ACCRESCI IN NOI LA FEDE
- Gli apostoli dissero al Signore: 6. “Accresci in noi la fede!”.
Nel primo discorso riportato in questo versetto, Luca sottolinea la forza della fede, indifesa, ma potente e irresistibile.
Gesù si trova in viaggio verso Gerusalemme insieme con i suoi discepoli. Rivolge loro discorsi e insegnamenti sotto forma di parabole. Parla con esempi che rimangono impressi e consentono di penetrare il messaggio, affinché diventi vita. I suoi amici sono colpiti dall’insegnamento, ma anche preoccupati perché è esigente. Per questo sentono il bisogno di chiedere aiuto per avere la forza necessaria per essere coerenti.
“Apostoli”: i discepoli sono chiamati apostoli, forse per riferirsi al fatto che avevano maggiore bisogno di fede, di credere alla divinità di Cristo, perché responsabili della comunità cristiana.
“Signore”: gli apostoli si rivolgono al Maestro chiamandolo “Signore”. È il termine che indica il Risorto. Luca lo utilizza a seguito della lettura post pasquale degli eventi descritti nel Vangelo.
“Accresci in noi la fede!”: impariamo da questa invocazione che la fede è un dono dall’Alto che dobbiamo, però, impetrare con forza e costanza. È una richiesta che nasce dal bisogno di aiuto, è un grido rivolto a Dio. Anche noi facciamolo nostro ed esprimiamo tutta la debolezza del nostro essere: non possiamo fare nulla senza il Signore.
Il Signore rispose: “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Gesù risponde con un paradosso, suo modo tipico di esprimersi, così da imprimere il messaggio attraverso un’immagine.
Il gelso è un albero di origini asiatiche, che cresce spontaneo e che è anche coltivabile. Ha radici molto profonde, che si diramano nella terra e lo rendono resistente alle intemperie anche per secoli. È una pianta, infatti, molto longeva e in grado di sopportare relativamente bene la siccità. Per queste sue caratteristiche è preso come esempio da Gesù, per dire che niente è impossibile alla fede. Essa ci rende capaci di compiere persino il miracolo spettacolare di sradicare … un gelso non sradicabile!
Quello che conta non è la quantità di fede, ma la qualità della stessa, la sua autenticità. Per quanto piccola, come il proverbiale granello di senape, il più piccolo tra i semi, se è convinta e granitica ci rende capaci di cose grandi e strepitose, anche di … far volare un albero in mezzo ai flutti e trapiantarlo in mezzo alle onde! Occorre che abbiamo una confidenza grande nel Signore, così che Egli possa manifestare la sua potenza attraverso di noi.
Soprattutto chi è responsabile di una comunità ha bisogno di avere un atteggiamento di totale abbandono in Dio, in modo da poter guidare i fratelli verso il Signore. è questo il monito di Luca.
- Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola?”. 8. Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu?”
Con una domanda retorica Gesù invita l’ascoltatore a lasciarsi interpellare dal suo discorso. L’esempio richiama il fatto che uno schiavo non ha diritto, è proprietà del padrone, che non tiene conto per niente della stanchezza del lavoro del suo dipendente. La schiavitù, essendo una condizione normale per l’ambiente e il tempo, viene data come di fatto, senza pronunciare alcun giudizio. Non è l’intento della parabola in questo specifico caso parlare dell’uguaglianza di dignità delle persone.
- Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Viene ribadito che lo schiavo non si può attendere la riconoscenza del padrone, né pensare di essere rispettato nel suo orario di lavoro, né di essere considerato nella sua fatica. L’unica sua preoccupazione deve essere quella di compiere il suo dovere, fino in fondo.
- Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”.
Con questo versetto Gesù ci aiuta a considerare che è un privilegio essere a servizio di Dio.
“Servo inutile”: il termine è incisivo e richiama in modo forte il divario che esiste tra il Creatore e la creatura, tra Dio e noi. L’intento di Gesù è quello di aiutarci a non rivendicare diritti. Se anche avessimo risposto a tutte le esigenze del nostro essere cristiani, non dovremmo pretendere alcuna ricompensa. È di Dio il dono di essere a suo servizio, è di Dio la forza di rispondere alla sua chiamata, è di Dio il diritto di disporre di noi stessi.
Il nostro operato è di utilità per l’avvento del Regno, ma deve essere fatto gratuitamente. Siamo“in- utili”, cioè servi che “non cercano l’utile”, il vantaggio, il tornaconto in quello che fanno. Siamo servi inutili, ma efficaci. Dobbiamo servire senza ricercare il guadagno materiale. Esattamente come ha fatto Gesù, Servo del Padre, venuto per servire e non per essere servito, che ha dato tutto senza alcuna ricompensa, anzi, subendo ogni sorta di ingratitudine, di persecuzione, di tortura fino alla crocifissione e morte.
Dobbiamo avere cuore aperto, mani libere da ogni esigenza, paghi solo di rispondere con amore all’Amore, che opera meraviglie attraverso la nostra debolezza e la nostra disponibilità gratuita. Dio è già ora qui in terra e sarà un domani in Cielo la nostra ricompensa per sempre.
Suor Emanuela Biasiolo delle Piccole Suore della Sacra Famiglia
Letture della
XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Il giusto vivrà per la sua fede.
Dal libro del profeta Abacuc
Ab 1,2-3;2,2-4
Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!»
e non salvi?
Perché mi fai vedere l’iniquità
e resti spettatore dell’oppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà.
Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede».
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 94 (95)
R. Ascoltate oggi la voce del Signore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R.
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R.
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere». R.
Seconda Lettura
Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 1,6-8.13-14
Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza.
Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.
Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.
Parola di Dio
Vangelo
Se aveste fede!
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17, 5-10
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Parola del Signore