senso di ogni uomo. Per questo รจ la salvezza di ogni uomo, Gesรน. Fosse stato il โgrande profetaโ, che fa cose strabilianti, invece, ha fatto per trentโanni il falegname, lo conoscono tutti.
Tra lโaltro รจ bello, trentโanni sono una vita, in fondo. Quindi la sua vita รจ stata una vita ordinaria ed รจ il riscatto dellโordinarietร di ogni vita: ha pianto, ha riso, ha fatto pipรฌ, popรฒ, ha imparato a balbettare, ha succhiato il latte, poi รจ cresciuto, ha giocato, si รจ graffiato, avrร anche litigato un poโ โ spero proprio โ carattere del sud anche lui, รจ vivace, certamente non era un tipo spento, cioรจ che tutta la nostra vita รจ riscattata ed รจ divina e non cโรจ frazione della nostra vita che sia insignificante.
Come se, a volte, possiamo avere la tentazione di dire: ma, io non credo perรฒ se io vedessi il Signore allora sรฌ, gli credo, se mi appare qui, gli credo. I nazaretani pensavano di credere in Dio: quando gli รจ apparso: no, non รจ Lui. Ne aspetteranno un altro, perchรฉ รจ impossibile che Dio sia cosรฌ, come se noi ci aspettassimo sempre un Dio che ci allontana dalla nostra condizione, mentre lรฌ si accorgono di avere davanti un Dio che sposa completamente la nostra condizione, non ci porta fuori dalla nostra realtร , ma ci dona di vivere la nostra realtร con un altro spirito.
Per questo รจ salvezza del corpo, dellโumanitร , e non รจ una religione, una legge, una dottrina.
ร proprio il corpo di Gesรน, che appunto siamo chiamati a riconoscere, in questo modo.
Ha detto: โil corpo di Gesรนโ: i Vangeli sono nati attorno allโEucaristia, per spiegare cosa sono le parole: โprendete e mangiate, questo รจ il mio Corpo, dato per voi, mangiate, assimilate questo Corpoโ.
Per paradossale che sia, il Signore diventa lo scandalo della fede, si scandalizzavano di lui, non delle cose che dice o dei prodigi che ha fatto, ma di โluiโ, รจ lui che fa problema, quello che dovrebbe motivare la nostra fede, il Signore, diventa motivo di scandalo della nostra fede, si inciampa su questo, ma in questo modo, sottolineando ancora di piรน, come diceva Silvano allโinizio: โche cosโรจ, la nostra fede?โ.
Che non vogliamo un Dio che sia come noi, che sposa i nostri limiti, la nostra fragilitร , la nostra debolezza, e fa di questi il luogo di comunione, cioรจ il luogo di Dio, dellโamore; vorremmo che fosse qualcosa che ti tira fuori dal limite, che ti fa andare in delirio, insomma, come sono tutte le persone che vogliono essere come Dio, che vogliono essere importanti: sono deliranti.
Cโรจ unโespressione di una preghiera eucaristica che dice: โha condiviso in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umanaโ. Lโha condivisa in tutto.
E il peccato รจ non condividere la condizione umana, tra lโaltro, รจ dividersi dagli altri.
Per cui potremmo dire: non cโรจ condizione umana che non abbia, vicino a sรฉ, la presenza di questo Signore. Che lโha condivisa in tutto. Unโespressione di Paolo VI diceva che lโumanesimo cristiano non รจ quello dellโuomo che si fa Dio, ma del Dio che si fa uomo, cioรจ il processo รจ esattamente il contrario di quello che ci aspetteremmo, appunto quello dellโincarnazione.
Guardate che noi cristiani mediamente a queste cose non ci crediamo: sรฌ, ci crediamo, forse, perรฒ se arriva lo mandiamo via, Lo mandiamo dalla Caritas; passi unโaltra volta, adesso non ho qui gli spiccioli. ร vero, confesso il mio peccato, ma รจ vero, รจ cosรฌ!
Anche mi fa venire in mente adesso, il problema della Caritas, quando Matteo nella parabola del Giudizio dirร : โQuando mai ti abbiamo visto?โ Come? โAssetato, affamato, nudo, in carcere, malato, forestiero, ecceteraโ. Lรฌ lo vediamo. Cioรจ chi impara a riconoscere in questo Gesรน, il Signore, impara a riconoscere il Signore in ogni persona, possiamo vederlo, allora la questione non รจ che il Signore non ci sia, ma che non lo sappiamo riconoscere.
Anche in chi dice che gli altri.. no?
Anche in quelli!
Anche in quelli! Figli di Dio anche loro, anche noi, allora!
Anche noi. Questo รจ il punto. Allora, come dire, capiamo bene che in quella sinagoga, allora, cโรจ la presenza del Signore, e possono scoprire che quella presenza cโรจ giร stata. Cioรจ la presenza lรฌ di Gesรน in quel momento, consente, o dovrebbe consentire a queste persone, di rivedere indietro tutto quello che รจ stato e dire: ma il Signore era qui e noi non lo sapevamo. Questa รจ la sorpresa dei nazaretani, questa รจ la nostra sorpresa.
Era quel bambino bisognoso, quellโadolescente discolo, magari, era quello e poi sarร quello in croce, perchรฉ non Lo vogliamo accettare.
Appunto o si parte dalla pretesa di conoscere giร questo Signore, ma allora diventa davvero, come si diceva lโattaccapanni, di quello che noi pensiamo, gli mettiamo addosso tutto โ le ideologie cristiane sono tremende, peggiori di tutte โ oppure accogliamo la rivelazione di Dio che Gesรน ci fa.
E sapete che Gesรน, il nostro Dio, รจ stato ucciso per bestemmia, dalle persone religiose, perchรฉ questa sarebbe una bestemmia, e invece รจ il progetto di Dio, che vuol essere tutto in tutti e che ci ha fatti come lui e lui si รจ fatto come noi, per mostrarci chi siamo noi e chi รจ lui.
Come se per difendere la grandezza di Dio, noi rifiutiamo Gesรน: รจ impossibile che sia cosรฌ, Dio รจ piรน grande; per motivi religiosi, si puรฒ negare che Gesรน sia Dio, che questa persona, che la carne di questa persona, questo falegname di Nazareth, sia il Messia, in mezzo a noi.
Capite che cambia tutti i tipi di religiositร , di relazione con le persone, in casa, fuori casa, tra i popoli, con Dio, e con noi stessi. Conoscere la nostra quotidianitร , il nostro limite come luogo del divino, non i nostri deliri.
E di fronte allora ai prodigi e alla sapienza, non dico โcome mai รจ costui?โ, ma dirรฒ โguarda che prodigi!โ, โguarda che sapienza!โ.
Qui si possono dire tante cose, ma รจ molto bello che il nostro Dio sia โil falegnameโ. Dove il falegname non era una persona importante come da noi, lรฌ ogni famiglia aveva della terra, solo quando andava in miseria, avendo perso la terra, faceva quei mestieri che un contadino normalmente fa da sรฉ nei tempi morti: quando รจ inverno si fa lui gli attrezzi, li aggiusta.
Siccome Lui non aveva piรน terra, la Sua famiglia, allora, faceva questo mestiere, umile. Non era come il โfine intagliatoreโ di cui parlava Fisichella. Faceva i presepi della Val Gardena o dei crocefissi, un gran commercio.
E guardate รจ il riscatto di tutta lโumanitร , questi trentโanni, questโessere falegname, queste sue mani di lavoratore.
E anche il fatto che i suoi compaesani possano dire appunto che lo conoscono, conoscono il mestiere, conoscono la madre, conoscono i parenti, le sorelle sono qui, da un lato ci dice che queste persone, di Gesรน, conoscono tutto e, in un certo senso, il nostro Dio, non ha nulla da nascondere, non รจ che ha chissร quale dottrina segreta. Non ha nulla da nascondere, si fa conoscere, non รจ che bisogna sempre aspettare chissร quali cose, chissร quali misteri, no, nessun mistero, nessuna straordinarietร ; semmai lo straordinario รจ che si rivela cosรฌ, nella normalitร , nella quotidianitร , in trentโanni vissuti lรฌ.
E guardate che come criterio del discernimento dello Spirito di Dio, la prima Lettera di Giovanni, capitolo IV versetto 2, se mi ricordo, dice: โChi non crede nel Figlio di Dio venuto nella carne non รจ da Dioโ. Lo Spirito di Dio ti fa riconoscere la carne, il Figlio ci รจ rivelato nella carne di Gesรน, Dio stesso, il Verbo si รจ fatto carne, Dio nessuno lโha mai visto, lui ce lโha raccontato nella sua carne e la carne di Gesรน รจ lโesegesi di Dio, dice Giovanni, รจ il racconto di Dio, tutto il Vangelo.
In modo che diventi la nostra carne tutta il racconto di Dio; perchรฉ la nostra vita รจ un racconto, cioรจ ciรฒ che viviamo รจ il nostro vero racconto, la nostra storia vera, la nostra identitร . E si scandalizzavano.
Inciampano. Gesรน diventa qui la pietra in cui inciampa il cammino di queste persone, perchรฉ รจ proprio la sua persona che crea questโinciampo. Invece di essere la pietra su cui fondare, diventa invece la pietra che scandalizza, che fa inciampare il cammino di queste persone, quelle che sono nella sinagoga, che hanno giร i loro schemi, che hanno giร le loro attese.
Ripensavo un poโ a quando Paolo dice in 2 Cor 5,16: โse ho conosciuto Gesรน nella carne, questo vale niente, devo conoscerla attraverso lo spirito, quella carneโ e cosรฌ Ebrei 2,11, dice โnon si รจ vergognato di chiamarsi nostro fratelloโ; e dice la sposa del cantico, che รจ lโumanitร , allo sposo, che รจ Dio: โse tu fossi mio fratelloโ รจ il desiderio dellโuomo; ed รจ nostro fratello, e siccome รจ nostro fratello, non lo vogliamo! Perchรฉ รจ come noi. ร il mistero di ciascuno di noi, riconoscere Dio in noi e negli altri.
Il fatto di non accogliere Gesรน cosรฌ, come dire non accolgo la possibilitร che mi รจ offerta di una vita simile alla sua, di questa possibilitร , che viene offerta; perchรฉ in un certo senso non devo aspettarmi unโaltra condizione, ma mi รจ data la possibilitร giร da adesso di vivere da figlio.
Cosรฌ come sono e col mio carattere, anche se sono bresciano, di Pinzolo, con tutti i limiti che possiamo avere, come gli apostoli, che erano beceri come noi! Non erano gente allevata a becchime di facoltร teologiche.
ร bella questa normalitร di Dio, che ogni uomo, ogni figlio di uomo รจ figlio di Dio, e lo standard รจ questo: non quello che dice, ma quello che fa. ร la carne. Lโidentitร .
4 E diceva loro Gesรน: Non cโรจ profeta disprezzato se non nella sua patria e tra i suoi congiunti e nella sua casa.
Adesso vengono riportate le parole esplicite di Gesรน, mentre dellโinsegnamento non viene riportato nulla, adesso vengono riportate queste parole, probabilmente un proverbio, cโรจ anche un proverbio dalla sua e, quello che Gesรน dice, che appunto questo รจ il rischio, che ci sia un disprezzo, proprio nella sua patria, tra i suoi congiunti, nella sua casa; in chi appunto ritiene di conoscerlo o di conoscerlo giร .
E per noi adesso, al di lร della situazione di Gesรน, a livello di relazioni personali, se io pretendo, presumo di conoscere una persona, povera quella persona! Perchรฉ in un certo senso sarร obbligata a rientrare nei miei schemi, io non vedrรฒ altro che quello che ho sempre visto e non darรฒ mai allโaltra persona la possibilitร di essere diversa, arriverรฒ a negare lโevidenza, come fanno questi qui. Purchรฉ sia confermato quello che io penso, andrรฒ avanti per la mia strada.
La riprova contraria, conoscete persone importanti di cui avete stima? Grande stima. Pensate se quelle persone importanti fossero vostra sorella, vostro fratello, vostro figlio, vostra madre. eh, No, quello no, lo conosco! Se quando non lo conoscete รจ importante, quando lo conoscete: insomma รจ come me! ร lรฌ la cosa importante da capire, chi siamo noi; non so se mi spiego, disprezziamo la realtร รจ solo quando una persona non la conosciamo, o cโha un certo alone, o รจ apparsa in televisione, oh, รจ importante! Se no รจ un povero fesso, quindi un povero Cristo davvero, cui voler molto bene, perchรฉ ne ha tanto bisogno.
ร come se attraverso anche queste parole Gesรน aiutasse i suoi compaesani a prendere consapevolezza, come dire: provate a riflettere anche su questo detto, che cโรจ e mettetelo in relazione a quello che sta avvenendo, cercate di leggere la vostra situazione, qui non รจ tanto che Gesรน conosca un calo dellโautostima, perchรฉ quelli non lo riconoscono. Il problema non รจ suo; il problema รจ di chi, non riconoscendo Lui, non scopre neanche le proprie possibilitร , questa รจ la questione.
ร come me, quindi Lo disprezzo. Ah, ho capito che apprezzamento hai di te! E lui vuole alzare la stima che abbiamo di noi: siamo come lui, cosa vuoi di piรน?
ร il disprezzo della condizione umana, il rifiuto della nostra condizione, che buttiamo allโesterno.
Anche i razzisti, chi detesta qualcuno รจ perchรฉ disprezza se stesso, se uno apprezza se stesso, lโaltro รจ uguale a lui; se lo disprezza siccome รจ uomo, in realtร , disprezza se stesso.
5 E lรฌ non poteva fare nessun prodigio, solo, imposte le mani a pochi infermi, li curรฒ.
Siccome non cโera fede non ha potuto far prodigi; e qui cโรจ una cosa che i prodigi, non li fa Gesรน, รจ la tua fede che ti ha salvato, i prodigi li ha fatti la fede, cosรฌ dice a Giairo: โcontinua ad aver fedeโ e sarร la fede di Giairo che risusciterร la figlia. Quindi il prodigio lo fa la fede.
E qui vorrei fare un racconto, che mi diceva giร mia mamma da piccolo, poi lโho trovato su san Bernardo.
Cโera una volta un cane, che si chiamava Boninforte, un bel cane, grosso; una coppia che viveva in campagna, aveva questo cane fedelissimo, dovevano andar fuori, hanno lasciato lรฌ la culla del bambino, col cane vicino, cosรฌ erano tranquilli, poi non succede mai nulla. Poi tornano e vedono la culla rovesciata e il cane gli viene incontro correndo, e vede che รจ insanguinato.. โoddio, ha mangiato il bambino!โ. Allora aveva lo spiedo, dice โe prese e lo anciseโ, e lo uccise, allโistante, il cane Boninforte. Poi va lรฌ, vede la culla rovesciata e vicino un grande serpente, contro il quale il cane aveva lottato e aveva ucciso il serpente e allora, pentito, fa la tomba sul ponte che porta alla chiesa, per il suo cane โa Boninforteโ e gli metteva i fiori; poi morto lui, continuano le donne a mettere i fiori e poi, pensando che fosse un santo, continuavano a mettere fiori e siccome lo pregavano, faceva miracoli. Faceva veramente i miracoli; โet era uno caneโ dice san Bernardino! Non รจ mica lui, il cane, รจ la tua fede! Per quelli che cercano miracoli, ha fatto questo bel racconto, รจ bellissimo: โet era uno caneโ.
Capite lโimportanza della fede? Perchรฉ Dio esiste: se tu hai fiducia lo accogli, se lo respingi, รจ chiaro che non puรฒ far nulla. Se tu consideri lโaltro fratello, davanti a te, figlio di Dio, ma questo รจ il grande miracolo! ร cambiato tutto nella vita, sua e tua; ma questo lo fa la mia fede, mentre noi andiamo in cerca dei prodigi che magari mi fa spuntare un orecchio nuovo, no dei capelli!
Mi viene in mente, proprio sul fatto della nostra fede, che qui, al versetto primo si diceva: โuscรฌ di lรฌโ, cioรจ nella casa di Giairo, dove, perchรฉ Giairo, appunto, ha continuato ad aver fede, Gesรน ha resuscitato, invece si dice qui: โe lรฌโ, cioรจ nella sinagoga, โnon poteva fare nessun prodigioโ, tra un luogo e lโaltro, tra un โlรฌโ e un โlรฌโ, quello che cambia, appunto, รจ lโatteggiamento di chi รจ con Gesรน. Gesรน รจ Lo stesso: era Lo stesso nella casa di Giairo, รจ Lo stesso qui; non รจ cambiato, nel tragitto; quello che รจ cambiato nel tragitto รจ che lร cโera un capo-sinagoga, Giairo, che ha accolto la parola di Gesรน: โcontinua ad avere fedeโ, qui invece, appunto, questo non รจ possibile, e Gesรน si rivela in quella che รจ la sua, possiamo chiamarl,a โdebolezzaโ: โnon poteva fare nessun prodigioโ, non poteva! Lui รจ onnipotente, no, non puรฒ. I compaesani riescono a far questo: a impedirgli di fare appunto i prodigi, questi prodigi. Ed invece โa pochiโ, quelli che avranno fede, questa โimposte le maniโ, tornano ancora i prodigi e le mani, che citavano, sono le mani di Gesรน. Cโรจ questa relazione, cโรจ questo incontro.
Ed รจ la nostra fede che ammette lโincontro, se tu lo respingi, non puรฒ. Insomma, piove, se tutti apriamo lโombrello, ecco, nessuno si bagna, va bene; ma se la pioggia fosse la grazia di Dio, come lo รจ, noi apriamo tutto lโombrello delle nostre difese.
Invece รจ accogliendo lโโuomoโ, lโaltro, che accolgo il Signore e allora nasce il prodigio.
Vuol dire che anche appunto i prodigi non sono dei tentativi in cui il Signore forza, no ci sono se cโรจ la fede delle persone. Gesรน non รจ uno che viene a fare chissร quali numeri, non รจ questo che รจ in gioco lโabbiamo visto nel capitolo precedente, con lโemorroissa, con la figlia di Giairo.
6a E si meravigliava della loro non fede.
Qua Gesรน si meraviglia โ al versetto 2 erano gli altri che erano scossi per la sua persona โ qua รจ Gesรน che si meraviglia di qualcosa che appunto lo colpisce che รจ la loro non fede; qualcosa che, Gesรน non conosceva ancora. La meraviglia di Gesรน riguarda da un lato la nostra non fede o la nostra fede; in un caso o nellโaltro รจ qualcosa che mette in evidenza quella che รจ la parte della nostra libertร , che meraviglia il Signore quando cโรจ e lo meraviglia quando non cโรจ.
ร bello questo, che siamo la meraviglia di Dio, perchรฉ รจ tale il rispetto della nostra libertร . Credere รจ un atto di libertร somma:
uno puรฒ non credere e si meraviglia: โCome? Come non crede?โ. โScusa, viviamo di fiducia, se non crede, questo non vive..โ e quindi si meraviglia, dice: โCome mai non cโรจ?โ. E quando trova la fede, dice: โOh, che bello!โ che meraviglia!โ cioรจ รจ sempre meravigliato perchรฉ รจ una cosa inedita, ciรฒ che noi facciamo, della nostra fiducia, se vogliamo aver fiducia o non averla; siamo liberi di credere o non credere, tutti uguali. E questi sono i suoi, che sarebbero i credenti, per sรฉ, i suoi, di fatto, la sua famiglia, quelli che gli appartengono, che non credono; quelli che credono di credere, e di conoscerlo bene. E siamo la meraviglia di Dio, sia quando crediamo, sia quando non crediamo. Si sorprende perchรฉ รจ lโatto supremo della nostra libertร .
Questa non fede, che rispetto al capitolo precedente, richiama ancora con piรน forza la parola dellโemorroissa, la sua fede e la fede di Giairo. Dove era stata presente questa fede, si presenta la vita; cioรจ il frutto di quella fede, che non รจ unโadesione cosรฌ a chissร quale dottrina, ma รจ che la gente riprende a vivere, come lโemorroissa, come la figlia di Giairo: il frutto รจ quello. Per cui, di fatto, impedendo questo, queste persone impediscono a loro stesse di vivere.
Non รจ solamente una questione di presa di posizione di fronte a Gesรน.
Tra lโaltro questo brano, nel parallelo di Luca, finisce in modo anche abbastanza piรน cruento: decidono di buttarlo giรน dalla rupe del villaggio. Quindi la prima predica che fa a Nazaret รจ col lancio del predicatore dalla rupe: bel risultato!
Ecco, e lโincredulitร , come la cura, Dio? La cura esattamente con la nostra incredulitร : lui finirร in croce, perchรฉ non gli abbiamo creduto, come bestemmiatore e malfattore e proprio il suo finire in croce รจ la medicina omeopatica, che ci salva; cioรจ mostra che anche se lo uccidiamo, lui ci ama, allora puoi aver fiducia, dร la vita per noi, allora veramente รจ Dio, perchรฉ Dio รจ uno che dร la vita, non uno che la toglie.
Dio รจ Uno che ama senza condizione, allora posso aver fiducia, Dio non รจ quello che pensava Adamo, che รจ uno che ti vuol fregare e giudicare, no, Dio addirittura si รจ fatto totalmente uguale a noi, per dirci che anche noi siamo come Lui.
E guardate che incarnare il cristianesimo in questa quotidianitร , nella carne, รจ proprio il cristianesimo della liberazione dalla falsa immagine di Dio e di uomo ed รจ la divinizzazione dellโumanitร e del mondo.
E noi facciamo eucarestia, tutta la nostra liturgia, eucarestia, per ringraziare di che cosa? Di questo corpo dato per noi e noi mangiamo, nel senso che ci alimentiamo, viviamo di questo corpo, attraverso la parola che ce lo fa conoscere, in modo di essere questo corpo.
questo corpo che abbiamo preso, perchรฉ ognuno di noi lโha preso, rendiamo grazie, ringraziamo perchรฉ ce lโha dato, e siamo capaci di donarlo a nostra volta e questo รจ il circolo della vita: prendere come dono dโamore e sapere dare per amore, questa รจ la vita stessa di Dio, che viviamo nel corpo, siamo il tempio di Dio, il corpo di Dio.
Spunti di riflessione
- Perchรฉ i suoi, che lo conoscono bene, non lo accettano? Se fosse stato figlio dellโimperatore, lโavrebbero rifiutato?
- Noi, che siamo i suoi, accettiamo Gesรน comโรจ: povero, umile e servo di tutti?