II DOMENICA DI PASQUA – B
Domenica della Divina Misericordia
PRIMA LETTURA (At 4,32-35)
Dagli Atti degli Apostoli
La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune.
Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno.
Pensiero
Quando leggo questo passo del libro degli Atti degli Apostoli provo una certa commozione e un forte desiderio che quello stesso stile di vita e di cammino di fede diventi il nostro, ai nostri giorni: un cuor solo e un’anima sola. Purtroppo, dobbiamo dire che sempre più regna un clima di sospetto, di indifferenza, comunità dove ognuno è un’isola a sè. Allora cosa dobbiamo fare? Prendiamoci cura delle nostre piccole-grandi comunità. Innanzitutto, gli Apostoli sono il cuore e l’anima della Chiesa. Se la loro azione missionaria diviene tiepida, tutto il corpo si raffredda e Gesù Signore non è più annunziato. Se loro invece sono accesi dentro di un fuoco vivo che arde e consuma come consumava Gesù dal desiderio di rendere testimonianza al Padre suo, allora tutto il corpo della Chiesa si rianima, prende forza, si carica di franchezza e riprende la via della missione e della testimonianza della risurrezione di Gesù Signore. Al lavoro degli Apostoli deve unirsi il lavoro dei fedeli laici. Insieme si cammina, insieme si edifica la Chiesa e il regno di Dio.
SECONDA LETTURA (1Gv 5,1-6)
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato. In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. In questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.
Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità.
[better-ads type=”banner” banner=”84722″ campaign=”none” count=”2″ columns=”1″ orderby=”rand” order=”ASC” align=”right” show-caption=”1″][/better-ads]
Pensiero.
Chi crede veramente in Cristo? Colui che lo accoglie nella sua vita, ascolta la sua Parola e la vive. Come diremmo noi con linguaggio moderno: occorrono i fatti non solo le parole. E’ facile dire “Gesù ti amo”, molto più impegnativo è amarlo con la vita. Ama Dio chi osserva i suoi comandamenti. Non uno soltanto, non due ma tutti i comandamenti, tutte le beatitudini, tutto il vangelo. Questa parola deve diventare un esame di coscienza per noi per verificare il nostro stato di vita spirituale e il nostro cammino di fede.
VANGELO (Gv 20,19-31)
Dal Vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Pensiero.
L’evento della risurrezione è segno che Gesù non ha tradito e ingannato i suoi discepoli. Possono fidarsi di Lui. E’ davvero il Messia e il Figlio di Dio. La risurrezione è un fatto troppo grande per comprenderlo solo con l’umana ragione. Infatti, Tommaso non vede e non riesce a credere. Oggi siamo noi cristiani la credibilità e la visibilità di Gesù. La nostra fede, le nostre azioni dovrebbero rimandare a Cristo, sempre. Cosa dovranno fare inoltre i discepoli? Dovranno togliere il peccato dal cuore dell’uomo. Come? È una missione assai delicata e difficile. Come Gesù prima dovranno insegnare agli uomini cosa è falsità e cosa è verità, cosa è giusto e cosa è ingiusto, cosa è bene e cosa è male, cosa è volontà di Dio e cosa non sua volontà. Vale per essi lo stesso comandamento ricevuto da Cristo dal Padre. Lui è l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Ma come lo toglie? Prima lo rivela, lo insegna. Poi mostra come la volontà del Padre si vive tutta, senza tralasciare neanche un trattino di essa, infine sale sulla croce e si lascia fare olocausto e vittima per l’espiazione di ogni peccato. Se i discepoli non percorrono la via di Cristo, nessun peccato sarà riconosciuto dall’uomo e la loro opera missionaria è vana, inutile, anzi dannosa. Non c’è salvezza né redenzione.
Mettiamoci in discussione:
- Come vivo la mia fede in comunità, con i miei fratelli?
- Quali sono i comandamenti che ho più difficoltà ad osservare?
- Oggi posso attestare: chi vede me riconosce Gesù?
don Francesco Cristofaro