Questa piccola grande fede
Qualche tempo fa un uomo in occasione di un funerale mi ha parlato della sua situazione di vita. Mi raccontava che insieme a quel lutto in famiglia dopo una lunga malattia doveva anche affrontare la moglie gravemente ammalata e in fin di vita. Alla fine del suo racconto ha concluso dicendo di aver perso la fede in Dio proprio a causa di tutto quel carico di dolore che lo ha colpito in così poco tempo. È difficile credere nella bontà di Dio, mi ha confidato, con tutto quel che stava accadendo non solamente a lui ma anche a coloro a cui vuole bene e che, secondo lui, davvero non se lo meritano. Ho ascoltato senza giudizio e con sommo rispetto di chi vive una situazione che anche a me metterebbe duramente alla prova nella fede.
Il brano di Vangelo di questa domenica si apre con una richiesta davvero particolare dei discepoli verso Gesù: “accresci in noi la fede!”. Ovviamente la domanda non cade così senza motivo, e per capire meglio il perché della richiesta basta andare a poche righe prima nel capitolo 17 del Vangelo di Luca (che la liturgia stranamente taglia). Gesù ha appena invitato i suoi a perdonare sempre, in qualsiasi occasione! Il perdono è davvero difficile e ci sono situazioni in cui davvero sembra impresa non alla portata umana. Da questo comando nasce la richiesta dei discepoli di avere più fede per arrivare là dove la volontà e la ragione umana non arrivano.
Il perdono, le sofferenze fisiche e morali, i lutti, sono tutte situazioni umane che per affrontarle richiedono una visione superiore che davvero sembra possibile solo a Dio e ai suoi angeli che non vivono al nostro livello. “Accresci la nostra fede” sembra traducibile in “fallo tu al posto nostro!” riconoscendo che “non è alla nostra portata!”
La risposta di Gesù (“Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe “) dice in fondo due cose.
La prima è che Gesù riconosce che i discepoli non dimostrano fede quando si scoraggiano davanti alle imprese “alte” della vita come il perdonare, l’avere speranza nelle sofferenze, impegnarsi per la carità. Possiamo dire di credere in Dio, ma se poi non siamo minimamente capaci di perdonare, se ci lasciamo abbattere dalla più piccola difficoltà e ci chiudiamo nell’egoismo, allora quella fede non è fede, ma parole al vento che hanno un valore nullo.
La seconda cosa che secondo me emerge dalle parole di Gesù è un invito a guardare meglio dentro noi stessi per scoprire che la fede in fondo l’abbiamo tutti, perché Dio ne ha messo il piccolo seme in ogni uomo. Basta solo scoprirlo e aiutarci a scoprirlo insieme. La fede anche piccola è potente e capace davvero di trasformare la nostra vita per quanto dura e ricca di sofferenze difficoltà possa essere. Gesù usa l’immagine del gelso che con una sola parola vola sul mare dopo essersi sradicato nonostante le radici profonde. Ecco, la fede è capace di così così grandi, anche quando è piccola e profonda. La fede non è avere la certezza che Dio esista, quasi si avesse una visione ultraterrena. La fede è credere almeno un po’ che quelle parole del Vangelo non sono inutili, che in fondo in fondo posso iniziare a perdonare, che in nelle sofferenze anche più terribili esiste una luce di amore e di speranza, che fare piccoli gesti di carità è iniziare un mondo nuovo.
Sempre in questi giorni ho parlato con una donna che mi raccontava che nei momenti di massima sofferenza per una malattia, mentre era all’ospedale ha iniziato ad affidarsi a Dio, anche se lo conosceva poco e le sue conoscenze religiose erano sbiadite dal tempo. Non avendo quasi più nulla su cui contare per essere felice, nel momento più buio della malattia, ha sentito la consolazione di Dio dentro di se, dentro il suo corpo malato come nel corpo malato e moribondo di Cristo crocifisso. Il seme piccolo della fede è potente e se lasciato crescere, se aiutato a crescere dalla testimonianza reciproca e nel sostegno reciproco (ecco perché è fondamentale la Chiesa!) allora può fare cose straordinarie e portare il nostro cuore oltre le difficoltà della vita.
Io credo che anche in quell’uomo che dice di aver perso la fede ci sia questo seme, perché Dio lo ha messo in tutti e quindi anche in lui. Il mio e nostro compito non è quello di giudicare ma di coltivare insieme e farlo crescere perché faccia di nuovo volare il suo cuore.
Letture della
XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Il giusto vivrà per la sua fede.
Dal libro del profeta Abacuc
Ab 1,2-3;2,2-4
Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!»
e non salvi?
Perché mi fai vedere l’iniquità
e resti spettatore dell’oppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà.
Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede».
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 94 (95)
R. Ascoltate oggi la voce del Signore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R.
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R.
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere». R.
Seconda Lettura
Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 1,6-8.13-14
Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza.
Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.
Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.
Parola di Dio
Vangelo
Se aveste fede!
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17, 5-10
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Parola del Signore