Commento al Vangelo del 8 Luglio 2018 โ€“ p. Silvano Fausti

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In questo brano tocchiamo lโ€™unicitร  della fede cristiana; la fede cristiana non รจ una dottrina, non รจ unโ€™illuminazione, non รจ una morale, non รจ unโ€™etica, non รจ una legge, non รจ una norma, non รจ un costume, non รจ una cultura; la fede cristiana esattamente riguarda la carne, il corpo, lo scandalo del cristianesimo รจ che Dio รจ โ€œcorpoโ€. Protagonista del Vangelo รจ il โ€œcorpo di Gesรน dato per noiโ€ e lโ€™ultimo miracolo di Gesรน nella sinagoga a Cafarnao รจ la guarigione della mano; la mano serve per toccare.

E abbiamo visto che la fede รจ toccare questo corpo, ma si puรฒ anche schiacciare, questo corpo; e il valore della corporeitร  รจ disprezzato, ma la prima eresia cristiana รจ dire che Gesรน รจ Dio, ed il corpo non conta: lโ€™importante รจ che lui รจ Dio. Invece non รจ vero che Gesรน รจ Dio, mi spiego per chi lo sentisse per la prima volta. Gesรน รจ il soggetto, il soggetto รจ ciรฒ che non si conosce, Dio lo conosciamo bene, quindi applichiamo a Gesรน, facciamo di Gesรน lโ€™attaccapanni di tutte le nostre idee, ideologie su Dio: questa si chiama idolatria.

E normalmente fanno cosรฌ anche i cristiani.

Mentre รจ vero il contrario: Dio, nessuno lโ€™ha mai visto, quel che lo rivela รจ la carne di Gesรน, lโ€™uomo Gesรน: la sua umanitร . Quel Dio che nessuno ha mai visto, ci si รจ rivelato, per la prima volta, in questโ€™Uomo, sulla croce; in questo corpo che รจ โ€œdato per tuttiโ€, dove il corpo stesso รจ puro dono, allโ€™altro, quindi รจ puro martirio, testimonianza assoluta di amore.

Mentre noi vogliamo essere come quel Dio che pensava Adamo, e da qui nasce tutto il male del mondo, perchรฉ cerchiamo di imitare il Dio potente, che giudica, condanna, sta sopra la testa degli altri, il nostro Dio รจ in tutto uguale a noi; essendo uguale a noi ha dovuto scegliere di essere una persona, ma in quella persona ha toccato tutto il mondo perchรฉ รจ una persona come tutti e Gesรน si รจ sempre chiamato soltanto il โ€œFiglio dellโ€™uomoโ€.

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Il โ€œFiglio dellโ€™uomoโ€, perchรฉ se tu prendi un uomo e gli togli tutto quello che ha dโ€™intelligenza, di bontร , di bellezza, di ricchezza, ecc.. chi รจ? รˆ un figlio di uomo.

Quindi comune a tutti gli uomini. E Lui ha assunto la nostra umanitร  nel suo aspetto piรน comune e piรน nostro; la carne รจ limite, รจ materia: lโ€™ha assunta totalmente e ha fatto del limite e della materia il luogo della comunione e del dono.

Molti cristiani in realtร  non sono cristiani, ma sono docetisti, la prima eresia, cioรจ รจ unโ€™apparenza il corpo, importante che lui รจ Dio, lo so anchโ€™io, era Dio poteva far tutto; no, no, รจ il suo corpo che rivela Dio, non le altre cose: le altre cose sono le nostre idolatrie proiettate su di lui.

Quindi vedremo questo aspetto che รจ fondamentale ed รจ lo scandalo. โ€œCaro salutis cardoโ€, dicevano gli antichi, caro รจ la carne, che รจ il cardine della salvezza, perchรฉ se non avesse assunto la nostra carne, la nostra carne non avrebbe valore, siccome noi siamo carne, siamo corpo, il corpo non ha valore. Invece รจ nel corpo che tutto viviamo.

Va bene, allora vediamo questo testo.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ ANNO B

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Un profeta non รจ disprezzato se non nella sua patria.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,1-6

In quel tempo, Gesรน venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.

Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: ยซDa dove gli vengono queste cose? E che sapienza รจ quella che gli รจ stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non รจ costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?ยป. Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesรน disse loro: ยซUn profeta non รจ disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa suaยป. E lรฌ non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarรฌ. E si meravigliava della loro incredulitร .
Gesรน percorreva i villaggi dโ€™intorno, insegnando.

Parola del Signore

Fonte: LaSacraBibbia.net

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Prima di commentare il brano, il contesto immediato: vi รจ il discorso sulla fede che รจ toccare, ma prima della fede cโ€™erano le parabole, la Parola che spiega il mistero del seme che cade sotto terra e muore e cosรฌ produce frutto e, prima delle parabole, cโ€™erano i suoi, i familiari di Gesรน che erano andati per prenderlo, perchรฉ dicevano: โ€œร‰ buono, questโ€™uomo, Gesรน, lo conosciamo bene, perรฒ รจ matto; lo curiamo un poโ€™ in modo che taccia e non dica parole strane e poi, coi prodigi che sa fare, ci risolve tutti i problemi; perรฒ bisogna portarlo a casa, perchรฉ non dice cose giusteโ€. รˆ giร  prospettato il rifiuto dei suoi e qui lo rifiuta tutto il paese e dietro il rifiuto dei suoi รจ profilato sia il rifiuto del suo popolo, Israele, sia di quei suoi che sono i suoi discepoli, sia di quei suoi che siamo noi,  che sempre ci troviamo davanti a questo scandalo, che si racconta  in questo testo, dove non si mette in discussione quel che lui fa, e quel che lui dice โ€œรจ mirabile, รจ da Dioโ€, ma โ€œcome mai รจ questโ€™uomo?โ€.

E allora vediamo i primi due versetti, anzi il primo e la prima parte del secondo:

1E uscรฌ di lรฌ e giunge nella sua patria, e lo seguono i suoi discepoli. 2E, venuto il sabato, cominciรฒ a insegnare nella sinagoga;

Questo capitolo muove da questa indicazione di Gesรน, che esce di lรฌ, quel โ€œlรฌโ€ indica la casa di Giairo, dove Gesรน ha fatto risorgere la figlia del capo-sinagoga, รจ come se venisse un poโ€™ sottolineato il legame con il brano precedente, non รจ solamente unโ€™indicazione logistica, ma รจ quasi un invito a tener presente quanto verrร  adesso narrato con quello che ci ha appena  raccontato, con quello che รจ avvenuto nella casa di Giairo e anche nellโ€™incontro con lโ€™emorroissa.

Ed esce di lรฌ, e giunge nella sua patria. Questo รจ da dove parte Gesรน, dalla casa di Giairo e dove arriva, Gesรน. Gesรน arriva nella sua patria, arriva a Nazareth, cioรจ arriva nel luogo dove ha vissuto trentโ€™anni, la sua vita. Allora in un certo senso, uno puรฒ anche chiedersi come Gesรน torna nel luogo dove รจ stato, dove รจ cresciuto, dove ha coltivato le sue relazioni, dove รจ conosciuto e dove conosce. Allora questo fatto di Gesรน che torna lรฌ รจ giร  un fatto ricco di per sรฉ, chissร  con quale spirito arriva lui, chissร  con quale spirito sarร  accolto nella sua patria.

E arriva con i suoi discepoli: lo seguono i suoi discepoli, quei discepoli, anche nel capitolo terzo erano stati indicati da Gesรน come, di fatto, la sua nuova famiglia โ€œchi รจ mia madre, chi sono i miei fratelliโ€ di fronte a tutti i suoi che lo chiamavano da fuori, dice: โ€œquesti! Questi che ascoltanoโ€, come dire che Gesรน torna nella sua patria, di fatto, con una โ€œsua famigliaโ€, nuova, che รจ costituita da questi discepoli e che, in un certo senso, potrebbe allargarsi ai suoi compaesani, non รจ che sono in alternativa, la possibilitร  รจ offerta a tutti, cosรฌ comโ€™รจ stata per i discepoli sarร  offerta anche ai suoi compaesani di Nazareth.

Adesso proviamo a ritradurre questo, noi piรน o meno siamo cristiani, siamo suoi compaesani, lo conosciamo io da piรน di trentโ€™anni, anche voi, chi ha piรน di trentโ€™anni Lo conosce da piรน di trentโ€™anni, se venisse qui, cosa diremmo? Probabilmente lo manderemmo via. Giร  state leggendo il Vangelo, cose serie. il problema non รจ conoscerlo, รจ riconoscerlo. Il vangelo รจ stato scritto perchรฉ lo conoscessimo, in modo tale che quando torna, lo riconosciamo.

Lo riconosceremo quando riconosceremo in ogni uomo il โ€œFiglio dellโ€™uomoโ€. E adesso vediamo lo scandalo perchรฉ qui si ritrovano questo, che hanno sempre conosciuto, in un paese che non รจ un grande, quanti saranno? Erano 2/300 persone, o meno, quindi si conoscono tutti bene.

Voi pensate: aver conosciuto per trentโ€™anni Dio che era lรฌ con te che lavorava, che giocava, che scherzava, dice: โ€œno, impossibile!โ€. Che viveva da normale, imparava, andava a scuola, andava alla sinagoga, ha imparato a conoscere la Parola di Dio, assimilarla, a identificarsi, a viverla, ha imparato a balbettare prima con sua mamma, tutte queste cose semplici.

รˆ interessante come alcuni vedono anche in alcune parabole, per esempio la donna del levito, come dire: avrร  visto sua madre, avrร  visto delle signore, anche per poi parlare del Regno, utilizzerร  le cose comuni, di ogni giorno, anche nel linguaggio.

Gesรน arriva a Nazareth e poi si dice che: โ€œvenuto il sabatoโ€ richiama giร  un sabato precedente, in cui, allโ€™inizio del capitolo III,  ha operato una guarigione dellโ€™uomo dalla mano inaridita e hanno deciso di ucciderlo, ma anche questo fatto โ€œvenuto il sabatoโ€, certo, si sta aspettando il sabato, perchรฉ il sabato รจ il giorno in cui ci si reca nella sinagoga, ma dice anche, dalla parte di Gesรน, questo fatto: non รจ uno che รจ preso dalla fretta, attende che arrivi quel giorno, โ€œvenuto il sabatoโ€. Sa attendere il giorno giusto e comincia a insegnare nella sinagoga; come diceva Silvano, questo ambiente in cui รจ nato, la sinagoga, che lui ha frequentato, lรฌ, arriva โ€“ la sua parrocchia, dove andava a โ€œcatechismoโ€, e quante cose gli hanno insegnato!โ€“ e non si dice nemmeno qui, come in altri luoghi, che cosa dicesse Gesรน, ma, di fatto, coincide la sua persona con lโ€™insegnamento, che avviene adesso nella sua sinagoga, dove lui รจ cresciuto e perciรฒ la sottolineatura che faceva Silvano di dire: โ€œSe Gesรน entrasse adessoโ€, perchรฉ nazaretani lo siamo un poโ€™ tutti, abbiamo una certa frequentazione, per lo meno, con Gesรน, almeno per quello che conosciamo di Gesรน, il rischio รจ, appunto, di โ€œsapere giร โ€; Gesรน, perรฒ, entra in questa sinagoga e insegna.

Pensate alla sorpresa, no, quello che noi riconosciamo come Figlio di Dio, fosse tua sorella, che ti scoccia, tuo cugino: ed รจ cosรฌ. Il regno di Dio verrร  quando noi riconosceremo il Figlio di Dio in qualunque persona, ognuno sarร  โ€œil Messiaโ€ per lโ€™altro, ognuno sarร  il โ€œFiglio di Dioโ€ per lโ€™altro, allora saremo tutti Figli di Dio, che avremo lo stesso amore del Padre per tutti, quindi non รจ a caso che Gesรน si รจ fatto uomo concreto, poi non aveva fratelli, per cui erano fratelli tutti gli altri un poโ€™. Pensare che Dio รจ uno di noi, ecco quando riusciremo a pensare questo, che ognuno di noi รจ figlio di Dio, ma realmente, allora abbiamo capito qualcosa di noi e degli altri e di Dio, ma cosรฌ come siamo, non perchรฉ siamo piรน bravi o perchรฉ facciamo volare via gli uccellini di argilla.

Vediamo la seconda parte del secondo versetto:

e molti, ascoltandolo, erano scossi dicendo: Donde a costui queste cose? E quale sapienza data a costui? E codesti  prodigi  operati  dalle sue mani?

Allora questa รจ la reazione di fronte a Gesรน che insegna, appunto molti che lo ascoltano e rimangono scossi, rimangono colpiti, รจ qualcosa che colpisce e, ne sono ben consapevoli  di  questo, ma quello di cui non riescono a rendersi consapevoli รจ appunto che queste cose vengano dette da questa persona, che loro conoscono bene: โ€œcostuiโ€œ.

Mi meraviglia che quella persona che conosco sia intelligente: no, impossibile, lo conosco! Cโ€™รจ da dire che abbiamo giร  catalogato tutto! Dove la meraviglia non รจ in quello che dice o in quello che fa, ma che sia โ€œcostuiโ€, che conosco, no, impossibile! Lโ€™assurdo รจ che sia questo che conosco io, non so se รจ chiaro.

Tra lโ€™altro la parola colpiti, scossi, meravigliati indica sempre la meraviglia: Marco usa solo mille vocaboli, quindi pochissimi, ma usa otto vocaboli diversi, usati trenta volte per indicare la meraviglia, cioรจ che resti colpito, scosso, perchรฉ cโ€™รจ qualcosa di nuovo, perรฒ qui la novitร  รจ pervertita, cioรจ quel che dice โ€œno รจ impossibile, come mai proprio Lui che conoscoโ€, non so se intuite, proprio Lui, figlio di Dio; proprio io, proprio tu, sarร  un altro, ma non noi, e invece no! Proprio Lui, e in quellโ€™uomo tocca ogni uomo ed รจ  lรฌ il principio del cristianesimo, che ogni uomo poi realmente, non solo รจ chiamato, รจ realmente figlio di Dio, questo รจ il senso dellโ€™incarnazione, il nostro corpo รจ corpo di Dio, tempio dello Spirito, per questo risorgiamo; non รจ un modo di dire e per questo Dio ci ha fatti, per essere come lui, suoi figli, quindi lo scandalo รจ proprio il principio di tutto questo scandalo, e noi invece lo dimentichiamo, perchรฉ mettiamo Gesรน con tante aureole, con tanti fronzoli, angioletti, per cui non รจ piรน nessuno di noi, e Gesรน non รจ mai stato cosรฌ, รจ โ€œcostuiโ€; e poi sรฌ, รจ vero, fa queste cose, i prodigi, la sapienza, ma come mai?

Infatti, mi viene in mente che noi a volte abbiamo un poโ€™ queste attese: quando arriva Gesรน lo riconosciamo di sicuro, come  in certi film in cui non puรฒ essere che lui, poi cโ€™รจ la musica di sottofondo, quando arriva รจ lui, oppure pensiamo che vada in giro con lโ€™aureola, per cui appena si muove, no! Perchรฉ, di fatto, i suoi compaesani, non รจ che sono scossi, sono scandalizzati dalle cose, dalla sapienza, ma che sia Lui, a fare quelle cose lรฌ, questa persona qui. รˆ questo che rende appunto incredibile la faccenda, di fatto qui avviene lo scandalo, quando si diceva che si potrร  riconoscere anche in ogni persona il figlio di Dio. Quasi a dire che io ho giร  i miei schemi, conosco giร  come deve essere Dio, allora dico: รจ impossibile che sia quella persona, ed invece di lasciarmi mettere in questione da quella persona, da quello che dice, da quello che fa, โ€“ e la conosco beneโ€“ io la metto in questione, รจ impossibile, le sue mani, si dirร  nellโ€™altro versetto, le mani di un falegname, i prodigi operati dalle sue mani. Quello che fa scandalo รจ che sono le โ€œsue maniโ€, quando si parlava prima del corpo, adesso sono le mani di questa persona.

Fossero state le mani di un taumaturgo, di un mago, che faceva magie giร  da piccolo, o di un violinista, di un pianista, non cโ€™era allora il piano, allora capisco, no, le sue mani, e โ€“ spiegherร  dopo โ€“ di falegname.

รˆ come se la nostra attesa di Dio avesse bisogno sempre di qualcosa di sensazionale, di inspiegabile, e quello che รจ straordinario, che รจ veramente divino, รจ che il Signore arrivi come uno di noi, questo รจ veramente opera di Dio.

E che ognuno di noi, poi, รจ come lui, non solo รจ chiamato figlio, ma รจ realmente figlio, se ascolta questa parola, se accetta il suo limite come luogo di comunione, e la sua quotidianitร ,  e  accetta lโ€™altro come figlio di Dio, come suo Signore, รจ il regno di Dio, e finalmente cโ€™รจ il paradiso sulla terra. La stima infinita di ognuno, anche dellโ€™ultimo degli uomini, anche di quelli che si credono  grandi, poverini, anche loro sono figli di Dio, lโ€™unica cosa che hanno di grande e non lo sanno.

Vediamo la seconda parte di questa obiezione che รจ il versetto 3:

3 Non รจ questi il falegname, il figlio di Maria e fratello di Giacomo e Giuseppe e Giuda e Simone? E le sue sorelle non sono qui tra noi? E si scandalizzavano di lui.

Faccio un passo indietro, prima ancora, ma รจ lo stesso, no, che se โ€œcostuiโ€ fosse stato figlio del sommo sacerdote o almeno di una persona potente, o possibilmente del divino Cesare Augusto, o anche di Erode, non importa, e di Salomรจ, non importa, purchรฉ fosse una persona eccezionale lโ€™avremmo anche accettato, invece che sia proprio โ€œcostuiโ€, le sue mani, le sue mani, scusa รจ quello che mi ha fatto il manico della zappa lโ€™altro ieri

Che il Figlio di Dio, che รจ il Messia, sia il falegname del mio paese โ€“ che non era il falegname della Brianza โ€“ proprio diventa, per queste persone, il motivo di scandalo. Gente che appunto frequenta la sinagoga, potremmo dire noi, che ci troviamo a leggere le Parola, ad andare in chiesa, questo scandalo, colpisce proprio queste persone, che in un certo senso, possono avere lo svantaggio di presumere di conoscerlo, e quando arriva, non lo riconoscono.

Non lo riconoscono, perchรฉ lo conoscono, รจ il falegname: รจ Gesรน che viene identificato col mestiere che fa: il falegname.

รˆ bello: la sua identitร  รจ il suo lavoro: calzolaio, falegname

Cosรฌ viene identificato e poi viene identificato nel suo lavoro, nella sua professione e nella Sua rete di relazioni: conosciamo la madre, conosciamo i fratelli, le sorelle, i parenti vicini, le sorelle stanno qui da noi, come dire, abbiamo la situazione sotto controllo  e non riescono a tenere insieme le due cose: di fronte alla sapienza e ai prodigi e di fronte alla conoscenza delle relazioni, della persona, prevale questa.

Anche perchรฉ se accetto che quello รจ il Messia e poi capiremo che รจ il Figlio di Dio, allora vuol dire che chiunque di noi รจ come lui, non รจ un uomo eccezionale, รจ โ€œlโ€™uomoโ€, e basta. รˆ il Figlio dellโ€™uomo, che รจ il senso di ogni uomo. Per questo รจ la salvezza di ogni uomo, Gesรน. Fosse stato il โ€œgrande profetaโ€, che fa cose strabilianti, invece, ha fatto per trentโ€™anni il falegname, lo conoscono tutti.

Tra lโ€™altro รจ bello,  trentโ€™anni sono una vita, in fondo. Quindi  la sua vita รจ stata una vita ordinaria ed รจ il riscatto dellโ€™ordinarietร  di ogni vita: ha pianto, ha riso, ha fatto pipรฌ, popรฒ, ha imparato a balbettare, ha succhiato il latte, poi รจ cresciuto, ha giocato, si รจ graffiato, avrร  anche litigato un poโ€™ โ€“ spero proprio โ€“ carattere del sud anche lui, รจ vivace, certamente non era un tipo spento, cioรจ che tutta la nostra vita รจ riscattata ed รจ divina e non cโ€™รจ frazione della nostra vita che sia insignificante.

Come se, a volte, possiamo avere la tentazione di dire: ma, io non credo perรฒ se io vedessi il Signore allora sรฌ, gli credo, se mi appare qui, gli credo. I nazaretani pensavano di credere in Dio: quando gli รจ apparso: no, non รจ Lui. Ne aspetteranno un altro, perchรฉ รจ impossibile che Dio sia cosรฌ, come se noi ci aspettassimo sempre un Dio che ci allontana dalla nostra condizione, mentre lรฌ si accorgono di avere davanti un Dio che sposa completamente la nostra condizione, non ci porta fuori dalla nostra realtร , ma ci dona di vivere la nostra realtร  con un altro spirito.

Per questo รจ salvezza del corpo, dellโ€™umanitร , e non รจ una religione, una legge, una dottrina.

รˆ proprio il corpo di Gesรน, che appunto siamo chiamati a riconoscere, in questo modo.

Ha detto: โ€œil corpo di Gesรนโ€: i Vangeli sono nati attorno allโ€™Eucaristia, per spiegare cosa sono le parole: โ€œprendete e mangiate, questo รจ il mio Corpo, dato per voi, mangiate, assimilate questo Corpoโ€.

Per paradossale che sia, il Signore diventa lo scandalo della fede, si scandalizzavano di lui, non delle cose che dice o dei prodigi che ha fatto, ma di โ€œluiโ€, รจ lui che fa problema, quello che dovrebbe motivare la nostra fede, il Signore, diventa motivo di scandalo della nostra fede, si inciampa su questo, ma in questo modo, sottolineando ancora di piรน, come diceva Silvano allโ€™inizio: โ€œche cosโ€™รจ, la nostra fede?โ€.

Che non vogliamo un Dio che sia come noi, che sposa i nostri limiti, la nostra fragilitร , la nostra debolezza, e fa di questi il luogo di comunione, cioรจ il luogo di Dio, dellโ€™amore; vorremmo che fosse qualcosa che ti tira fuori dal limite, che ti fa andare in delirio, insomma, come sono tutte le persone che vogliono essere come Dio, che vogliono essere importanti: sono deliranti.

Cโ€™รจ unโ€™espressione di una preghiera eucaristica che dice: โ€œha condiviso in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umanaโ€. Lโ€™ha condivisa in tutto.

E il peccato รจ non condividere la condizione umana, tra  lโ€™altro, รจ dividersi dagli altri.

Per cui potremmo dire: non cโ€™รจ condizione umana che non abbia, vicino a sรฉ, la presenza di questo Signore. Che lโ€™ha condivisa in tutto. Unโ€™espressione di Paolo VI diceva che lโ€™umanesimo cristiano non รจ quello dellโ€™uomo che si fa Dio, ma del Dio che si fa uomo, cioรจ il processo รจ esattamente il contrario di quello che ci aspetteremmo, appunto quello dellโ€™incarnazione.

Guardate che noi cristiani mediamente a queste cose non ci crediamo: sรฌ, ci crediamo, forse, perรฒ se arriva lo mandiamo via, Lo mandiamo dalla Caritas; passi unโ€™altra volta, adesso non ho qui gli spiccioli. รˆ vero, confesso il mio peccato, ma รจ vero, รจ cosรฌ!

Anche mi fa venire in mente adesso, il problema della Caritas, quando Matteo nella parabola del Giudizio dirร : โ€œQuando mai ti abbiamo visto?โ€ Come? โ€œAssetato, affamato, nudo, in carcere, malato, forestiero, ecceteraโ€. Lรฌ lo vediamo. Cioรจ chi impara a riconoscere in questo Gesรน, il Signore, impara a riconoscere il Signore in ogni persona, possiamo vederlo, allora la questione non รจ che il Signore non ci sia, ma che non lo sappiamo riconoscere.

Anche in chi dice che gli altri.. no?

Anche in quelli!

Anche in quelli! Figli di Dio anche loro, anche noi, allora!

Anche noi. Questo รจ il punto. Allora, come dire, capiamo bene che in quella sinagoga, allora, cโ€™รจ la presenza del Signore, e possono scoprire che quella presenza cโ€™รจ giร  stata. Cioรจ la presenza lรฌ di Gesรน in quel momento, consente, o dovrebbe consentire a queste persone, di rivedere indietro tutto quello che รจ stato e dire: ma il Signore era qui e noi non lo sapevamo. Questa รจ la sorpresa dei nazaretani, questa รจ la nostra sorpresa.

Era quel bambino bisognoso, quellโ€™adolescente discolo, magari, era quello e poi sarร  quello in croce, perchรฉ non Lo vogliamo accettare.

Appunto o si parte dalla pretesa di conoscere giร  questo Signore, ma allora diventa davvero, come si diceva lโ€™attaccapanni, di quello che noi pensiamo, gli mettiamo addosso tutto โ€“ le ideologie cristiane sono tremende, peggiori di tutte โ€“ oppure accogliamo la rivelazione di Dio che Gesรน ci fa.

E sapete che Gesรน, il nostro Dio, รจ stato ucciso per bestemmia, dalle persone religiose, perchรฉ questa sarebbe una bestemmia, e invece รจ il progetto di Dio, che vuol essere tutto in tutti e che ci ha fatti come lui e lui si รจ fatto come noi, per mostrarci chi siamo noi e chi รจ lui.

Come se per difendere la grandezza di Dio, noi rifiutiamo Gesรน: รจ impossibile che sia cosรฌ, Dio รจ piรน grande; per  motivi religiosi, si puรฒ negare che Gesรน sia Dio, che questa persona, che la carne di questa persona, questo falegname di Nazareth, sia il Messia, in mezzo a noi.

Capite che cambia tutti i tipi di religiositร , di relazione con le persone, in casa, fuori casa, tra i popoli, con Dio, e con noi stessi. Conoscere la nostra quotidianitร , il nostro limite come luogo del divino, non i nostri deliri.

E di fronte allora ai prodigi e alla sapienza, non dico โ€œcome mai รจ costui?โ€, ma dirรฒ โ€œguarda che prodigi!โ€, โ€œguarda che sapienza!โ€.

Qui si possono dire tante cose, ma รจ molto bello che il nostro Dio sia โ€œil falegnameโ€. Dove il falegname non era una persona importante come da noi, lรฌ ogni famiglia aveva della terra, solo quando andava in miseria, avendo perso la terra, faceva quei mestieri che un contadino normalmente fa da sรฉ nei tempi morti: quando รจ inverno si fa lui gli attrezzi, li aggiusta.

Siccome Lui non aveva piรน terra, la Sua famiglia, allora, faceva questo mestiere, umile. Non era come il โ€œfine intagliatoreโ€ di cui parlava Fisichella. Faceva i presepi della Val Gardena o dei crocefissi, un gran commercio.

E guardate รจ il riscatto di tutta lโ€™umanitร , questi trentโ€™anni, questโ€™essere falegname, queste sue mani di lavoratore.

E anche il fatto che i suoi compaesani possano dire appunto che lo conoscono, conoscono il mestiere, conoscono la madre, conoscono i parenti, le sorelle sono qui, da un lato ci dice che queste persone, di Gesรน, conoscono tutto e, in un certo senso, il nostro Dio, non ha nulla da nascondere, non รจ che ha chissร  quale dottrina segreta. Non ha nulla da nascondere, si fa conoscere, non รจ che bisogna sempre aspettare chissร  quali cose, chissร  quali misteri, no, nessun mistero, nessuna straordinarietร ; semmai lo straordinario รจ che si rivela cosรฌ, nella normalitร , nella quotidianitร , in trentโ€™anni vissuti lรฌ.

E guardate che come criterio del discernimento dello Spirito di Dio, la prima Lettera di Giovanni, capitolo IV versetto 2, se mi ricordo, dice: โ€œChi non crede nel Figlio di Dio venuto nella carne non รจ da Dioโ€. Lo Spirito di Dio ti fa riconoscere la carne, il Figlio ci รจ rivelato nella carne di Gesรน, Dio stesso, il Verbo si รจ fatto carne, Dio nessuno lโ€™ha mai visto, lui ce lโ€™ha raccontato nella sua carne e la carne di Gesรน รจ lโ€™esegesi di Dio, dice Giovanni, รจ il racconto di Dio, tutto il Vangelo.

In modo che diventi la nostra carne tutta il racconto di Dio; perchรฉ la nostra vita รจ un racconto, cioรจ ciรฒ che viviamo รจ il nostro vero racconto, la nostra storia vera, la nostra identitร . E si scandalizzavano.

Inciampano. Gesรน diventa qui la pietra in cui inciampa il cammino di queste persone, perchรฉ รจ proprio la sua persona che crea questโ€™inciampo. Invece di essere la pietra su cui fondare, diventa invece la pietra che scandalizza, che fa inciampare il cammino di queste persone, quelle che sono nella sinagoga, che hanno giร  i loro schemi, che hanno giร  le loro attese.

Ripensavo un poโ€™ a quando Paolo dice in 2 Cor 5,16: โ€œse ho conosciuto Gesรน nella carne, questo vale niente, devo conoscerla attraverso lo spirito, quella carneโ€ e cosรฌ Ebrei 2,11, dice โ€œnon si รจ vergognato di chiamarsi nostro fratelloโ€; e dice la sposa del cantico, che รจ lโ€™umanitร , allo sposo, che รจ Dio: โ€œse tu fossi mio fratelloโ€ รจ il desiderio dellโ€™uomo; ed รจ nostro fratello, e siccome รจ nostro fratello, non lo vogliamo! Perchรฉ รจ come noi. รˆ il mistero di ciascuno di noi, riconoscere Dio in noi e negli altri.

Il fatto di non accogliere Gesรน cosรฌ, come dire non accolgo la possibilitร  che mi รจ offerta di una vita simile alla sua, di questa possibilitร , che viene offerta; perchรฉ in un certo senso non devo aspettarmi unโ€™altra condizione, ma mi รจ data la possibilitร  giร  da adesso di vivere da figlio.

Cosรฌ come sono e col mio carattere, anche se sono bresciano, di Pinzolo, con tutti i limiti che possiamo avere, come gli apostoli, che erano beceri come noi! Non erano gente allevata a becchime di facoltร  teologiche.

รˆ bella questa normalitร  di Dio, che ogni uomo, ogni figlio di uomo รจ figlio di Dio, e lo standard รจ questo: non quello che dice, ma quello che fa. รˆ la carne. Lโ€™identitร .

4 E diceva loro Gesรน: Non cโ€™รจ profeta disprezzato se non nella sua patria e tra i suoi congiunti e nella sua casa.

Adesso vengono riportate le parole esplicite di Gesรน, mentre dellโ€™insegnamento non viene riportato nulla, adesso vengono riportate queste parole, probabilmente un proverbio, cโ€™รจ anche un proverbio dalla sua e, quello che Gesรน dice, che appunto questo รจ il rischio, che ci sia un disprezzo, proprio nella sua patria, tra i suoi congiunti, nella sua casa; in chi appunto ritiene di conoscerlo o di conoscerlo giร .

E per noi adesso, al di lร  della situazione di Gesรน, a livello di relazioni personali, se io pretendo, presumo di conoscere una persona, povera quella persona! Perchรฉ in un certo senso sarร  obbligata a rientrare nei miei schemi, io non vedrรฒ altro che quello che ho sempre visto e non darรฒ mai allโ€™altra persona la possibilitร  di essere diversa, arriverรฒ a negare lโ€™evidenza, come fanno questi qui. Purchรฉ sia confermato quello che io penso, andrรฒ avanti per la mia strada.

La riprova contraria, conoscete persone importanti di cui avete stima? Grande stima. Pensate se quelle persone importanti fossero vostra sorella, vostro fratello, vostro figlio, vostra madre. eh, No, quello no, lo conosco! Se quando non lo conoscete รจ importante, quando lo conoscete: insomma รจ come me! รˆ lรฌ la cosa importante da capire, chi siamo noi; non so se mi spiego, disprezziamo la realtร รจ solo quando una persona non la conosciamo, o cโ€™ha un certo alone, o รจ apparsa in televisione, oh, รจ importante! Se no รจ un povero fesso, quindi un povero Cristo davvero, cui voler molto bene, perchรฉ ne ha tanto bisogno.

รˆ come se attraverso anche queste parole Gesรน aiutasse i suoi compaesani a prendere consapevolezza, come dire: provate a riflettere anche su questo detto, che cโ€™รจ e mettetelo in relazione a quello che sta avvenendo, cercate di leggere la vostra situazione, qui non รจ tanto che Gesรน conosca un calo dellโ€™autostima, perchรฉ quelli non lo riconoscono. Il problema non รจ suo; il problema รจ di chi, non riconoscendo Lui, non scopre neanche le proprie possibilitร , questa รจ la questione.

รˆ come me, quindi Lo disprezzo. Ah, ho capito che apprezzamento hai di te! E lui vuole alzare la stima che abbiamo di noi: siamo come lui, cosa vuoi di piรน?

รˆ il disprezzo della condizione umana, il rifiuto della nostra condizione, che buttiamo allโ€™esterno.

Anche i razzisti, chi detesta qualcuno รจ perchรฉ disprezza se stesso, se uno apprezza se stesso, lโ€™altro รจ uguale a lui; se lo disprezza siccome รจ uomo, in realtร , disprezza se stesso.

5 E lรฌ non poteva fare nessun prodigio, solo, imposte le  mani  a  pochi infermi, li curรฒ.

Siccome non cโ€™era fede non ha potuto far prodigi; e qui cโ€™รจ una cosa che i prodigi, non li fa Gesรน, รจ la tua fede che ti ha salvato,  i prodigi li ha fatti la fede, cosรฌ dice a Giairo: โ€œcontinua ad aver fedeโ€ e sarร  la fede di Giairo che risusciterร  la figlia. Quindi il prodigio lo fa la fede.

E qui vorrei fare un racconto, che mi diceva giร  mia mamma da piccolo, poi lโ€™ho trovato su san Bernardo.

Cโ€™era una volta un cane, che si chiamava Boninforte, un bel cane, grosso; una coppia che viveva in campagna, aveva  questo cane fedelissimo, dovevano andar fuori, hanno lasciato lรฌ la culla del bambino, col cane vicino, cosรฌ erano tranquilli, poi non succede mai nulla. Poi tornano e vedono la culla rovesciata e il cane gli viene incontro correndo, e vede che รจ insanguinato.. โ€œoddio, ha mangiato il bambino!โ€. Allora aveva lo spiedo, dice โ€œe prese e lo anciseโ€, e lo uccise, allโ€™istante, il cane Boninforte. Poi va lรฌ, vede la culla rovesciata e vicino un grande serpente, contro il quale il cane aveva lottato e aveva ucciso il serpente e allora, pentito, fa la tomba sul ponte che porta alla chiesa, per il suo cane โ€œa Boninforteโ€ e gli metteva i fiori; poi morto lui, continuano le donne a mettere i fiori e poi, pensando che fosse un santo, continuavano a mettere fiori e siccome lo pregavano, faceva miracoli. Faceva veramente i miracoli; โ€œet era uno caneโ€ dice san Bernardino! Non รจ mica lui, il cane, รจ la tua fede! Per quelli che cercano miracoli, ha fatto questo bel racconto, รจ bellissimo: โ€œet era uno caneโ€.

Capite lโ€™importanza della fede? Perchรฉ Dio esiste: se tu hai fiducia lo accogli, se lo respingi, รจ chiaro che non puรฒ far nulla. Se tu consideri lโ€™altro fratello, davanti a te, figlio di Dio, ma questo รจ il grande miracolo! รˆ cambiato tutto nella vita, sua e tua;  ma questo lo fa la mia fede, mentre noi andiamo in cerca dei prodigi che magari mi fa spuntare un orecchio nuovo, no dei capelli!

Mi viene in mente, proprio sul fatto della nostra fede, che qui, al versetto primo si diceva: โ€œuscรฌ di lรฌโ€, cioรจ nella casa di Giairo, dove, perchรฉ Giairo, appunto, ha continuato ad aver fede, Gesรน ha resuscitato, invece si dice qui: โ€œe lรฌโ€, cioรจ nella sinagoga, โ€œnon  poteva fare nessun prodigioโ€, tra un luogo e lโ€™altro, tra un โ€œlรฌโ€ e un โ€œlรฌโ€, quello che cambia, appunto, รจ lโ€™atteggiamento di chi รจ con Gesรน. Gesรน รจ Lo stesso: era Lo stesso nella casa di Giairo, รจ Lo stesso qui; non รจ cambiato, nel tragitto; quello che รจ cambiato nel tragitto รจ che lร  cโ€™era un capo-sinagoga, Giairo, che ha accolto la parola di Gesรน: โ€œcontinua ad avere fedeโ€, qui invece, appunto, questo non รจ possibile, e Gesรน si rivela in quella che รจ la sua, possiamo chiamarl,a โ€œdebolezzaโ€: โ€œnon poteva fare nessun prodigioโ€, non poteva! Lui รจ onnipotente, no, non puรฒ. I compaesani riescono a far questo: a impedirgli di fare appunto i prodigi, questi prodigi. Ed invece โ€œa pochiโ€œ, quelli che avranno fede, questa โ€œimposte le maniโ€, tornano ancora i prodigi e le mani, che citavano, sono le mani di Gesรน. Cโ€™รจ questa relazione, cโ€™รจ questo incontro.

Ed รจ la nostra fede che ammette lโ€™incontro, se tu lo respingi, non puรฒ. Insomma, piove, se tutti apriamo lโ€™ombrello, ecco, nessuno si bagna, va bene; ma se la pioggia fosse la grazia di Dio, come lo รจ, noi apriamo tutto lโ€™ombrello delle nostre difese.

Invece รจ accogliendo lโ€™โ€œuomoโ€, lโ€™altro, che accolgo il Signore e allora nasce il prodigio.

Vuol dire che anche appunto i prodigi non sono dei tentativi in cui il Signore forza, no ci sono se cโ€™รจ la fede delle persone. Gesรน non รจ uno che viene a fare chissร  quali numeri, non รจ questo che รจ in gioco lโ€™abbiamo visto nel capitolo precedente, con lโ€™emorroissa, con la figlia di Giairo.

6a E si meravigliava della loro non fede.

Qua Gesรน si meraviglia โ€“ al versetto 2 erano gli altri che erano scossi per la sua persona โ€“ qua รจ Gesรน che si meraviglia di qualcosa che appunto lo colpisce che รจ la loro non fede; qualcosa che, Gesรน non conosceva ancora. La meraviglia di Gesรน riguarda da un lato la nostra non fede o la nostra fede; in un caso o nellโ€™altro รจ qualcosa che mette in evidenza quella che รจ la parte della nostra libertร , che meraviglia il Signore quando cโ€™รจ e lo meraviglia quando non cโ€™รจ.

รˆ bello questo, che siamo la meraviglia di Dio, perchรฉ รจ tale il rispetto della nostra libertร . Credere รจ un atto di libertร  somma:

uno puรฒ non credere e si meraviglia: โ€œCome? Come non crede?โ€. โ€œScusa, viviamo di fiducia, se non crede, questo non vive..โ€ e quindi si meraviglia, dice: โ€œCome mai non cโ€™รจ?โ€. E quando trova la fede, dice: โ€œOh, che bello!โ€ che meraviglia!โ€ cioรจ รจ sempre meravigliato perchรฉ รจ una cosa inedita, ciรฒ che noi facciamo, della nostra fiducia, se vogliamo aver fiducia o non averla; siamo liberi di credere o non credere, tutti uguali. E questi sono i suoi, che sarebbero i credenti, per sรฉ, i suoi, di fatto, la sua famiglia, quelli che gli appartengono, che non credono; quelli che credono di credere, e di conoscerlo bene. E siamo la meraviglia di Dio, sia quando crediamo, sia quando non crediamo. Si sorprende perchรฉ รจ lโ€™atto supremo della nostra libertร .

Questa non fede, che rispetto al capitolo precedente, richiama ancora con piรน forza la parola dellโ€™emorroissa, la sua fede e la fede di Giairo. Dove era stata presente questa fede, si presenta la vita; cioรจ il frutto di quella fede, che non รจ unโ€™adesione cosรฌ a chissร  quale dottrina, ma รจ che la gente riprende a vivere, come lโ€™emorroissa, come la figlia di Giairo: il frutto รจ quello. Per cui, di fatto, impedendo questo, queste persone impediscono a loro stesse di vivere.

Non รจ solamente una questione di presa di posizione di fronte a Gesรน.

Tra lโ€™altro questo brano, nel parallelo di Luca, finisce in modo anche abbastanza piรน cruento: decidono di buttarlo giรน dalla rupe del villaggio. Quindi la prima predica che fa a Nazaret รจ col lancio del predicatore dalla rupe: bel risultato!

Ecco, e lโ€™incredulitร , come la cura, Dio? La cura esattamente con la nostra incredulitร : lui finirร  in croce, perchรฉ non gli abbiamo creduto, come bestemmiatore e malfattore e proprio il suo finire in croce รจ la medicina omeopatica, che ci salva; cioรจ mostra che anche se lo uccidiamo, lui ci ama, allora puoi aver fiducia, dร  la vita per noi, allora veramente รจ Dio, perchรฉ Dio รจ uno che dร  la vita, non uno che la toglie.

Dio รจ Uno che ama senza condizione, allora posso aver fiducia, Dio non รจ quello che pensava Adamo, che รจ uno che ti vuol fregare e giudicare, no, Dio addirittura si รจ fatto totalmente uguale a noi, per dirci che anche noi siamo come Lui.

E guardate che incarnare il cristianesimo in questa quotidianitร , nella carne, รจ proprio il cristianesimo della liberazione dalla falsa immagine di Dio e di uomo ed รจ la divinizzazione dellโ€™umanitร  e del mondo.

E noi facciamo eucarestia, tutta la nostra liturgia, eucarestia, per ringraziare di che cosa? Di questo corpo dato per noi e noi mangiamo, nel senso che ci alimentiamo, viviamo di questo corpo, attraverso la parola che ce lo fa conoscere, in modo di essere  questo corpo.

questo corpo che abbiamo preso, perchรฉ ognuno di noi lโ€™ha preso, rendiamo grazie, ringraziamo perchรฉ ce lโ€™ha dato, e siamo capaci di donarlo a nostra volta e questo รจ il circolo della vita: prendere come dono dโ€™amore e sapere dare per amore, questa รจ la vita stessa di Dio, che viviamo nel corpo, siamo il tempio di Dio, il corpo di Dio.

Spunti di riflessione

  • Perchรฉ i suoi, che lo conoscono bene, non lo accettano? Se fosse stato figlio dellโ€™imperatore, lโ€™avrebbero rifiutato?
  • Noi, che siamo i suoi, accettiamo Gesรน comโ€™รจ: povero, umile e servo di tutti?

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