L’amore si contraddistingue sempre per gli elementi della gratuità e della fecondità. L’amore vuole riempire un vuoto, una carenza e non rivolgersi a chi ha già, perché sarebbe come voler versare ancora acqua in un bicchiere già colmo: per cui l’amore può riversarsi e ritrovarsi solo in un cuore che coltivi l’umiltà e sappia dire: “Ho bisogno di te!”
Poesia
Quando faccio un regalo.
Bello.
Ricco.
Dovrei farlo a chi ha bisogno di bellezza e ricchezza.
Quando faccio un regalo.
Dovrei farlo per fare un dono ad un altro.
E non per ricevere io altrettanto.
Un banchetto serve per sfamare chi ha fame.
Non per sfamare la mia fame di affari e relazioni.
Se è un dono, donando sarò più povero.
Se mi arricchisco, allora non è un dono.
Ma un prezzo da pagare.
Insegnami la beatitudine dei giusti.
Che danno per donare, per amare.
E hanno come riconoscimento mani vuote ma cuori grati.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 14, 12-14
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù“
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