A – San Luca presenta l’episodio della missione dei settantadue discepoli, dopo averci descritto poco prima (9,1-6), in armonia con Marco (6,8) e Matteo (10,1), la missione dei dodici. Quindi Luca sottolinea che la qualità missionaria non è solo dei dodici ma dell’intera comunità ecclesiale. Tutti siamo missionari, anche se in modo diverso. L’annuncio del Regno non ha bisogno di mezzi di potenza, ma ha bisogno di tutto il popolo di Dio (Concilio Vaticano II).
B – Il numero settantadue è simbolico. Richiama l’elenco che si trova in Genesi 10, gli antichi avevano stabilito che i popoli del mondo erano settantadue. Nel giorno della festa delle capanne, nel tempio di Gerusalemme venivano immolati settantadue tori per impetrare da Dio la conversione di ognuna delle nazioni pagane.
C – Nelle comunità di Luca i cristiani di origine pagana hanno bisogno, sia di superare i complessi di inferiorità nei confronti dei figli di Abramo, sia di porre fine a tutte le discriminazioni che essi stessi introducono in base all’origine etnica, alle tradizioni culturali, alla posizione sociale, al temperamento, al carattere, ai costumi, allo stile di vita di ognuno.
L’evangelista vuole affermare che la salvezza non è un privilegio riservato a qualcuno, ma è destinata a tutti, nessuno escluso.
D – Per compiere questa missione il discepolo deve prepararsi. Il modo lo suggerisce Gesù:
- “Pregate il padrone della messe” (v.2).
La preghiera non ha l’obiettivo di convincere Dio a inviare operai nel suo campo (questo evidentemente non avrebbe senso), ma ha lo scopo di trasformare il discepolo in apostolo. Gli dona equilibrio, buona disposizione, pace interiore; lo libera dall’orgoglio, dalla presunzione; lo rende capace di superare opposizioni, delusioni e insuccessi; gli rivela, momento per momento, il volere del “padrone della messe” = la santa Volontà di Dio.
- “Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”.
Il lupo è il simbolo della violenza, della tracotanza. L’agnello indica la mansuetudine, la debolezza, la fragilità; può scampare dall’aggressione del lupo solo se il pastore interviene in sua difesa.
I rabbini dicevano che il popolo d’Israele era un agnello circondato da settantadue lupi (i popoli pagani) che lo volevano divorare. Gesù applica questo paragone ai suoi discepoli: dice che devono comportarsi da agnelli (v.3).
È dunque necessario che essi vigilino perché non insorgano nel loro cuore i sentimenti dei lupi: la rabbia, l’ingordigia, il risentimento, la volontà di prevalere e di prevaricare. Questi sentimenti portano a compiere le azioni dei lupi: abuso di potere, aggressioni, violenze, offese, menzogne…
La storia della chiesa sta a provare che, quando i cristiani si sono trasformati in lupi, hanno sempre fallito la loro missione. Nei tempi brevi, “comportarsi da lupi” può dare risultati, ma effimeri e comunque… Gesù ha salvato il mondo comportandosi da agnello, non da lupo.
- I discepoli tornano con gioia.
La forza di Gesù ha fatto sì che riuscissero a sottomettere i demoni. Effettivamente Gesù stesso, aveva visto Satana cadere dal cielo come folgore. Nella missione della Chiesa si realizza l’estromissione di Satana dalla sua posizione di potere nefasto sugli uomini, per la stessa forza di Gesù che è presente in loro “nulla li potrà danneggiare”, e a Pietro dirà “e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa” (Mt 16,18).
Ma il motivo della gioia è piuttosto nel fatto di essere in comunione con Cristo, di essere accolti e amati da Dio, di trovarsi nella sua appartenenza: “Rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli”. Da lì nessuno li potrà cancellare, essi sono nel cuore di Dio da dove nessuno li potrà strappare .
- La Madonna, la Madre di Gesù, è la prima discepola: lei ha annunciato Gesù e il suo Vangelo nel modo più perfetto durante tutta la sua vita terrena. Come lo ha fatto: forse dovremmo dire che lo ha fatto soprattutto con il silenzio.
Letture della
XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la pace.
Dal libro del profeta Isaìa
Is 66,10-14c
Rallegratevi con Gerusalemme,
esultate per essa tutti voi che l’amate.
Sfavillate con essa di gioia
tutti voi che per essa eravate in lutto.
Così sarete allattati e vi sazierete
al seno delle sue consolazioni;
succhierete e vi delizierete
al petto della sua gloria.
Perché così dice il Signore:
«Ecco, io farò scorrere verso di essa,
come un fiume, la pace;
come un torrente in piena, la gloria delle genti.
Voi sarete allattati e portati in braccio,
e sulle ginocchia sarete accarezzati.
Come una madre consola un figlio,
così io vi consolerò;
a Gerusalemme sarete consolati.
Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore,
le vostre ossa saranno rigogliose come l’erba.
La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi».
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 65 (66)
R. Acclamate Dio, voi tutti della terra.
Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!». R.
«A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini. R.
Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno.
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia. R.
Seconda Lettura
Porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Gal 6,14-18
Fratelli, quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.
Parola di Dio
Vangelo
La vostra pace scenderà su di lui.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,1-12.17-20
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
Parola del Signore
Oppure forma breve:
La vostra pace scenderà su di lui.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,1-9
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Parola del Signore