Commento al Vangelo del 8 Aprile 2020 – Servizio Pastorale Giovanile di Pompei

«Colui che ha messo con me la mano nel piatto».

 tradire Gesù non sarà un estraneo, un nemico, ma uno dei discepoli. Uno che Gesù aveva scelto, amato. Uno di cui si era fidato e aveva chiamato amico. Mangiare nello stesso piatto vuol dire condividere tutto, essere in grande confidenza, amici.
Giuda è ciascuno di noi, è «nostro fratello», come disse don Mazzolari in una celebre omelia. Quante volte anche noi abbiamo “tradito” il Signore, venendo meno alle promesse, facendo del male alle persone più care? Non ascoltando la nostra coscienza che ci spingeva verso il bene, il perdono, la giustizia e la verità? Lo abbiamo fatto per paura, per viltà, per interesse? O solo per trenta monete d’argento, per denaro?

È Gesù stesso ad annunciare che un amico lo tradirà. Lo sa già prima, lo accetta e va incontro liberamente alla passione. Ci ama pur conoscendo fin dall’inizio i nostri sbagli, i nostri tradimenti. E continua a chiamarci amici, come fece con Giuda.
Giuda si pentì e restituì le monete, ma poi andò a impiccarsi. Anche Pietro tradì Gesù, ma alla fine pianse e accolse il suo perdono.

Mancano pochi giorni alla Pasqua: chiediamo al Signore di non farci dubitare mai della sua misericordia, per risorgere con lui a vita nuova.


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