Commento al Vangelo del 7 Luglio 2019 โ€“ p. Fernando Armellini

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 7 Luglio 2019.
Se sei interessato a tutti i sui commenti al Vangelo, puoi leggerli qui.

14a Domenica del Tempo Ordinario anno C

Vengo a offrirti la pace

โ€œNon ho paceโ€. รˆ la confidenza che, in un momento di particolare sconforto, piรน dโ€™uno ci ha fatto. Forse lโ€™amica che ha interrotto una maternitร  non desiderata, o il coniuge coinvolto in un altro legame affettivo ormai ingestibile, o il vicino di casa tormentato dal desiderio di vendicarsi per un torto subito e impossibilitato a farlo, o la ragazza di strada umiliata e sfruttata.

โ€œNon ho paceโ€ griderebbero i responsabili di crimini, di guerre, di commerci di strumenti di morte se non fossero storditi dal potere e dal denaro. โ€œNon ho paceโ€ ripeterebbe chi si dedica ad attivitร  immorali e chi commette ingiustizie, ma va avanti con la mente ottenebrata dal successo, dal denaro e dalle menzogne degli adulatori.

Questo รจ il mondo al quale Gesรน invia i suoi discepoli non per condannare, per imprecare contro la corruzione e i cattivi costumi o per minacciare castighi divini, ma per annunciare quella pace che tutti โ€“ i piรน in modo inconscio โ€“ vanno disperatamente cercando.

Considerando la realtร  in cui viviamo ci vuole davvero una grande fede per immaginare che sia possibile costruire un mondo in cui regni la pace. รˆ piรน facile credere che Dio esiste che mantenere la speranza nella pace universale. Eppure รจ questa la missione affidata ai discepoli.

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I cristiani hanno cercato di costruire la pace, ma non sempre con i mezzi suggeriti dal Maestro che li voleva โ€œagnelli in mezzo ai lupiโ€. A volte hanno preferito ricorrere alla forza, allโ€™imposizione, allโ€™intolleranza; si sono anche ammantati di potenza, come i re di questo mondo.

Non sempre hanno camminato โ€“ poveri, miti, indifesi โ€“ a fianco degli uomini bisognosi di pace. Chi โ€“ come Francesco dโ€™Assisi โ€“ lo ha fatto, ha il suo nome scritto nei cieli.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œChi crede nella pace vedrร  le grandi opere del Signoreโ€.

Prima Lettura (Is 66,10-14c)

10 Rallegratevi con Gerusalemme,
esultate per essa quanti la amate.
Sfavillate di gioia con essa
voi tutti che avete partecipato al suo lutto.
11 Cosรฌ succhierete al suo petto
e vi sazierete delle sue consolazioni;
succhierete, deliziandovi,
allโ€™abbondanza del suo seno.
12 Poichรฉ cosรฌ dice il Signore:
โ€œEcco io farรฒ scorrere verso di essa,
come un fiume, la prosperitร ;
come un torrente in piena
la ricchezza dei popoli;
i suoi bimbi saranno portati in braccio,
sulle ginocchia saranno accarezzati.
13 Come una madre consola un figlio
cosรฌ io vi consolerรฒ;
in Gerusalemme sarete consolati.
14 Voi lo vedrete e gioirร  il vostro cuore,
le vostre ossa saran rigogliose come erba fresca.
La mano del Signore si farร  manifesta ai suoi serviโ€.

Cinque secoli prima di Cristo a Babilonia compare fra gli esiliati un profeta che, in nome di Dio, annuncia un futuro glorioso. Esorta tutti a tornare nella terra dei loro padri promettendo prosperitร , salute e pace! Qualcuno gli crede, ma rimane deluso. Molti anni dopo il suo ritorno deve ammettere che la profezia non si รจ avverata. La gente vive in condizioni miserabili: i terreni sono occupati da sfruttatori e i poveri non possiedono nรฉ casa, nรฉ cibo, nรฉ vestito.

Ci sono mille ragioni per diventare scettici.

A questo popolo scoraggiato viene inviato un altro profeta che pronuncia le parole di conforto contenute nella lettura di oggi. Egli invita il popolo a rallegrarsi, ad esultare, a sfavillare di gioia perchรฉ il lutto รจ finito (v.10). Gerusalemme sarร  come una madre che allatta i suoi figli, li porta in braccio, li accarezza, fa loro succhiare il suo latte. La prosperitร  e la ricchezza โ€“ assicura โ€“ si riverseranno sulla terra dโ€™Israele, come un fiume in piena (vv.11-12).

A questo punto chi lo sta ascoltando probabilmente pensa: ecco un altro ciarlatano! Abbiamo sentito anche troppe promesse vane, occorrono fatti, ci vuole un cambiamento concreto della situazione!

Il profeta รจ al corrente di queste obiezioni, ma continua: Il Signore vi consolerร , si comporterร  come una madre che consola il figlio; โ€œlo vedrete e il vostro cuore gioirร , le vostre ossa saranno rigogliose come lโ€™erba frescaโ€ (vv.13-14).

รˆ vero che le condizioni continuano ad essere disastrose, ma รจ giร  possibile intravedere qualche segno del mondo nuovo che รจ iniziato.

Seconda Lettura (Gal 6,14-18)

Fratelli, 14 quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesรน Cristo, per mezzo della quale il mondo per me รจ stato crocifisso, come io per il mondo.
15 Non รจ infatti la circoncisione che conta, nรฉ la non circoncisione, ma lโ€™essere nuova creatura. 16 E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto lโ€™Israele di Dio.
17 Dโ€™ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesรน nel mio corpo.
18 La grazia del Signore nostro Gesรน Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

Paolo รจ giunto alla fine della sua lettera e, in poche parole, riassume il tema che ha trattato.

Dice: i miei avversari, coloro che sono aggrappati alle tradizioni degli antichi, si gloriano di avere nella propria carne il segno della circoncisione e, quando riescono a convincere qualcuno ad imitarli, non smettono piรน di gloriarsi (Gal 6,13). Io โ€“ continua Paolo โ€“ non mi vanto dโ€™altro che della croce del Signore Gesรน (v.14).

Non รจ un segno esteriore che caratterizza il discepolo, ma la somiglianza con il Maestro che ha donato la sua vita per amore. Questa scelta lo rende una nuova creatura (v.15).

Paolo si augura che, dopo le spiegazioni date, piรน nessuno lo coinvolga in simili diatribe che tanto lo infastidiscono (v.17).

Egli porta nella sua carne i segni delle sofferenze che ha sopportato per Cristo. Il riferimento รจ alle numerose fatiche, alle tribolazioni, alle peripezie, alle persecuzioni che ha affrontato durante la sua missione. Scrivendo ai corinti ne fa un drammatico elenco (2 Cor 11,23-28).

La lettera ai galati รจ cominciata in modo brusco. Lasciati da parte persino i convenevoli, Paolo รจ entrato in argomento con parole dure e polemiche: โ€œMi meraviglio che cosรฌ in fretta siate passati ad un altro Vangelo!โ€ (Gal 1,6).

La conclusione รจ diversa, รจ dolce, conciliante, pacata: โ€œLa grazia del Signore nostro Gesรน Cristo sia con il vostro spirito, fratelliโ€ (v.18). Vi traspare la convinzione dellโ€™apostolo di essere riuscito a rendere inoffensivi i โ€œfalsi fratelliโ€ che turbano i cristiani della Galazia.

Vangelo (Lc 10,1-12.17-20)

1 Dopo questi fatti il Signore designรฒ altri settantadue discepoli e li inviรฒ a due a due avanti a sรฉ in ogni cittร  e luogo dove stava per recarsi.
2 Diceva loro: โ€œLa messe รจ molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perchรฉ mandi operai per la sua messe. 3 Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4 non portate borsa, nรฉ bisaccia, nรฉ sandali e non salutate nessuno lungo la strada. 5 In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. 6 Se vi sarร  un figlio della pace, la vostra pace scenderร  su di lui, altrimenti ritornerร  su di voi.
7 Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perchรฉ lโ€™operaio รจ degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. 8 Quando entrerete in una cittร  e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarร  messo dinanzi, 9 curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si รจ avvicinato a voi il regno di Dio. 10 Ma quando entrerete in una cittร  e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: 11 Anche la polvere della vostra cittร  che si รจ attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate perรฒ che il regno di Dio รจ vicino. 12 Io vi dico che in quel giorno Sรฒdoma sarร  trattata meno duramente di quella cittร .
17 I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: โ€œSignore, anche i demรฒni si sottomettono a noi nel tuo nomeโ€. 18 Egli disse: โ€œIo vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. 19 Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrร  danneggiare. 20 Non rallegratevi perรฒ perchรฉ i demรฒni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieliโ€.

โ€œIl Signore designรฒ altri settantadue discepoli e li inviรฒ a due a due avanti a sรฉ in ogni cittร  e luogo dove stava per recarsiโ€ (v.1.). Cosรฌ inizia il Vangelo di oggi e questa informazione รจ piuttosto sorprendente perchรฉ, poco prima, Gesรน ha giร  inviato i dodici apostoli ad annunciare il regno di Dio ed a curare i malati, raccomandando loro di non prendere nulla con sรฉ, โ€œnรฉ bastone, nรฉ bisaccia, nรฉ pane, nรฉ denaro, nรฉ due tunicheโ€ฆโ€ (Lc 9,1-6). Chi sono adesso questi settantadue che compaiono allโ€™improvviso e che non verranno piรน ricordati in seguito? Una missione strana la loro, anche perchรฉ รจ difficile immaginare Gesรน che va dietro a ben 36 coppie incaricate di preparargli il terreno.

รˆ il racconto di unโ€™iniziativa apostolica intrapresa da Gesรน e riletta dallโ€™evangelista in funzione della catechesi che intende dare alle sue comunitร .

Siamo in Asia Minore, nella seconda metร  del I secolo. Nonostante le difficoltร  e le persecuzioni, i cristiani continuano a impegnarsi nellโ€™annunzio del Vangelo, tuttavia sono numerosi gli interrogativi che si pongono: Dio rivela il suo Vangelo mediante visioni, sogni, apparizioni o cโ€™รจ bisogno che qualcuno lo proclami? Il messaggio di salvezza รจ destinato a tutti o รจ riservato ad alcuni privilegiati? Che metodi dobbiamo usare per convincere le persone ad accettarlo? Come presentarci agli uomini e cosa dobbiamo dire loro? Basteranno le parole o saranno necessari dei segni? Che fare se veniamo rifiutati? La nostra opera sarร  coronata da successo?

A queste domande Luca risponde narrando un invio di discepoli in missione. Il suo non รจ il reportage di un cronista, ma un testo teologico in cui sono impiegati anche degli artifici letterari.

Il numero settantadue รจ certamente simbolico. Richiamandosi allโ€™elenco che si trova in Genesi 10, gli antichi avevano stabilito che i popoli del mondo erano settanta o settantadue. Nel giorno della festa delle capanne, nel tempio di Gerusalemme venivano immolati settanta tori per impetrare da Dio la conversione di ognuna delle nazioni pagane.

Nelle comunitร  di Luca i cristiani di origine pagana hanno bisogno, sia di superare i complessi di inferioritร  che alcuni provavano nei confronti dei figli di Abramo, sia di porre fine a tutte le discriminazioni che essi stessi introducono in base allโ€™origine etnica, alle tradizioni culturali, alla posizione sociale, al temperamento, al carattere, ai costumi, allo stile di vita di ognuno.

Dicendo che Gesรน ha inviato settantadue discepoli (v.1), lโ€™evangelista vuole affermare che la salvezza non รจ un privilegio riservato a qualcuno, ma รจ destinata a tutti, nessuno escluso.

I messaggeri sono inviati a coppie. Questo indica che lโ€™annuncio del Vangelo non รจ lasciato allโ€™inventiva dei singoli, ma รจ opera di una comunitร . Chi parla in nome di Cristo non agisce in modo indipendente, รจ in comunione con i fratelli di fede. I primi missionari โ€“ Pietro e Giovanni (At 8,14), Barnaba e Paolo (At 13,1) โ€“ non solo andavano a due a due, ma erano anche โ€œinviatiโ€ e sentivano di rappresentare la loro comunitร .

Lo scopo dellโ€™invio: preparare le cittร  ed i villaggi alla venuta del Signore. Gesรน giunge dopo i suoi messaggeri, non prima. Il compito affidato ad ogni apostolo non รจ quello di presentare se stesso, ma disporre le menti e i cuori degli uomini ad accogliere Cristo nella loro vita.

Per compiere questa missione il discepolo deve prepararsi. Il modo per farlo lo suggerisce Gesรน: โ€œPregate il padrone della messeโ€ (v.2).

La preghiera non ha lโ€™obiettivo di convincere Dio a inviare operai nel suo campo (questo evidentemente non avrebbe senso), ma ha lo scopo di trasformare il discepolo in apostolo. Gli dona equilibrio, buona disposizione, pace interiore; lo libera dallโ€™orgoglio, dalla presunzione; lo rende capace di superare opposizioni, delusioni e insuccessi; gli rivela, momento per momento, il volere del โ€œpadrone della messeโ€.

Il lupo รจ il simbolo della violenza, della tracotanza.

Lโ€™agnello indica la mansuetudine, la debolezza, la fragilitร ; puรฒ scampare dallโ€™aggressione del lupo solo se il pastore interviene in sua difesa.

I rabbini dicevano che il popolo dโ€™Israele era un agnello circondato da settanta lupi (i popoli pagani) che lo volevano divorare. Gesรน applica questo paragone ai suoi discepoli: dice che devono comportarsi da agnelli (v.3). รˆ dunque necessario che essi vigilino perchรฉ non insorgano nel loro cuore i sentimenti dei lupi: la rabbia, lโ€™ingordigia, il risentimento, la volontร  di prevalere e di prevaricare. Questi sentimenti portano infatti a compiere le azioni dei lupi: lโ€™abuso di potere, le aggressioni, le violenze, le offese, le menzogne. La storia della chiesa sta a provare che, quando i cristiani si sono trasformati in lupi, hanno sempre fallito la loro missione.

Nei tempi brevi, โ€œcomportarsi da lupiโ€ puรฒ dare risultati, ma si tratta di un successo effimero e comunqueโ€ฆ Gesรน ha salvato il mondo comportandosi da agnello, non da lupo.

La scelta dei mezzi per la missione รจ in sintonia con lโ€™immagine dellโ€™agnello debole e indifeso (v.4). Gesรน li enuncia in modo negativo: nรฉ borsa, nรฉ bisaccia, nรฉ sandali.

Per imporsi, un movimento politico o unโ€™ideologia ha bisogno di strumenti efficaci: il denaro, le armi, gli appoggi di persone influenti. Lโ€™apostolo deve resistere alla tentazione di ricorrere a questi mezzi per diffondere il Vangelo e per costruire il regno di Dio. La chiesa perde di credibilitร  quando vuole competere con i poteri politici ed economici. Chi non sa rinunciare a queste sicurezze umane, chi non ha il coraggio di riporre la sua fiducia unicamente nella forza della Parola che annuncia e nella protezione del Pastore, non sarร  riconosciuto come testimone del Regno, composto solo da โ€œagnelliโ€.

Per strada i discepoli non devono salutare nessuno (v.4). Non si tratta, evidentemente, di una disposizione da prendere alla lettera, ma di unโ€™indicazione che sottolinea lโ€™urgenza della missione.

Quando si ritiene sia giunto il momento opportuno di parlare di Cristo, da dove si deve cominciare? I messaggi che i non credenti sembrano avere maggiormente recepito da noi cristiani sono quelli relativi a certe esigenze morali: inammissibilitร  del divorzio, obbligo di partecipare alla Messa nelle feste di precetto, rispetto e sottomissione alla gerarchia ecclesiale, castighi di Dio per chi non osserva i comandamenti โ€ฆ Sarร  da questi argomenti che si deve avviare il discorso? Affatto.

Il Vangelo รจ bella notizia. Ecco le parole con cui il discepolo si presenta: Sono venuto ad annunciarti la pace; porto la pace a te, alla tua famiglia, alla tua casa (v.5). Questo รจ un annuncio che dร  conforto, suscita stupore, speranza, gioia! Se fra chi ascolta ci sarร  un โ€œfiglio della paceโ€, se ci sarร  qualcuno disposto ad aprire il proprio cuore a Cristo, su di lui scenderร  la pace, pienezza di vita e di bene (v.6).

Per manifestare la sua gratitudine, chi ha ascoltato lโ€™annuncio potrebbe invitare il missionario nella sua casa e offrirgli il suo pane (v.7). Lโ€™apostolo โ€“ raccomanda Gesรน โ€“ accetti lโ€™invito, non avanzi pretese, si accontenti del cibo frugale che gli viene posto innanzi e si adatti agli usi e costumi di chi lo ospita, senza guardare con sospetto alle sue abitudini e alle sue tradizioni; non abbia paura di contaminarsi a causa dei cibi, perchรฉ nessun alimento e nessuna creatura รจ impura (v.8). Questa istruzione era di grande attualitร  al tempo di Luca quando molti esitavano a condividere i pasti con i pagani (Gal 2,11-14; At 11,2-3; 1 Cor 10,27).

In che consiste lโ€™opera di evangelizzazione? Basta lโ€™annuncio o questo deve essere confermato da segni?

Le parole โ€“ dice Gesรน โ€“ devono essere accompagnate da gesti concreti di caritร : la cura dei malati, lโ€™assistenza ai poveri (v.9). Dove non si nota alcun cambiamento, alcuna trasformazione della condizione dellโ€™uomo e della societร , il regno di Dio non รจ ancora giunto.

Il Vangelo puรฒ venire accolto, ma anche rifiutato. Come comportasi quando ci si deve confrontare con lโ€™opposizione? Lo chiarisce Gesรน: i missionari si rechino sulla pubblica piazza e, davanti a tutta la gente, scuotano la polvere dai loro piedi. Sodoma e Gomorra saranno trattate con minor severitร  di quella cittร  (vv.10-12).

Sono parole dure da capire e piรน ancora da accettare. Prese alla lettera contraddicono il resto del Vangelo. Basti pensare alla reazione di Gesรน nei confronti di Giacomo e Giovanni che volevano far scendere il fuoco dal cielo sui Samaritani (Lc 9,55).

Dio non si arrabbia, non si vendica, non castiga chi non accoglie la sua Parola. Egli รจ solo bontร  e misericordia e ama sempre e comunque. Gesรน impiega qui il linguaggio e le immagini del suo popolo. Parla di castighi di Dio per indicare le conseguenze disastrose che comporta il rifiuto del Vangelo. Chi non accetta la sua parola si rende responsabile della propria infelicitร , si priva della pace. รˆ significativo che la scena minacciosa del giudizio pronunciato dagli evangelizzatori sullโ€™intera cittร  si concluda comunque con una parola di salvezza: โ€œSappiate che il regno di Dio รจ giunto a voiโ€.

Compiuta la loro missione, i settantadue ritornano pieni di gioia e riferiscono a Gesรน i risultati ottenuti. Egli risponde: โ€œVedevo satana cadere dal cielo come la folgoreโ€ (v.18). Quando la Bibbia parla di satana non intende lโ€™essere spregevole e deforme che viene ancora raffigurato in qualche dipinto. Si riferisce alle forze del male: lโ€™odio, la violenza, lโ€™ingiustizia, lโ€™orgoglio, lโ€™attaccamento al denaro, le passioni sregolateโ€ฆ

Dicendo che satana รจ caduto dal cielo, Gesรน annuncia la vittoria ormai inarrestabile del bene. Con la proclamazione del Vangelo, il regno del male ha iniziato a crollare.

Poi continua: โ€œVi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrร  danneggiareโ€ (v.19). Ecco unโ€™altra immagine biblica. Come satana, il serpente e lo scorpione sono simboli del male (Cf. Gen 3,15; Sal 91,13). Gesรน non promette che i suoi inviati non incontreranno opposizioni e difficoltร . Gli animali pericolosi ci saranno, ma verranno โ€œcalpestatiโ€ dal discepolo.

Le parole del Maestro suggeriscono lโ€™idea di una vittoria facile, stupefacente (come folgore); sembrano ridurre ad una comoda passeggiata la lunga marcia che conduce lโ€™umanitร  verso il regno di Dio. La realtร  โ€“ lo verifichiamo ogni giorno โ€“ non รจ tanto semplice nรฉ tanto allegra.

Il male reagisce in modo duro e violento, basti pensare quanto costi, per esempio, vincere un vizio, superare una cattiva abitudine e come continuino a trionfare nel mondo i furbi, i potenti, i corrotti. Ma Gesรน, che guarda al risultato finale, constata che il male ha giร  perso il suo vigore. Queste parole suonano a condanna dei pessimismi, sono una smentita di chi non fa che dolersi e ripetere sconsolato che il mondo va sempre peggio.

Chi ha dato fiducia a Cristo e alla sua Parola ha il suo nome scritto nei cieli, cioรจ รจ entrato a far parte del regno di Dio (v.20). รˆ questa la ragione della gioia che prova e che annuncia a tutti. Anche se realisticamente ammette che i successi sono limitati e faticosi e che il cammino รจ ancora lungo, egli gioisce perchรฉ giร  intravede la meta.

Fonte โ€“ Settimana News

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