Il commento alle Letture di domenica 7 luglio 2019, a cura di don Claudio Doglio.
Un altro commento di don Claudio.
È appena iniziato il grande viaggio verso Gerusalemme che caratterizza il cuore del racconto di Luca e subito l’evangelista racconta la vocazione e la missione dei 72 discepoli.
Quel numero è significativo, perché nell’Antico Testamento qualificava i popoli: i missionari cristiani infatti portano a tutti i popoli della terra la pace messianica. Gesù mette in guardia i discepoli e annuncia loro possibili fallimenti; ma propone anche dei gesti che sono una predicazione vivente per significare l’irruzione del Regno, cioè l’intervento definitivo di Dio.
I profeti avevano annunciato la grande mietitura che Dio avrebbe compiuto “in quel giorno” e ora gli apostoli sono gli operai che la realizzano. Perciò devono rappresentare drammaticamente l’urgenza della missione e l’assoluta fiducia in Dio: le direttive sull’equipaggiamento non prevedono la rinuncia al superfluo, ma chiedono di far a meno proprio di quei beni che potrebbero essere necessari alla missione.
Gesù non offre norme di penitenza, ma richiede un atteggiamento significativo di fiducia assoluta: Dio ha cura dei suoi inviati ed essi dimostrano coi fatti di fidarsi, perché la predicazione del Vangelo è “cosa sua”.
Al ritorno, i discepoli sono pieni di gioia per il successo, ma Gesù li invita a gioire soprattutto perché sono conosciuti da Dio: la pace fondamentale infatti è la nostra relazione buona con il Signore.